Bolzanino bloccato in Sudafrica
Sono giornate piene di incertezza quelle che sta vivendo Thomas Bringhenti, bolzanino che, dopo la laurea conseguita in Scienze e Tecnologie Agrarie all’Unibz e un Master in Agricoltura Tropicale a Göttingen, si trova in Sudafrica come dottorando e coordinatore di un progetto internazionale di ricerca, studiando in particolare la sostenibilità nell'uso delle risorse idriche nelle piantagioni di noce di macadamia, di cui il Sudafrica è uno dei maggiori produttori al mondo. Lo abbiamo sentito per aggiornarci sulla sua condizione e avere uno sguardo diretto di chi vive in prima persona la situazione “Omicron”.
È stata denominata così dall’OMS la nuova variante; dopo Delta, l’Organizzazione ha deciso di saltare due lettere dell’alfabeto greco passando alla “O”, perché – come spiega il Post - "Nu si confonde troppo facilmente con “new”, e Xi non è stata usata perché è un cognome molto comune". La scelta di denominare le varianti con una lettera greca non è a caso e, almeno in teoria, dovrebbe cancellare le conseguenti discriminazioni e stigmatizzazioni verso il Paese in cui è stata identificata la variante. Ma la storia di Bringhenti e le chiusure immediate delle frontiere verso il Sudafrica, lasciano pensare che questa scelta non sia sufficiente...
Fosse successo altrove, gli stati europei ci avrebbero pensato due volte prima di bloccare il traffico aereo
“Il mio volo di ritorno sarebbe dovuto essere domenica ma, ad oggi, non so ancora se e quando potrò tornare. Mi è noto solo dove potrò ritornare: non in Italia, bensì in Germania dove, pur non essendo cittadino, sono residente” racconta Bringhenti. “Attualmente è molto difficile reperire informazioni, il numero della compagnia aerea non risponde. In aeroporto ho aspettato ore prima di avere una risposta, ma non è bastato per capire meglio come tornare. Sono in contatto con il consolato italiano e l’ambasciata tedesca che, a detta loro, sembrerebbero garantire i voli di ritorno almeno fino a domenica. Ma la cosa che rattrista di più è che nonostante il Sudafrica abbia identificato la nuova variante e avvertito tempestivamente il resto del mondo, è stato penalizzato senza nemmeno essere coinvolto nella decisione di chiudere le frontiere. Penso che se la cosa fosse successa altrove, gli stati europei ci avrebbero pensato due volte prima di bloccare tutto il traffico aereo; evidentemente il Sudafrica non ha una forte influenza geopolitca”.
E sulla gestione della pandemia da parte del Governo Sudafricano, Bringhenti dice: “l’organizzazione è stata buona, ora però sono poche le persone vaccinate, ma questo anche perché inizialmente non era facile per lo Stato sudafricano procurarsi dosi di vaccino. Ultimamente anche qui iniziano a parlare di Green Pass seguendo l’esempio europeo, ma ancora non sono state introdotte restrizioni di movimento”. Mentre per quanto concerne le ripercussioni dell’economia dopo il blocco dei voli, evidenzia: “il Sudafrica vive principalmente di turismo e, l’attuale, è la stagione dell’anno più importante grazie alle condizioni climatiche favorevoli; ovviamente tutte le prenotazioni sono state disdette e questo influirà molto sull’economia”.