Sasa in-house, ma ora come si va avanti?
La recente approvazione dell’entrata della Provincia nel capitale sociale da parte del Consiglio Comunale bolzanino prevede però un pesantissimo ruolo gestionale da parte della Provincia stessa. L’articolo 14 del nuovo statuto di Sasa riguarda il “Comitato di indirizzo, vigilanza e controllo” si legge al paragrafo 10:
La Provincia autonoma di Bolzano per tramite del suo rappresentante, può esercitare il diritto di veto verso le deliberazioni del Comitato di indirizzo inerenti ai servizi autorizzati e/o affidati e relativi investimenti, di competenza della Provincia Autonoma di Bolzano.
Per carità, neanche una gran novità considerando che già la Provincia aveva, di fatto, un controllo di Sasa finanziando il servizio ed altrettanto per intero il rinnovo della flotta. Prima era un sottinteso, ora è nero su bianco.
Il nodo della flotta obsoleta di Sasa: cosa si ha intenzione veramente di fare?
Spero che si sia compreso quanto si sia votato perché un dato è certo. Il servizio lo si fa con la flotta e questa è oggi per gran parte OBSOLETA (vedasi la composizione della flotta in cui ad oggi non sono stati ancora inseriti i 4/5 bus usati da 18 metri diesel Euro 5 acquistati ad inizio 2017) considerando che, col criterio attuale dei 12 anni come vita massima dei bus, oggi, ripeto OGGI, se ne dovrebbero comprare ben 70 di nuovi. Se prendiamo il criterio di massimo 10 anni, che la Provincia intende imporre dopo le gare per le concessioni, i bus che Sasa dovrebbe acquistare sono 100!
Il ruolo della Provincia nel mancato rinnovo della flotta Sasa e poi… “viva il gasolio”… caspita…
Obsolescenza della flotta che è stata causata dalla Provincia stessa, perché, semmai qualcuno se ne fosse scordato, ci sono stati due buchi quinquennali (2008-2012 e 2012-2017) del tutto irragionevoli a qualsiasi ragionamento di buon senso in una gestione moderna della flotta. E sappiamo che si sono fatti acquisti “alla disperata” nel 2012/13 per tappare una situazione che si ripropone oggi.
Se i 38 bus (diesel) annunciati dalla Provincia ad inizio novembre 2016 non sono stati finora acquistati è per il semplice fatto che, senza la trasformazione in-house, la Provincia avrebbe dato un contributo solo fino alla scadenza della concessione (solo due anni) e, siccome Sasa parrebbe non essersi mai curata di accantonare un po’ di soldini per autofinanziare il rinnovo della flotta (su questo si dovrebbe riflettere…), per Sasa avrebbe significato semplicemente indebitarsi di qualcosa come circa 7 milioni di Euro. Si è riflettuto su questo?
Inquinamento e pendolari… sui bus a gasolio?
E ora torna il tema della trazione, che assume ancor più significato se si considera che ora il tema dell’inquinamento pare essere tornato agli onori della cronaca. Che l’aria bolzanina, ma anche quella meranese e quella laivesotta, faccia schifo, almeno all’olfatto, non è cosa nuova. Ora si vorrebbe bloccare i pendolari ma poi come li si porta in città? Su autobus a gasolio? Se veramente si vorrà portarli con i mezzi del tpl, sarà addirittura necessario ampliare la flotta in termini numerici. Qualcuno ci ha mai pensato?
Piano Clima: piano 2025 sulla carta per il trasporto pubblico o è scritto... sulla carta igienica?
Al di là di questo, da tempo continuo a ricordare che il Piano Clima, in modo assai lungimirante, prevede per il tpl urbano un obiettivo 2025 che prevede solo bus a idrogeno, elettrici e a metano. Il gasolio non c’è… ma si continua ad acquistarne (come già avvenuto, purtroppo, per gli 85 bus in leasing di Sad). Che ci si arrampichi letteralmente sugli specchi per giustificare l’acquisto di bus a puzzolio è ormai una vicenda tragicomica, ma anche serissima. Perché acquistare oggi, in modo disperato aggiungo, bus a gasolio, è un nonsenso, economico e di inquinamento (e non mi si venga a parlare solo di Euro 6 o semplicemente togliendo la parola diesel e gasolio dai comunicati ufficiali...).
Siccome mi pare che tuttora non mi si voglia credere, consiglio allora di ascoltare la relazione dell’ing. Andrea Bottazzi (dal minuto 8’10”), direttore manutenzione mezzi di Tper (Trasporto Persone Emilia Romagna) al recente convegno tenutosi a Bologna il 29 settembre scorso. Si senta cosa dice l’ing. Bottazzi sui bus a gasolio (dal minuto 26’44”). Il suo intervento di circa 20 minuti dovrebbe finalmente chiarire a molti che quello che si sta facendo qui da noi nella "provincia green" con i massicci acquisti di bus a gasolio è semplicemente… fuori dal tempo.
Non entro nelle disquisizioni su idrogeno, elettrico e metano. Cito solo tre cifre: 650.000, 400-500.000 e 220.000. Sono i prezzi di un bus di 12 metri (si aggiungano 100mila Euro per uno a 18 metri) nelle rispettive trazioni. Se poi siamo così "ricchi" da permetterci solo bus a idrogeno e/o elettrici, ben venga… basta moltiplicare le cifre di cui sopra per 70 o 100… auguri… acquisti che, ripeto, si dovrebbero fare OGGI, mica domani o dopodomani.
La stazione di rifornimento del metano di Sasa: BASTA sparare cifre a caso!
Un’ultima cosa. Per i bus a metano Sasa lamenta che si dovrebbe fare una manutenzione straordinaria, pare, dell’impianto di rifornimento. Bene, allora dica esattamente quanti soldi occorrono per ammodernarla (col sistema slow-fill) oppure rifarla ex novo per fare i rifornimenti veloci (fast-fill). Ma la si smetta di sparare cifre a caso come avvenuto in passato e si pensi magari anche a staccarsi dal metanodotto e fare come a Modena o come si farà a Bologna con il metano liquido (sperando che gli “esperti” capiscano di cosa sto parlando...).
Qui sotto, per chi volesse approfondire la tematica del tpl e delle trazioni alternative, la prima parte del convegno del 29 settembre 2017 a Bologna.