Huber vs Dellantonio
Alessandro Huber vs Elio Dellantonio. Sarà questa la probabile sfida che animerà il congresso Pd in primavera dopo che ieri la commissione di garanzia ha azzerato le procedure che avrebbero dovuto portare oggi (18 dicembre) all’elezione “bulgara” dello stesso Huber.
La doppia anima del Pd, un po’ di centro e un po’ di sinistra, un po’margheritina e un po’ diessina, lo rende un grande partito congenitamente litigioso. Ed a Bolzano si aggiungono dinamiche relazionali e idiosincrasie personali che vanno oltre le correnti partitiche classiche, per cui negli anni si sono create alleanze apparentemente innaturali tra esponenti di centro e di sinistra (Costa e Tommasini) che andavano a sfidare alleanze tra esponenti di sinistra e di centro (Gnecchi/Bizzo/Staffler). Negli ultimi otto anni nel pd altoatesino si sono verificate situazioni talmente ingarbugliate e indecifrabili con le normali “lenti” della politica che anche il più grande esperto di conflict management del mondo avrebbe alzato bandiera bianca dopo la prima seduta di gruppo. Ma il PD, come tutti i grandi partiti, ha un grande stomaco in grado di digerire qualunque cosa, perde consensi, li riguadagna, perde consensi … . Per cui ecco che la sede di piazza Domenicani è pronta ad ospitare l’ennesima sfida all’Ok corral della propria storia.
Gli sfidanti
Quello che si profila all’orizzonte è comunque un confronto che è fin troppo facile definire come scontro generazionale, avendo Huber 34 anni e Dellantonio 67. Ma in realtà non è solo questo.
Alessandro Huber è sostenuto da Carlo Costa, direttore generale di A22 e vicepresidente, fra le altre cose, di Cassa di Risparmio, e uomo con un enorme peso politico in grado quasi sempre, pur muovendosi dalla periferica Bressanone, di spostare gli equilibri interni al partito. Con lui sta anche l’ex vicepresidente Christian Tommasini, con il suo gruppo (Bonagura, Depascalis), ma solo dopo che Huber si è cosparso il capo di cenere ammettendo una serie di errori commessi negli ultimi anni (LINK).
Con Dellantonio stanno Luisa Gnecchi, vicepresidente dell’INPS nazionale, ex assessora proveniente dalla segreteria CGIL, e Uwe Staffler, ex sfidante dello stesso Huber al congresso 2017 (sostenuto da Gnecchi), rappresentante del Pd interetnico (di provenienza langeriana doc) e liberale. Il gruppo che faceva riferimento all’ex assessore provinciale Roberto Bizzo, fuoriuscito dal PD prima delle Provinciali, pare si sia recentemente avvicinato a Calenda, ma non è detto che non possa rientrare nella partita (Monica Franch, fedelissima di Bizzo, è stata eletta in consiglio comunale nelle fila del Pd ed è attuale presidente del consiglio comunale). La sfida Huber/Dellantonio vede partire con un leggero vantaggio il primo, anche se la maggioranza del Pd recentemente ha scricchiolato in varie occasioni. Ma se il congresso si svolgerà dopo fine marzo, come pare, Dellantonio potrebbe rivelarsi avversario ostico.
Le reazioni alla "sberla"
Le reazioni alla decisione della commissione di garanzia di azzerare il congresso sono ovviamente diverse a seconda dei punti di vista. Sui social Alessandro Huber tende a minimizzare classificando il tutto come un semplice “stop and go” (qui l’intervista rilasciata dal segretario uscente martedì scorso).
Per Dellantonio, invece, si tratta di una benedizione che rende possibile una sfida per la quale non sente minimamente di partire battuto. Poco importa che il risultato alle recenti elezioni meranesi non sia stato brillante. Nella corsa per il congresso i presupposti sono completamente diversi. “Fino al 5 novembre – spiega Dellantonio - da parte mia non c’era alcuna intenzione di candidarmi. L’ho deciso solo dopo aver visto come è stato gestito tutto dalla maggioranza, che ha ignorato con sdegno tutte le nostre segnalazioni delle varie irregolarità. I ricorsi che ho presentato controvoglia sono stati accolti, e quindi ora se ci sarà una riapertura dei termini, confermo che mi candiderò alla segreteria. Se si ha del tempo per organizzarsi il congresso è un ottimo momento per convincere le persone ad impegnarsi politicamente, per portare la società civile nel partito”. Ma dove si colloca Dellantonio nella geografia interna del partito? “Gli ideali a cui mi riferisco sono quelli dell’equità sociale, del rispetto per l’ambiente, della legalità, della partecipazione democratica, del sostegno della sanità pubblica, di una scuola finalmente plurilingue”.
