Kultur | Bolzano Danza

Danza e Insurrezione

Il festival Bolzano Danza 2025 con la direzione artistica di Anouk Aspisi e Olivier Dubois? Un viaggio ragionato nelle emozioni e nei linguaggi della danza contemporanea.
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Foto: Othmar Seehauser
  • Se l'anima esiste, parla il linguaggio del corpo e la danza ne è l'accesso privilegiato. Succede nei giorni di Bolzano Danza e l'edizione del 2025 del festival internazionale di danza contemporanea, che da più di quarant'anni ravviva l'estate bolzanina, non ha deluso neppure questa volta l'aspettativa. "Un percorso dell'anima" hanno promesso Anouk Aspisi e Olivier Dubois per la durata della loro direzione artistica appena avviata. Insurrezione è la prima tappa del progetto triennale Trilogia della passione. "Un invito a interrogare la propria ribellione", che significa anche mettere a nudo le fragilità, le contraddizioni e le incertezze trattenute nel corpo. L'hanno fatto per noi gli artisti e le artiste invitati al festival, sul palco del Teatro comunale e del Teatro studio e nei diversi luoghi della città che hanno accolto le performance. Molte volte le contaminazioni con altri mezzi espressivi, audio e video sono apparse eccessive a chi chiede alla danza di sussurrare le parole dell'anima attraverso il linguaggio universale del corpo. Compito riuscito invece a Pauline Bigot e Steven Hervouet nel loro spettacolo intriso di poesia La Reverdie Bambini: due corpi dipinti, uno giallo e uno blu per esaltare attraverso i movimenti della danza il gioco e la magia dell'incontro. Altra magica sorpresa nella prima settimana del festival, lo spettacolo di Françoins Chaignoud & Théo Mercier. Messo in scena nell'ambientazione distopica dei sotterranei della Fiera di Bolzano, Radio Vinci Park ha sopraffatto il pubblico con il talento di Chignoud e la forza espressiva dell'originale formato, ibrido e potente, pieno di evocazioni storiche e sensibilità attuali. E ancora da segnalare Darkmatter della coreografa Cherish Menzo dove la narrazione dei corpi è accentuata da testi e musica della subcultura contemporaenea. 

  • La Reverdie Bambini, un momento del poetico spettacolo della Compagnia AmieAmi nella Sala prove del Teatro Comunale di Bolzano Foto: Andrea Macchia
  • La danza è anche collettiva, un rituale che si rinnova da millenni. Un invito a indagare altri modi di essere, secondo la coreografa franco-austriaca Gisèle Vienne, per mettere in discussione i modi ovvi di percepire e di pensare, imposti spesso in maniera subdola dalla società. Nella sua coreografia Crowd sul palco del Teatro comunale -lo stesso che per l'apertura del festival aveva accolto la perfetta sincronia del Ballett Preljocaj in Helikopter/ Licht  sulla musica geniale di Stockhausen- per i 90 minuti dello spettacolo il tempo rallenta e sul palcoscenico si incrociano un numero indefinito di microstorie, grazie alla tecnica del tempo sensoriale adottata da Gisèle Vienne. La danza diventa un manifesto di libertà, individuale e collettivo, sulla colonna sonora techno di Peter Rehberg, assumendo anche un intento espressamente politico. L'altro spettacolo collettivo Delirius Night della coreografa Mette Ingvartsen per contro sembra replicare sul palco rituali altrettanto ipnotici e movimenti selvaggi, lasciando però alla fine lo spettatore disorientato, anche perché la musica dal vivo di Will Guthrie inviterebbe a unirsi alla danza scatenata e non a restare pacificamente seduti in platea. 

  • Il tempo sensoriale in Crowd di Gisèle Vienne al Teatro comunale di Bolzano per Bolzano danza 2025 Foto: Andrea Macchia
  • Esplosione di energia con lo spettacolo finale Rave Lucid della Compagnia Mazelfreten, prolungata poi fino a mezzanotte in un Electro dj set e Live Dance Floor per tutti e tutte sul pavimento nero e vibrante del palcoscenico. Ancora una volta nello spettacolo collettivo è il rave, la cultura giovanile protagonista. La danza assorbe le tendenze degli artisti di strada parigini e nelle periferie del mondo. Nuovi gesti vengono legittimati e diventano patrimonio comune della danza, al pari della coreografia dell'Apres-Midi d'un faune, creata da Nijinskij sulle note del celebre Preludio di Debussy, agli albori della danza moderna. Un'eredità che Olivier Dubois nel suo Wild Descent  decostruisce in singoli movimenti e moltiplica per un gruppo di giovani danzatori e danzatrici non professionisti insieme ad alcuni della sua Compagnia. Un regalo per Bolzano con il gruppo di Fauni in tute da lavoro che ripropongono per due giorni, nella cornice di Castel Mareccio e poi del Parco delle Semirurali, i movimenti iconici della storica coreografia di cui Olivier Dubois è custode. In attesa di Orizzonte, seconda tappa della Trilogia della Passione, annunciata per la prossima edizione, Bolzano vivrà almeno per un po' dell'energia e delle riflessioni insorte al festival Bolzano Danza appena concluso, compreso l'eccezionale evento partecipativo Extradanza, novità di quest'anno sui Prati del Talvera. 

  • I Fauni di Wild Descent di Olivier Dubois al Parco delle Semirurali (e, nell'immagine di copertina, la straniante posizione di un Fauno a Castel Mareccio) Foto: Andrea Macchia