Politik | Centrodestra

Il Centrodestra altoatesino nella storia

Oggi un'articolo mi ha dato spunto per un paio di pensieri sul centrodestra altoatesino. Il centrodestra che in ambito italiano fino a pochi anni fa quasi monopolizzava la scena politica della nostra provincia.
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Oggi un'articolo mi ha dato spunto per un paio di pensieri sul centrodestra altoatesino. Il centrodestra che in ambito italiano fino a pochi anni fa quasi monopolizzava la scena politica della nostra provincia.
Vorrei invece spendere due parole sulla politica del centrodestra altoatesino in generale. Secondo me hanno già sbagliato anni fa’ quando avevano l’occasione unica e fugace di prendere il treno dell’autonomia. Parlando con i miei colleghi e conoscenti italiani si scopre ben presto che la stragrande maggioranza non e’ ‘contro’ l’autonomia e neanche contro proporzionale e bilingiusmo; casomai criticano certa gestione ma raramente il sistema di per se. Invece fino a poco tempo fa' erano proprio le battaglie contro l’autonomia la bandiera del centrodestra italiano; percui oggi per loro e' duro essere credibile su' certe posizioni autonomiste. Ci sarà’ sempre un piccolo mercato per queste posizioni; e queste vengono oggi credibilmente rappresentate da Seppi ed il suo piccolo ma stabile partito. Il resto della destra invece non ha mai scelto veramente e ha preferito una politica dello zig-zag; perdendo pero’ poche occasioni per soffiare sul fuoco dello scontro etnico; raccogliendo anche al balzo le palle che le arrivavano dalla destra tedesca. Questa politica pero’ la rende impossibile come partner di coalizione. Nel momento di poter e dover scegliere si e’ sgretolato. Da spettatore tedesco cosa fanno allora oggi gli italiani ‘conservatori e di centrodestra’ rimasti politicamente orfani?
Una piccola parte continuerà’ a votare Seppi e i suoi, un’altra voterà’ SVP(un partito forte e conservatore e che da tanti viene visto come un baluardo pro autonomia contro le destre tedesche), un’altra ancora se ne stara’ delusa a casa e quello secondo me questo spiega in parte la differerenza nell’astensione fra voto tedesco ed italiano. Una parte pero’ senz’altro punterà sul PD che in provincia governa(sempre importante) che e’ autonomista e che quando serve sa’ difendere bene comunque anche gli ‘interessi etnici’ degli italiani; senza pero’ lo scontro etnico di certa destra. Come pero' le ultime elezioni hanno dimostrato buona parte di questi cittadini delusi e rimasti praticamente orfani non ne possano più dei soliti partiti e votano in massa il MoVimento Cinque Stelle. Mi fa pensare che buona parte di questi cittadini non ne possano proprio più; ne a livello locale ne a quello nazionale.
Tornando pero’ alla destra conservatore nostrana sono dell’opinione che devono prima azzerarsi totalmente per ricrearsi ex novo; e naturalmente con nuove facce. E devono cominciare finalmente a rapportarsi con la societa’ in cui vivono.
Io questo non lo vedo ancora.

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Alberto Stenico So., 07.04.2013 - 08:08

Gli altoatesini hanno affrontato l'appuntamento con l'Autonomia, impreparati. Non vi fu, a livello provinciale, una vera partecipazione della locale comunità di lingua italiana; il "Pacchetto" è il risultato di una trattativa tra Roma, la SVP e Vienna. La grande maggioranza degli altoatesini lo ha solo subìto e non partecipato. Una componente italiana importante lo ha anche frenato, criticato, combattuto. Questo vizio di origine dell'Autonomia, ha motivato per decenni il voto italiano di destra nazionalista. Un tentativo di trovare una proprio identità, tra una Autonomia considerata "tedesca" e uno Stato italiano "traditore" degli altoatesini. Ma ora le cose sono cambiate: gli altoatesini danno prova di molta più maturità e fanno parte integrante di questa Autonomia, anche a prescindere dei partiti per cui votano. È tempo di offrire loro una opzione politica ed elettorale locale, oltre gli schieramenti nazionali, che li coinvolga nella costruzione di modelli di società adatti al futuro plurietnico dell'Alto Adige/Südtirol. Senza chiedere abiure, ma proponendo condivisione nel percorso della Autonomia.

So., 07.04.2013 - 08:08 Permalink

Proprio cosi, e l'esperienza mia fuori dell'SVP negli anni 70 era proprio quella dell'impossibilitá di cambiare rotta.
Sicuramente avevo la stessa identica sensazione di tanti italiani, che lo spazzaneve della maggioranza non si serviva
nemmeno dello specchio retrovisivo, che per realizzare l'autonomia sarebbe stato fondamentale. Nella SVP negli anni
80 ho conosciuto i meccanismi dello spazzaneve e l'ho abbandonato. Oggi leggo Stenico e condivido e spero che tutti insieme
riusciamo a godere un paesaggio invernale, camminando nella neve fresca, tenendoci per mano e godendo la libertá dei
movimenti e la bellezza della neve bianca. Altro che spazzaneve!

So., 07.04.2013 - 09:09 Permalink

Concordo pienamente con i due commentatori. Il grande sbaglio del SVP in passato e' stato di pensare di poter fare tutto da se, che l'autonomia era "nostra" e non fatta anche per "loro". Dopo sono arrivate le aperture e l'odierno LH e' stato fra i primi artefici di questo nuovo corso. I danni fatti in passato sono in gran parte rimossi. La società italiana altoatesina e' arrivata prima di certi partiti alla conclusione che l'autonomia e' fatta anche per loro. Oggi praticamente (quasi) tutti i partiti sono per l'autonomia. Una cosa pero'. L'offerta locale per gli italiani non la vedo e penso che sarà dura che in futuro ci sia. L'elettorato locale italiano fin adesso ha sempre seguito le mode nazionali.

So., 07.04.2013 - 10:30 Permalink