Gesellschaft | Diocesi

“Per noi un vento di speranza”

Giovani altoatesini a Rio colpiti dalle parole e dai gesti del papa, dal carattere gioviale dei brasiliani e dall’entusiasmo dei ragazzi in festa sulla spiaggia di Copacabana.
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Foto: JWA

Solo pochi mesi fa, a Bolzano, don Pierluigi Sartorel (missionario altoatesino, da una vita nel Nordest del Brasile) aveva parlato di una chiesa brasiliana in profonda crisi, retta da vescovi “che di fatto sono chierichetti del Vaticano e sono incapaci di pensare”. Ora, dopo la settimana sudamericana di papa Francesco, parla di un “vento di speranza”: “Questa visita sarà uno spartiacque nella nostra chiesa”. Il cambiamento, va da sé, è quello che ha avviato lo stesso Bergoglio. “Il Brasile viveva in un’atmosfera di attesa quasi spasmodica. Tutti aspettavano di vedere e ascoltare cosa avrebbe detto e fatto il papa latinomericano. Ora lo abbiamo visto e ascoltato. Sopratutto visto: ha conquistato i cuori con il suo fare semplice e spoglio di qualsiasi segno di potere e di arroganza (cosa che non manca nei ceti ecclesiastici, come ha detto lo stesso papa). Ha parlato di povertà e missionarietà della chiesa, ha detto che ‘non possiamo chiuderci nelle sacrestie’, ha chiamato i giovani ad essere ‘rivoluzionari’ e a uscire dalla vita comoda. Ha parlato chiaro ai vescovi, ai preti, ai religiosi e con certezza ha riaperto alcuni spiragli conciliari, che erano stati chiusi negli ultimi anni”.

Alla GMG di Rio de Janeiro anche un gruppo di quaranta altoatesini, organizzati dalla Südtirols Katholische Jugend. Arrivati il 16 luglio nella diocesi di Vitoria, i ragazzi sono stati accolti e ospitati per qualche giorno dalle famiglie del luogo. Successivamente si sono spostati a Rio, alloggiati nella casa degli agostiniani.

“Il tempo non ci ha molto aiutati”, racconta don Michael Horrer che li accompagna. Giorni di pioggia e freddo inusuale. “Ma non ci siamo fatti guastare la festa”, aggiunge Karin. “C’erano giovani di ogni paese del mondo. E noi tra loro”. Tutti, come raccontano, sono rimasti toccati dalle parole e dai gesti di papa Francesco, dal carattere gioviale dei brasiliani e dall’entusiasmo dei milioni di giovani che affollavano la spiaggia di Copacabana. Ora, chiusa la festa, gli altoatesini passano alcuni giorni a San Paolo (“Per conoscere meglio la cultura brasiliana”), prima di rientrare a casa, come dice Hannes, “con lo zaino pieno di esperienze”. Meiri, una delle ragazze che li ha ospitati a Vitoria, ha già “saudade dos amigos italianos”, ma è contenta. Annota su fb: “Papa Francesco? Indipendentemente dalla religione di ognuno di noi – o dalla mancanza di religione – questo è un uomo coraggioso. Il mondo ha bisogno di persone così”.