Politik | L'intervista

“Non mi ricandiderò, ora tocca ad altri”

L’accusa di spreco di denaro pubblico, i difficili rapporti con l’SVP e i suoi possibili successori. L’intervista a 360° all’ex sindaco di Merano, Paul Rösch.
Paul Rösch
Foto: Facebook/Paul Rösch

Cittadino di Merano e del mondo, etnologo, curatore e direttore di musei, sportivo e organizzatore di manifestazione sportive, cittadino e sindaco fino al 2020, Paul Rösch ha 67 anni, è in pensione da dicembre 2021. Ha una figlia di 21 anni che vive e lavora in Olanda e che studia “geografia sociale”. L’ex sindaco dopo una legislatura condita da diverse polemiche, il commissariamento della città e il lunghissimo testa a testa che ha portato al trionfo di Dario dal Medico ha deciso che è arrivato il momento di farsi da parte. 


salto.bz: Rösch, quale ritene che sia la sua più importante virtù?

Paul Rösch: Amare le persone. Per me sono tutte molto importanti.

E quella del suo successore, Dario Dal Medico?

Non lo conosco bene. Ma mi è simpatico e credo sia una persona onesta.

Avrei voluto lavorare per la città ancora per tre anni e mezzo per terminare i progetti che avevamo iniziato. Ma adesso basta, tocca a qualcun altro fare il sindaco


Lei si ricandiderà a sindaco di Merano?

No. Avrei voluto lavorare per la città ancora per tre anni e mezzo per terminare i progetti che avevamo iniziato. Ma adesso basta, tocca a qualcun altro fare il sindaco.

Chi conta di più nella Lista Rösch?

Nel nostro gruppo ci siamo sempre parlati da pari a pari e continuiamo a farlo. Poi ovviamente Madeleine Rohrer è la consigliera più votata in assoluto ed è il nostro capogruppo.

E Cristina Kury?

Cristina Kury ha lavorato moltissimo per la nostra città un lungo periodo. La stimo molto. Per noi è sempre stato un muro.

Un muro nel senso di difesa, di tutela del vostro lavoro politico?

Un muro nel senso di appoggio. Ci ha sempre dato una mano quando lo abbiamo chiesto, ma non si è mai immischiata nel governo di Merano. Questo lo abbiamo chiarito sin dall’inizio.

È opinione piuttosto condivisa che Kury sia stata invece il vero sindaco durante la sindacatura Rösch…

Chi dice queste sciocchezze? Lei mi diceva sempre: “Se hai bisogno vieni da me. Altrimenti io sto zitta”. E così è stato. Comunque, da sindaco ho fatto anche cose delle quali lei non è stata del tutto contenta.

Ad esempio?

Dare come Comune un contributo finanziario alle Terme di Merano. Lei proprio non era d’accordo. Io invece avevo valutato che fosse un bel segno di collaborazione da parte di Merano verso la Provincia.

E poi?

In generale, a lei stava al cuore più il sociale, a me forse le iniziative culturali. Ma questo sono piccolezze. Tutto sommato parliamo la stessa lingua. E sono molto contento che mi abbia approcciato quasi sette anni fa per iniziare questo progetto politico insieme e che poi mi abbia sostenuto nella mia candidatura a sindaco.

Adesso tocca a Madeleine Rohrer?

È ancora presto per dirlo. Dipende soprattutto dalla sua volontà. Tuttavia spero tanto sia lei, fra tre anni, la nostra candidata sindaca.  Un “carro armato” per quanto lavora, onesta e determinata. Madeleine Rohrer  ha saputo dimostrarsi molto competente, coerente e senza compromessi. Come tutte le donne nella nostra coalizione, siano di madrelingua tedesca o italiana.

 

Durante la sua consiliatura, si sono moltiplicate le iniziative per i 700 anni di Merano. Siete stati investiti anche da molte critiche. La Lista Balzarini – Casolari vi accusò di numerosi sprechi e rese pubblico anche un dossier per documentarlo. salto.bz pubblicò tutto. Lei come replica, ora?

Quel dossier è stato una grande balla allora e lo rimane adesso. Per me è un mistero come questo possa essere un tema ancora oggi. La cultura è importante e ha bisogno di investimenti, questo lo ho sempre detto e lo ribadisco. Le faccio un esempio legato alle vaccinazioni anti-Covid…

Prego.

