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100 giorni a Sochi 2014
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Quando mancano ormai solo 100 giorni all'inizio dei Giochi Olimpici Invernali a Sochi, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente del Cio Thomas Bach si sono dati appuntamento per dare insieme il via alla fase finale dei preparativi del grande evento sportivo. Secondo l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) in realtà c'è poco da festeggiare. Da mesi le autorità russe controllano e censurano il lavoro dei giornalisti e sono previste misure di sicurezza e di sorveglianza degli atleti pari alle misure in vigore in Cecenia e in Daghestan, con pesanti limitazioni per la popolazione civile. Per Putin i giochi olimpici saranno semplicemente una dimostrazione del suo potere, cosa che ha poco a vedere con lo sport e lo spirito olimpico e, secondo l'APM, serviranno come propaganda e ad occultare la repressione di Putin.
Molti tra la popolazione civile del Caucaso del Nord temono un intensificarsi della repressione con l'avvicinarsi delle Olimpiadi mentre il Comitato internazionale olimpico continua a rifiutare una chiara presa di posizione a favore del rispetto dei diritti umani. Le accuse che piovono sui giochi olimpici di Sochi sono molte e vengono da una miriade di associazioni. Amnesty International p.es. ha avviato una campagna per evidenziare le violazioni dei diritti umani in Russia e denuncia le violazioni contro la libertà di espressione, di protesta pacifica, le nuove leggi omofobe e la legge sulla blasfemia. L'organizzazione Human Right Watch invece denuncia già da tempo il grave sfruttamento degli operai, in particolare immigrati nei cantieri olimpici di Sochi.
Le implicazioni dei giochi olimpici a Sochi sono però anche storiche. Nel 19. secolo Sochi è stata luogo della sanguinosa battaglia dei Circassi contro il dominio russo. Perse le guerre, i Circassi hanno subíto massacri e deportazioni di massa. Oggi i discendenti dei sopravvissuti vivono sparsi in tutto il mondo. I crimini di allora vengono tuttora taciuti tant'è che per i Circassi lo svolgimento dei Giochi Olimpici a Sochi costituisce una provocazione che denigra la loro storia e cultura. Finora le autorità russe hanno ignorato le richieste delle organizzazioni circasse di onorare le vittime della storia coloniale russa e ha anzi tentato di intimidire e reprimere le voci degli attivisti circassi.
L'APM teme che i giochi olimpici di Sochi, proprio come quelli di Pechino nel 2008, servano fondamentalmente a rafforzare il sistema repressivo russo e non portino alcun beneficio alla popolazione locale.
Secondo il rapporto del 6 settembre 2013 del International Crisis Group, il Caucaso del Nord è la regione con il più alto potenziale di violenza. Solo nel 2012 ci sono state 1.225 persone vittime di violenze. Lo stesso Consiglio Europeo ha ripetutamente criticato le torture, gli omicidi, la sparizione di persone, gli arresti arbitrari, la violenza contro le donne e altre violazioni dei diritti umani commesse nella regione.
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