Politik | Aus dem Blog von Nadia Mazzardis

50/50 se non è paritaria...fa lo stesso per Renzi

Salutato con favore il nuovo governo Renzi che si è presentato vestito a nuovo con ministre e ministri in numero pari, la nomina dei 44 sottosegretari e dei 9 vice ministri lascia il "vago sospetto" che l'operazione di facciata fosse proprio di facciata...
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Sabato 22 febbraio si è tenuta a Firenze l'assemblea nazionale di SNOQ (Se non ora quando). Primo punto discusso, un comunicato stampa con cui salutare con favore la parità di genere nel nuovo governo. Discussione non semplice, accesa, difficile. SNOQ ha sempre sostenuto che se crescono le donne, cresce il Paese e che l'unica forma per poter crescere sia il loro ingresso nelle istituzioni, nella governance.

E così è uscito un comunicato stampa, votato, ad ampia maggioranza dalle delegate di 28 comitati territoriali su 34, tra i quali l'Alto Adige Südtirol, con il quale SNOQ ha salutato con favore il primo governo paritario, sottolineando attenzione per le politiche messe in campo.

Decidere se apprezzare pubblicamente il governo, solo in quanto paritario non è stato semplice. Ma il fatto, e non da poco, c'era, si trattava del primo della storia d'Italia. Un simbolo e si sa che i simboli viaggiano, si sa che il ruolo delle donne spesso marginalizzato nei media, con 8 donne in quella foto che ha fatto il giro del mondo, dove finalmente si vedevano i colori, e non solo completi grigio fumo, cambiava radicalmente.

In una settimana siamo passati per i tanti i distinguo "saranno brave? saranno competenti? saranno capaci?", certo è che i distinguo nascono sempre quando si tratta di donne. E certo è che la cultura patriarcale che regna sovrana in Italia, non ci fa distinguere altrettanto compiutamente, se i Ministri sono uomini.

Tanto si è discusso sul completo, sulla calza, sugli ex dell'una e dell'altra. Sempre perchè solo  se sono uomni  non ci importa il taglio dell'abito o il pedigree all'atto della nomina, ma se son donne...

Verso la fine della settimana le prime interviste e...sorpresa.. le ministre si lasciano chiamare MinistrO, non sanno o non fanno caso che anche l'uso del femminile per le posizioni apicali è indispensabile per una politica anche per le donne. Ma proviamo a non essere eccessive, qualcuno glielo dirà, prima o poi...

Purtroppo però non è finita.

Ieri la nomina dei sottosegretari, di 44, 35 uomini e 9 donne. Di 9 viceministri, 9 uomini e ZERO donne.

Che fine ha fatto il primo governo paritario d'Italia? Che fine ha fatto la decantata svolta di Renzi? Non sarà mica stata un'operazione di facciata? Non penserà che basti? 

Renzi aveva una possibilità enorme, dimostrare in una settimana che le accuse che tanti gli muovono, di parlare molto, ma di poter agire poco, fossero infondate. E poteva partire dalle donne. Poteva, applicare il 50/50 a sottosegretari e viceministri e  inserire una figura che andasse oltre, non un sottosegretario alle pari opportunità, ma un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con competenza sull'impatto di genere di ogni provvedimento emanato. 

Si sarebbe trattato di un enorme passo avanti, avrebbe potuto dire all'universo mondo "io faccio sul serio, le pari opportunità sono superate", perchè si è vero che avere ancora bisogno di un sottosegretario o di un Ministero alle pari opportunità, significa essersi fermati all'anno zero. 

Avrebbe potuto, ma non l'ha fatto.

E questo non lo salutiamo con favore, proprio no. La cosa peggiore rispetto al non essere viste, è essere viste per essere strumentalizzate. E ci si chiede che fine abbiano fatto anche le donne in Parlamento. Alcune hanno reagito con forza, come Pia Locatelli, ma il silenzio di altre è assordante. Come spesso accade l'appartenenza di genere viene dopo l'appartenenza di partito. 

Renzi ha ancora solo una possibilità, per riscattarsi con il genere femminile di questo Paese, lavorare sulla legge elettorale per avere l'alternanza di genere 1 a 1 nella formazione delle liste, e il 50 e 50 nelle capolisture, e soprattutto perchè per questi due emendamenti il voto sia palese. 

Perchè le donne vogliono sapere, vogliono conoscere chi è con loro e chi è contro di loro.

Perchè il potere (in quanto possibilità) si tramanda e quindi le donne che hanno tutto il diritto ad accedervi, se lo vogliono, lo devono conquistare. E a poco vale invocare la "spontaneità" nell'ascesa al potere delle donne.

Finchè andremo avanti di questo passo, affannandoci nella ricerca delle donne da candidare, per lasciarle ben nascoste nelle liste, o le tireremo fuori dal cappello magico, solo per ripulire la facciata, la vera democrazia paritaria, di cui questo Paese ha bisogno, come ha bisogno dei tanti diritti civili dei quali ancora langue, sarà solo invocata e mai praticata.

Matteo Renzi, SE NON ORA, QUANDO?