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"Questa vittoria è per i miei compagni"

Mattia Predomo, classe 2004, ha conquistato due ori e un argento ai mondiali Juniores di ciclismo su pista di Tel Aviv. La sua più grande passione? Gli sprint.
Mondiali
Foto: UCI

Continuano ad arrivare medaglie per il mondo del ciclismo su pista altoatesino. Le ultime: i due ori e un argento di Mattia Predomo ai mondiali Juniores di Tel Aviv, ottenuti grazie ai due primi posti nelle categorie del Keirin e della velocità e al terzo posto nel Km da fermo, con un tempo di 1’02”650. E nel mondo della pista italiana c'è chi ammette che Predomo, proveniente da Bronzolo e atleta della Campana imballaggi Geotex Trentino, abbia ancora un grande margine di crescita, ma senza dubbio le diverse imprese fatte in Israele durante la settimana scorsa sono degne di ‘rimanere negli annali’.

 

Salto.bz: Mattia, questa stagione hai portato a casa 3 medaglie agli Europei e altrettante ai mondiali, che sensazioni hai avuto? C’erano pressioni su di te la scorsa settimana?

Mattia Predomo: Sono veramente soddisfatto. Un conto è stato gareggiare agli Europei, dove la competizione è limitata, un altro è arrivare ai mondiali e sfidare atleti di grandi e storiche nazionali del ciclismo su pista. Non ho mai percepito particolari pressioni. Certo, l’intenzione era quella di ottenere qualche podio, ma a Tel Aviv sono arrivato in forma e rilassato.

Nella velocità a squadre abbiamo perso un podio abbastanza facile a causa di una falsa partenza che, devo ammettere, ho provocato io.

Hai gareggiato per diversi giorni consecutivi, come ti sei gestito?

Durante il Keirin, che bisogna dire essere una disciplina tanto spettacolare quanto soggetta alla fortuna, ho giocato bene le mie carte. Sono stato parecchio a contatto con il gruppo per poi partire in volata nell’ultimo giro e mezzo, che è la mia distanza ideale per gli sprint. Al contrario, il torneo della velocità individuale è stato estenuante. Abbiamo gareggiato semifinale e finale nell’arco di due ore, invece che in due giorni separati come solitamente viene fatto. Ho visto che rispetto agli avversari sono arrivato molto fresco, un ragazzo australiano invece è stato addirittura male fisicamente; è stato impegnativo.

 

Insieme ai tuoi compagni della Nazionale hai corso anche la velocità a squadre, ma siete stati squalificati. Cos’è andato storto?

Abbiamo perso un podio abbastanza facile a causa di una falsa partenza che, devo ammettere, ho provocato io. Fortunatamente insieme agli altri due ragazzi, al nostro allenatore, Ivan Quaranta, e al meccanico, Carlo Buttarelli, formiamo un bel team; abbiamo tutti una passione in comune che, grazie ai ritiri e alle competizioni, condividiamo per lunghi periodi dell'anno. Per questo, dopo la squalifica, avendo ottenuto personalmente la maglia iridata nelle categorie individuali, ho deciso di dedicare le vittorie proprio ai miei compagni di squadra.

Tra qualche giorno inizierà l’anno scolastico, ti senti pronto?

Frequenterò il quinto anno al Liceo Pascoli di Bolzano e penso sarà un anno bello complicato, visto che stiamo puntando alla qualifica olimpica per Parigi 2024. Devo dire, però, che da alcuni miei compagni di classe ricevo molto supporto e affetto, anche durante questi mondiali mi hanno seguito dalla TV.

 

Sei passato dal ciclismo su strada a quello su pista, dovendo andare ad allenarti fuori Provincia. Cosa pensi dell’assenza di un velodromo in Alto Adige?

Dunque, credo che dovrebbero esserci proprio più velodromi in generale. Noi ci alleniamo nell’unico velodromo al chiuso d’Italia, quello di Montichiari, ma è una struttura sotto sequestro dove è consentito allenarsi solo con i permessi. Servono più velodromi.