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Le avventure trentine

Intervista con il consigliere 5stelle trentino Filippo Degasperi, che racconta la crescita di Sparkasse in provincia di Trento e dice la sua su altre "partite bancarie".

Prima delle elezioni del 2013 il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Filippo Degasperi faceva l'insegnante ed il commercialista. Attraverso clienti, amici e contatti diretti ha seguito da vicino la parabola di Sparkasse nel mercato trentino del credito.

«Dopo il 2006 – spiega Degasperi – Sparkasse uscì dalla sua dimensione altoatesina con una politica di forte espansione. Ci hanno provato in molti a prendere piede in Trentino, però con scarso successo. Sparkasse offrì condizioni molto favorevoli ed un atteggiamento accondiscendente».

Nel 2013 la Sparkasse ha rilevato da Banca Sella-Calderari 26 filiali in provincia di Trento e di Belluno. Quindi, come ricorda l'articolo di Ettore Paris su Questotrentino, è entrata in molte operazioni immobiliari ad alto rischio nel capoluogo trentino. Si parte dall'ingresso in Castello sgr, finanziaria proprietaria del nuovo quartiere delle Albere di Trento (quello che sorge attorno al Museo delle Scienze – Muse), i cui appartamenti rimangono ancor oggi in gran parte invenduti. Quindi i 10,5milioni di euro per l'albergo a 4 stelle sempre all'interno delle Albere. Sparkasse, attraverso Raetia sgr, ha acquistato alcuni immobili tra i quali anche l'ex Euromix a Trento nord, all'ingresso della città lungo via Brennero. Il valore nel 2007 era di 32milioni di euro, nel 2014 era di 13,3milioni. Ben 29milioni di euro sono finiti invece a Trento sud nel progetto residenziale Corti Fiorite, finito in concordato preventivo. «Gli artigiani sono stati pagati al 36% - spiega il consigliere – mentre la Provincia di Trento ha garantito alle banche coinvolte il 100%».

L'aumento di capitale del 2012

La credibilità che Sparkasse si è costruita in Trentino nei primi anni Duemila ha fatto sì che anche molti trentini fossero spinti ad acquistare le azioni della cassa di risparmio altoatesina. «Oggi quelle azioni – chiarisce Degasperi – valgono un terzo rispetto a quando sono state acquistate e, come sottolinea il Centro tutela consumatori di Bolzano, non si riescono a vendere. Si può dire che se la società fosse stata quotata in Borsa le azioni sarebbero andate ancora più giù. Moody's al tempo aveva suonato un campanello d'allarme, dando un rating Ba1. Moody's non è certamente la Bibbia, ma dà segnali comunque da tenere in considerazione, l'azionista non può poi lamentarsi».

Ba1 per Moody's è il primo grado di “non investimento” (speculative grade), che caratterizza titoli speculativi con rischio di insolvenza significativo. L'ultima valutazione di Moody's è datata 2 aprile 2015 ed è Ba2, un gradino sotto rispetto al rating del 2012, con outlook negativo.

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Il prossimo aumento di capitale di Sparkasse è previsto nelle prossime settimane.

Le dimissioni di Gianfranco Cerea da Cassa del Trentino

Gianfranco Cerea è un carismatico docente dell'Università di Trento. Molti, così come anche Degasperi, sono stati suoi allievi nel corso di Scienza delle finanze o Welfare e settore pubblico. Cerea ha agito come consulente della Provincia di Trento nella privatizzazione dell'Istituto per l'edilizia sociale Itea ed è anche nel cda di Pensplan. Inoltre era anche alla presidenza di Cassa del Trentino spa fino alla settimana scorsa, quando si è dimesso dalla carica per la sua incompatibilità quale pubblico dipendente. Le dimissioni sono da attribuirsi anche al pressing fatto da Degasperi in consiglio sull'attività della società deputata alla gestione ed erogazione delle risorse finanziarie destinate agli enti e ai soggetti pubblici provinciali.

«Una società nella quale – spiega Degasperi – c'è un numero di dirigenti sproporzionato rispetto ai dipendenti e che rappresenta un'unicità in tutta Italia, perché in Trentino può pagare poche tasse».

«Nuova holding bancaria del Nordest debole»

Per finire il quadro della situazione bancaria in Trentino non si può non passare per le Casse Rurali. Il panorama del credito cooperativo in Italia vedrà tre protagonisti: la holding sudtirolese Raiffeisen, quella di Trentino-Friuli Venezia Giulia-Veneto Cassa Centrale Banca, mentre per il resto d'Italia la holding sarà Iccrea. Cassa Centrale Banca diverrà una spa e verrà quotata in Borsa. Degasperi non è molto ottimista: «il sistema delle Rurali è debole e i dati lo confermano». In un articolo del Sole 24 Ore di marzo infatti fra i 33 istituti d'Italia più in affanno per quanto riguarda i crediti dubbi sul totale dei crediti verso la clientela (dati 2013) ci sono ben 8 rurali trentine: Brentonico, Levico Terme, Fiemme, Pinetana, Pergine, Rovereto, Valsugana e Tesino, Mori. Alcune di queste casse in crisi ha già avviato dei processi di fusione (Brentonico con Mori, Rovereto con Folgaria),

«Spero – conclude il consigliere – che la Regione non “regali” Mediocredito Trentino Alto Adige al sistema cooperativo trentino, le recenti parole di Ugo Rossi in consiglio regionale sono positive visto che ha dichiarato come l'ente non voglia vendere le proprie quote in Mediocredito. Appena Sparkasse è entrata in crisi, Mediocredito si è preso maggiori quote di mercato, soprattutto su un target alto di clientela, anche in Alto Adige».