Uwe Staffler si dice soprattutto amareggiato per il fatto che nel partito si sia dovuti tornare per l’ennesima volta ad una battaglia a suon di ricorsi. “Provo molto dispiacere per la superficialità con cui la maggioranza ha gestito un momento importante come quello di un congresso. I ricorsi lasciano sempre delle ferite, ma il rispetto e la definizione delle regole è un aspetto fondamentale del fare politica. Speriamo che questa vicenda ci possa aiutare tutti a lavorare per un partito più forte. Noi aspettiamo che la cosiddetta maggioranza ci contatti per definire insieme il percorso da intraprendere”.
Carlo Bassetti, che in un’intervista a Salto.bz aveva annunciato la volontà di non rinnovare la tessera del partito proprio per come si era forzatamente arrivati ad un congresso “bulgaro”, potrebbe rivedere la propria posizione. “A caldo – commenta - mi verrebbe da dire che si stanno raggiungendo nuove vette nel concetto di "andare a sbattere". In un colpo solo vengono annullati congresso, regolamento, commissione del congresso. Bello strike. Spero questa possa essere una occasione per una riflessione ampia, soprattutto politica, che le varie componenti della ormai "ex" candidatura unitaria auspico facciano assieme ma anche nella loro autonomia e diversità. Viene certificata oltre che la inadeguatezza politica anche una serie di forzature e irregolarità in procedure, nomine, regolamenti su cui a mio avviso il ruolo di vigilanza e garanzia sono dell' "ex segretario - candidato segretario". “Spero veramente che questo grave pasticcio sia l'occasione di una ripartenza vera, prima di tutto politica e di riflessione vera ampia.. Se invece verrà considerato solo un piccolo incidente di percorso con alcune questioni formali da "mettere in ordine" il segnale sarà chiaro e nulla rischia di cambiare. D'altronde di sconfitte e "sberloni" ne sono stati ricevuti già molti. Non vorrei questo diventasse solo un nuovo elemento della collezione".
Ero nel PD per cinque anni,
Ero nel PD per cinque anni, seguendo il gruppo della Venosta con il primario interesse per l'amministrazione comunale di Silandro. Avevo conosciuto Alessandro Huber nelle "leve" del partito, che si davano da fare in un gruppo ben organizzato. Ho conosciuto anche Uwe Staffler, che prestava aiuto esemplare in periferia, dove Huber invece mancava del tutto. Ora leggo questo articolo e mi salta all'occhio "lo scontro fra generazioni". Ma davvero? Chi ci crede? Partiti con un unico candidato per la leadership non mi danno l'impressione di democrazia e collaborazione vivace e sincera. Mi danno piu la sensazione di essere guidati da forze occulte e manovrate come le figurine dei scacchi, senza rendersi conto, che in un partito politico le posizioni e le visioni sono multiple.
Ora la partita a scacchi é stata sospesa, annullata, per un apertura non condivisa.
Bene, anzi benissimo. Dal congresso 2017 in poi il partito ha perso tante partite e il perdente continuava a giocare. Ma non giocava con il suo cervello e con la sua tattica, ma era guidato da una "forza maggiore", che purtroppo, o volutamente, nell'articolo di Fabio Gobbato non é scritto in grassetto. Mi chiedo perché? Perché non risiede a Bolzano o perché é la figura dell'innominato? Voglio essere sincero: Non mi piaciono queste figure in un partito, perché sono loro che creano queste difficoltá, dei quali il PD soffre da troppo tempo. Il conflitto fra persone che vogliono la stressa cosa, che seguono un traguardo ragionevole comune, non é mai generazionale, ne etnico, ne di mangement. Ma é un conflitto di fiducia, di rispetto, di stima, di consenso, in fondo del tutto umano. E chi non supera questi livelli di cooperazione, non potrá mai vantarsi di un partito unito, forte e deciso per le lotte del futuro.
Caro CRI, chi legge fra le
Caro CRI, chi legge fra le righe, i nomi li trova facilmente. Di "innominato" nella politica non c'é quasi nessuno, perché il potere emmerge sempre in qualche maniera. Sul tipo di gioco acconsento quanto riguarda le regole, anche se il poker mi lascia troppo spazio alla fortuna, invece i scacchi mi sembrano piu tattici. Buon Natale.