La cultura ci fa crescere come persone, ci fa riflettere su noi stessi e sui nostri valori. Se tutti avessimo riflettuto bene sul valore di questa vaccinazione, su cosa vogliono dire solidarietà e responsabilità cittadina, non ci sarebbe il bisogno di imporre nulla con la forza.

Dunque, lei è soddisfatto di quanto avete organizzato per i 700 anni di Merano?

Sono contento che le iniziative per i 700 anni di Merano hanno portato a una grande riflessione sulla storia della città, sulla nostra identità e sulla convivenza, da parte di tantissimi cittadini e tantissime cittadine. Esempi? Abbiamo portato le bande musicali nei quartieri, che così hanno iniziato un rapporto che prima non c’era. Abbiamo aperto siti storici della città per la cittadinanza, dal Kurhaus ai bunker – un’iniziativa che ha avuto così grande successo, che è stata portata avanti negli anni successivi e frenata solo dalla pandemia. E sulla “famosa” pedana nel cortile del municipio per sette minuti ogni meranese che ha voluto ha potuto dire o cantare o recitare la propria su Merano – una bellissima rassegna della nostra città variegata.

Tutte le iniziative hanno inevitabilmente dei costi. Ma perché se ne discute solo in ambito culturale, come se fosse una pazzia investire nella cultura?


E le iniziative di allora, dispendiose, ad esempio al teatro Puccini?

Tutte le iniziative hanno inevitabilmente dei costi. Ma perché se ne discute solo in ambito culturale, come se fosse una pazzia investire nella cultura? Al centro di tutte le iniziative c’era l’idea della convivenza. Ormai la convivenza fa parte del dna di Merano, è il nostro punto di forza. Ma c’è una storia che vi sta dietro e sulla quale vale la pena riflettere.

A proposito di cultura, lei ricorderà la candidatura nel 2017 di Merano come Capitale italiana della Cultura per l’anno 2020. Perché affidò la principale mole di lavoro (e di rapporti con il ministero della Cultura a Roma) al suo vicesindaco?

L’idea della candidatura è stata di Andrea Rossi. Già proporre Merano, città altoatesina abitata per metà da italiani e per metà da tedeschi (insieme ad altre etnie), come Capitale italiana della Cultura era un progetto coraggioso e nuovo. Infatti non piacque granché alla Svp. Ma quando è venuto da me per espormi la sua idea sulla candidatura volevo quasi… baciarlo per quanto era bella e innovativa. Merano è un modello di convivenza per tutta l’Europa.

Eppure, le esposizioni di Rossi del progetto a Roma hanno suscitato durante alcune riunioni scarso interesse. Colpa solo dei funzionari ministeriali? O di qualche fraintendimento tra delegazione meranese e quella del Mibact?

Non credo che sia stato lo scarso interesse per la nostra proposta che abbia portato Merano nella finale delle ultime 10 città candidate su 45. Un concorso come questo lo può vincere una città sola. Non vuol dire che tutte le altre hanno sbagliato a candidarsi. Rossi ha lavorato molto, in silenzio e senza esibire medaglie per quanto stava facendo.

Qual è dunque la cosa più importante della cultura italiana a Merano?

Posso solo esprimere le mie preferenze personali. Mi piacciono molto il Lyrik Preis e l’attenzione verso l’universo delle traduzioni. L’Alto Adige è il tramite tra Nord e Sud. Nei commerci, è sempre stato così. Farlo anche nell’ambito culturale per me è bellissimo. Sempre più cittadini di madrelingua italiana si impegnano negli ambiti culturali tedeschi.

E per la cultura tedesca?

Direi anche qui proprio la ricerca di collaborare tra tedeschi e italiani, quando è possibile. Durante la mia sindacatura ci siamo riusciti nelle associazioni sportive di entrambi i gruppi linguistici. Talvolta anche in ambito culturale.

In casa Svp per alcuni sono diventato il nemico giurato che doveva essere battuto a tutti i costi


Lei ha già evocato la Volkspartei. Durante l’ultima campagna elettorale cittadina questo partito ha dimostrato maggiore sintonia per lo schieramento Dal Medico rispetto al suo. Che cosa è accaduto nella SVP in questi ultimi mesi?

