L'8 e 9 giugno 2025 si terranno in Italia cinque referendum abrogativi su temi di lavoro e cittadinanza. Quattro quesiti riguardano norme sul contratto di lavoro, licenziamenti e responsabilità in appalti; il quinto riguarda la riduzione da 10 a 5 anni del tempo di residenza legale per ottenere la cittadinanza italiana. In buona sostanza i referendum potrebbero rafforzare i diritti di lavoratori e lavoratrici e accelerare l’accesso alla cittadinanza per migliaia di persone, favorendo una maggiore inclusione sociale ed economica.
Io andrò a votare perché è un diritto faticosamente conquistato e troppo spesso dato per scontato che voglio esercitare ogni singola volta. Restiamo in tema di k&v perché questi referendum possono avere un impatto molto concreto sulle donne in situazione di violenza, soprattutto le donne migranti. Secondo dati Istat, le donne straniere subiscono violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner in misura più alta (20,4%) rispetto alle italiane (12,9%), con forme di violenza spesso più gravi e con minore possibilità di denuncia a causa di vulnerabilità legate a status migratorio e isolamento sociale.
Diritti e tutele, indipendenze economica e accesso a servizi sono cruciali per uscire da contesti di abuso e ricostruire una vita libera e dignitosa
Anche la precarietà lavorativa rende le donne più vulnerabili e dipendenti dal maltrattante. Migliori tutele contro i licenziamenti ingiustificati e contratti temporanei limitati possono offrire loro maggiore sicurezza economica, elemento fondamentale per poter uscire da situazioni di violenza. Inoltre, l'accesso alla cittadinanza facilita l’autonomia delle donne migranti garantendo loro maggiori diritti civili, accesso a servizi di protezione e supporto.
Diritti e tutele, indipendenze economica e accesso a servizi sono cruciali per uscire da contesti di abuso e ricostruire una vita libera e dignitosa. I referendum sono la nostra opportunità per esprimerci a riguardo. Pensiamoci il prossimo finesettimana, per noi tutte!