Umwelt | turismo

“Il nostro paesaggio è in pericolo”

Il nuovo piano di sviluppo del turismo non è sufficiente a mettere freno alla devastazione ambientale in Alto Adige. Prevista la costruzione di altri 10.000 posti letto.
Sommertouristen
Foto: Othmar Seehauser

È stato accolto con relativa freddezza, da parte delle associazioni ambientaliste, il nuovo piano di sviluppo del turismo presentato giovedì (28 aprile) dalla Giunta in conferenza stampa. Per quanto - spiega l'Heimatpflegeverband in una nota - il piano comprenda effettivamente una serie di misure finalizzate alla ricerca di “un equilibrio lungimirante tra il turismo di piccola scala e sostenibile e un uso compatibile della risorsa turistica più importante dell'Alto Adige, il paesaggio naturale e culturale” permangono numerosi dubbi e domande senza risposta. Gli ambientalisti fanno notare che il nuovo piano non fornisce chiare linee guida per la protezione del clima. “Purtroppo - sostiene l’organizzazione - il nuovo piano di sviluppo turistico non contiene requisiti chiari come l'obbligo di una valutazione del bilancio ambientale per tutte le imprese e il monitoraggio di tutte le emissioni di CO2del settore turistico”. 

Con la smodata espansione del settore turistico e i ben noti trabocchi degli ultimi anni in varie parti della provincia, il patrimonio paesaggistico dell'Alto Adige è minacciato, sia a scapito della popolazione locale che dei turisti

Tutela ambientale

I nodi problematici sono molti. Secondo uno studio condotto dall’EURAC, il turismo è infatti responsabile di circa il 18% delle emissioni di CO2, con altissime emissioni per ospite. Il consumo d'acqua è inoltre fuori controllo con risultati disastrosi, come hanno già raccontato da alcune roccaforti del turismo come Castelrotto e Avelengo.Un’ altra questione da affrontare rimane senza dubbio la mobilità, con la maggior parte dei turisti che arrivano in Alto Adige utilizzando la propria auto: “L'Heimatpflegeverband è costante nel sottolineare che la risorsa più importante per il turismo in Alto Adige è data dagli inconfondibili paesaggi naturale e culturale, unici e autentici - afferma ancora l’organizzazione -. Con la smodata espansione del settore turistico e i ben noti trabocchi degli ultimi anni in varie parti della provincia, il patrimonio paesaggistico dell'Alto Adige è minacciato, sia a scapito della popolazione locale che dei turisti. Questa consapevolezza sta trovando sempre maggiore accoglimento nella popolazione e anche nel settore turistico e deve quindi essere presa in maggiore considerazione anche dalla politica”. 

 

Ampliamenti

Nonostante l'abolizione dell'ampliamento qualitativo permane il problema dell'espansione qualitativa. Attualmente, molti comuni stanno modificando i propri piani paesaggistici per agevolare la continua e massiccia espansione delle imprese ricettive al di fuori dei confini degli insediamenti e senza la designazione di zone turistiche. Di conseguenza eccessi come la laguna e la pista da sci sul tetto continueranno ad essere possibili, fa notare l’Heimatpflegeverband che si appella alla Giunta Provinciale affinché fissi delle linee guida anche in questo ambito, “per promuovere stabilimenti discreti e autentici e per impedire sovradimensionate pseudo-attrazioni turistiche”. 

Risulta incomprensibile come il nuovo piano di sviluppo turistico da un lato miri a sostenere le piccole imprese strutturate, ma dall'altro preveda una disparità di trattamento tra le diverse categorie

Posti letto

Un altro passo importante è il previsto raffronto tra il numero di posti letto concessi e gli effettivi pernottamenti, al fine di ottenere finalmente una panoramica sui dati delle capacità del turismo altoatesino che corrispondano effettivamente alla realtà. Ma i problemi sorgono anche qui: “Risulta incomprensibile come il nuovo piano di sviluppo turistico da un lato miri a sostenere le piccole imprese strutturate, ma dall'altro preveda una disparità di trattamento tra le diverse categorie - denuncia l’Heimatpflegeverband -. Mentre per gli agriturismi sono previste eccezioni ai criteri, per le categorie similari, come affittacamere e piccole imprese non lo sono. La cosa va a ridicolizzare l'obiettivo fondamentale del turismo sostenibile e soprattutto mette in ulteriore svantaggio le tante, tantissime piccole e medie imprese che già soffrono della pressione delle grandi strutture alberghiere e dei resort”. Un problema che bussa alle porte (e che sfugge alla competenza del nuovo piano) è quello dei posti letto e delle zone turistiche già approvati ma ancora da realizzare. In previsione di regolamenti più severi, spiega l'Heimatpflegeverband, negli ultimi anni si è assistito ad un’esplosione di nuovi progetti turistici. Il risultato è che più di 10.000 dei posti letto previsti nei piani di sviluppo turistico dei comuni - nel frattempo abrogati - sono già stati assegnati pur non essendo stati ancora costruiti. Nei prossimi anni, quindi, un gran numero di nuovi e imponenti edifici sorgeranno sparsi per la provincia, con un impatto sul paesaggio naturale e culturale massiccio che andrà di conseguenza a danneggiare - oltre l’ambiente - anche il turismo stesso.

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