Non si tratta degli ultimi mesi. Io nel 2015 ho vinto le elezioni contro Gerhard Gruber della Svp. Era una sberla inaspettata per il partito, un vero e proprio disastro. Ricordo che nel 2000 a Merano la stella alpina prese il 36 per cento dei voti, ora la metà. In casa Svp per alcuni sono diventato il nemico giurato che doveva essere battuto a tutti i costi. Per questo già nel 2019, prima del commissariamento, la Svp ha cercato una coalizione segreta con le civiche. Probabilmente si sarebbero alleati con chiunque pur di liberarsi di me.

Ritiene ci sia stato un anello debole anche dentro la sua coalizione? Magari il Partito Democratico?

Sul livello personale abbiamo avuto un grande rapporto fra di noi, uno spirito di squadra che raramente si vede in politica. Io ero molto contento dell’ottimo risultato complessivo al primo turno, che ci ha portato il numero più alto di consensi. Se si vuole proprio trovare un anello debole, forse i Cinque Stelle si sarebbero aspettati qualche voto di più.


Forse occorreva maggiore attenzione ai problemi pratici della città. Contro il traffico ritenete di aver fatto abbastanza quando eravate al governo di Merano? 

Abbiamo fatto molti progressi, anche se spesso siamo stati rallentati dai partner di coalizione che ora hanno assunto il governo. Innanzitutto ci siamo rivolti all’ingegner Stefano Ciurnelli, una delle massime autorità in materia di traffico in Italia, che ci ha fatto un piano con delle misure concrete da attuare. La circonvallazione è questione ancora di anni – abbiamo ragionato – nel frattempo non possiamo stare con le mani in mano. Dobbiamo preparare la città per una nuova visione della mobilità.

Non sembra però siate riusciti veramente a risolvere qualcosa...

Questo è un suo giudizio personale che non condivido. La nostra città – come molte altre in Europa – per decenni è stata pianificata per le automobili. Abbiamo intrapreso una nuova via, ma in pochi anni non si cambia l’aspetto di tutta la città. Ci sono nuove piste ciclabili, per esempio in via Leopardi e in via Cadorna, e fra breve anche quella in via IV novembre. C’è un bike sharing gratuito. Abbiamo potenziato le linee autobus e introdotto un bus a chiamata a Maia Alta. La mobilità è un tema complesso. E vedrà che anche la nuova giunta impiegherà molto tempo per uscire dall’emergenza traffico.

E la raccolta dei rifiuti? Siete anche reduci dall’autogol di aver contestato la cattiva gestione in materia alla giunta Dal Medico quando ancora non si era insediata…

Il problema è antico, anche in questo caso. Da sindaco, ogni lunedì mattina monitoravo i problemi della raccolta dei rifiuti, le illegalità, i comportamenti gravi di cittadini maleducati e così via. Affidavo questi dossier al comandante Piras (polizia municipale) e alla Asm. La realtà è che la Asm, diretta da un presidente Svp, è stata molto debole. Alludo al solo settore dei rifiuti. Ebbene, non si è dimostrata in grado. Se non altro la polizia municipale ha aumentato i controlli e fatto un sacco di multe. Non è bastato. In Asm, per i rifiuti, sono mancati la capacità e anche la “fantasia” di gestire il problema facendosi venire qualche idea.

La raccolta porta a porta?

Una nostra idea, a cui la Asm si è sempre opposta ma che spero sia applicata dalla nuova giunta.

Comandano le lobbies legate al turismo e agli agricoltori. Come si sa, io ho perso al ballottaggio perché i contadini hanno votato contro di me nei seggi di Maia Alta.


La giunta Rösch ha tagliato molti alberi. La vicesindaca in carica Katharina Zeller si è già impegnata a ripiantarne molti. Che cos’è successo?

Per carità. Duecento alberi in più sono stati piantati rispetto a quelli abbattuti durante il mio mandato, vada a vedersi le statistiche ufficiali sul sito del Comune. La gestione del patrimonio arboreo è una questione importante, ma un sindaco deve fidarsi delle valutazioni della giardineria comunale. Se c’è il rischio che in giorni di maltempo con fortissime raffiche di vento gli alberi, deboli o malati, cadono al suolo sulle persone, devono essere sostituiti con nuove piante.

E’ vero che i padroni di Merano sono gli albergatori?

No. I padroni di Merano sono alcune lobbies. Quelle economiche, non di certo quelle componenti della città che sono sociali, culturali o favorevoli alla democrazia diretta. Comandano le lobbies legate al turismo e agli agricoltori. Come si sa, io ho perso al ballottaggio perché i contadini hanno votato contro di me nei seggi di Maia Alta.

Perché la sua giunta non si è impegnata per avere alcune sezioni della Lub a Merano?

Da sindaco, ho incontrato tutti i responsabili della Lub. Mi hanno detto che hanno intenzione di “depotenziare” anche Brunico, ad esempio. Accentrando tutto a Bolzano. Abbiamo dato una mano all’Accademia italo tedesca. Vedremo.

A Merano non ci sono i tedeschi o gli italiani. Ci sono i meranesi. Compresi i nuovi meranesi.


Alcuni sostengono che le battaglie dei Verdi vengono recepite dai cittadini quando l’economia e il lavoro non li preoccupa. Quando viceversa esiste una emergenza sociale, i Verdi non sono ascoltati. Accade anche a Merano?

Direi di no. Perché i Verdi, i Grünen altoatesini hanno sempre percorso una strada diversa: il clima certo, ma soprattutto la convivenza (nel segno di Alex Langer), i problemi sociali.



Che tipo di opposizione farà la sua coalizione in consiglio comunale?

Una premessa. I progetti presentati da Dal Medico sono, per ora, quelli elaborati da funzionari durante l’anno di commissariamento e che erano progetti della mia giunta. Non solo, dei tre anni e mezzo della nuova giunta, i primi dodici mesi gli assessori dovranno studiare la macchina comunale e imparare a farla funzionare. E l’ultimo anno prima delle prossime elezioni si farà solo campagna elettorale. Conclusioni: Dal Medico governerà sul serio soltanto per un anno e mezzo. E, attenzione, lo farà adottando i nostri progetti. Dal polo scolastico di Maia Bassa in via Roma al piano per i cambiamenti climatici e allo stesso piano anti-traffico. 

Le richiedo che tipo di opposizione sarete.

Saremo pignoli fino all’ultimo. A Merano non ci sono i tedeschi o gli italiani. Ci sono i meranesi. Compresi i nuovi meranesi. 

Grazie Paul, come si dice tenere le mani in tasca non si sporcano. Convengo che 5 anni di giunta a conduzione verde abbia dato molti frutti. Certo alcuni non perfetti e alcuni acerbi che l'attuale giunta in quanto maturi potrà raccogliere. Spero lo riconosca. Credo che i verdi abbiano quella particolarità unica ovvero creare connessioni, condivisioni tra diverse culture ita ted ma anche altre, sfida attuale e certamente futura. Come dico sempre ad oggi grazie alle nuove sfide culturali, sociali ecc. la svp non è più il.partito di un popolo ma di tutela di privilegi di pochi ita Ted ecc. Grazie ancora a te e a tutti coloro che con te hanno lavorato o creduto in una politica forse piu a misura di territorio se non di comunità.

Fr., 14.01.2022 - 00:13 Permalink

Grazie Paul, come si dice tenere le mani in tasca non si sporcano. Convengo che 5 anni di giunta a conduzione verde abbia dato molti frutti. Certo alcuni non perfetti e alcuni acerbi che l'attuale giunta in quanto maturi potrà raccogliere. Spero lo riconosca. Credo che i verdi abbiano quella particolarità unica ovvero creare connessioni, condivisioni tra diverse culture ita ted ma anche altre, sfida attuale e certamente futura. Come dico sempre ad oggi grazie alle nuove sfide culturali, sociali ecc. la svp non è più il.partito di un popolo ma di tutela di privilegi di pochi ita Ted ecc. Grazie ancora a te e a tutti coloro che con te hanno lavorato o creduto in una politica forse piu a misura di territorio se non di comunità.

Fr., 14.01.2022 - 00:13 Permalink