Piovono studentati
Da una ventina d'anni la vista dello scheletro di quello che sarebbe dovuto diventare il "centro servizi polifunzionale Dolomiti Center" strappa più di qualche mugugno a chi percorre regolarmente via Siemens o via Pacinotti a Bolzano. Impossibile non chiedersi come una città che ha una fame atavica di terreni edificabili possa permettersi di lasciare inutilizzata una tale cubatura. Il tempo delle alzate di sopracciglia, però, potrebbe essere vicino alla fine. L’edificio alle spalle del Bic - la cui licenza edilizia risale a 24 anni fa – è, infatti, tra quelli in pole position per essere trasformati in uno studentato universitario da 250 posti. A poche decine di metri, dietro all’hotel B&B di via Siemens, l’edificio ex Telecom potrebbe invece ospitarne un centinaio. Alloggi, però, che dovranno essere costruiti con un alto livello di insonorizzazione “perché poi – dice il sindaco Caramaschi – non è che possiamo dire alle Acciaierie di fare silenzio la notte”. La condivisibile retorica del "risparmio di suolo" ha attecchito benissimo a Bolzano dove però ogni centimetro di sviluppo della città va semplicemente contrattato con il direttivo del Bauernbund. Trovare nuove aree è praticamente impossibile ed ora la carenza di sistemazioni a misura di studente è talmente grave che la zona produttiva è l’ultimo approdo. Come emerso nei giorni scorsi, un aspirante studente di Unibz su tre lascia dopo i test di ammissione perché si rifiuta, comprensibilmente, di sborsare tra i 380 e 700 euro per una stanza e 350-400 euro per un posto letto.
Il capoluogo, è noto, non ha peraltro alcun poter decisionale sulla propria zona produttiva. Le scelte, le fa, neanche a dirlo, la Provincia. Per poter costruire lì degli alloggi serve dunque quello che negli ultimi decenni è stato il classico colpo di bacchetta magica utile a superare tutti gli ostacoli amministrativi immaginabili: l’articolo di legge (o emendamento) alla legge Omnibus. E' questione di un paio di mesi. Subito dopo il Comune potrà effettuare l’indagine di mercato "per individuare l’effettivo interesse da parte di investitori privati a realizzare e gestire studentati stipulando una convenzione con il Comune". In alcuni casi si punterà anche ad attingere al pozzo di San Patrizio del Pnrr.
“Con il vicesindaco Walcher abbiamo scritto al presidente Kompatscher – spiega il sindaco – per chiedere che venga cambiata la normativa”. Nell’ottobre dell’anno scorso l’assessore Philipp Achammer ha comunicato che la Provincia “non realizzerà nuove strutture ricettive per studenti all’interno del programma di edilizia pubblica” ed ha invitato i Comuni “a creare nell’interesse pubblico le condizioni per realizzare alloggi per studenti al fine di colmare il deficit abitativo per gli iscritti e per il personale docente dell’Ateneo sul territorio comunale di Bolzano". In tutto, secondo il rettore Lugli, servono almeno 500 posti letto.
“Ma per evitare speculazioni – spiega Caramaschi - e garantire una destinazione d’uso esclusiva per studenti e personale docente di almeno 25 anni è necessaria, appunto, una modifica di legge. Altrimenti magari dopo 2 anni il privato può cambiare idea e farci degli appartamenti. Va poi anche dichiarato l’interesse pubblico che deve essere confermato dall’università. Una volta che ci saranno le condizioni normative sono sicuro che arriveranno diverse offerte, ma non si pensi che mettiamo gli studenti sotto l’autostrada. Il piano di zonizzazione acustica arriverà entro l’anno ma gli alloggi dovranno essere insonorizzati, non è che poi si possa intralciare il lavoro delle aziende”.
La proposta del Comune è quella di inserire nella legge del 2004 la previsione che “anche dei Comuni sedi di strutture universitarie quali soggetti competenti alla stipula di convenzioni con altre istituzioni pubbliche o private oppure con terzi per la realizzazione e/o gestione di studentati e la previsione che l’ente Comunale sia abilitato all’annotazione nel libro fondiario del vincolo di non mutare la destinazione”. I tempi della politica e della burocrazia sono incerti per definizione, ma la speranza è quella di individuare i progetti già nel 2023.
Quali? Alcuni imprenditori stanno già scaldando i motori. In via Pacinotti, dietro il palazzo del Bic, c’è, come detto, l'edificio mai completato dalla Habitat di Pietro Tosolini: la licenza è del 1998. Nel piazzale c’è ancora una gru montata ma i lavori sono fermi da un’eternità. Nel 2019 – ne scrisse allora il quotidiano Alto Adige - la società presentò la domanda di concessione edilizia per realizzare uno studentato da 250 posti con un investimento di 17 milioni. Ma il tutto si arenò per la mancanza, appunto, dei presupposti normativi. La proposta è sempre valida? “Se le cose si sbloccano – spiega Paolo Tosolini – la proposta è ancora valida”. La struttura si trova a poche centinaia di metri dalla futura sede della facoltà di Ingegneria.
Un’altra opzione, potrebbe venire dal secondo edificio ex Telecom di via Siemens, nei pressi di Ponte Resia. Il primo è stato trasformato in un hotel low cost di 100 stanze della catena B&B ed è stato inaugurato l’anno scorso. Il secondo, sempre di proprietà della Demeter, società del gruppo trentino Dalle Nogare, potrebbe ospitare uno studentato con un centinaio di stanze.
Ma l’incombente pioggia di studentati non si esaurisce a questi due progetti. Nei giorni scorsi, come ha scritto il Corriere dell’Alto Adige, la Fondazione sodalizio cattolico ha proposto di realizzare in centro città uno studentato da circa 80 posti utilizzando i fondi del PNRR. Poi si parla di un grande studentato in via Grandi nel quadrante di proprietà della Hager & Partners, ed anche di un immobile in via Rosmini.
"per individuare l’effettivo
"per individuare l’effettivo interesse da parte di investitori privati a realizzare e gestire studentati stipulando una convenzione con il Comune".....studentati di lusso?
Vedasi come è finita recentemente a Roma.
https://corriereuniv.it/sapienza-studentato-di-lusso-da-800-euro-allex-…
Intanto perché una città, che
Intanto perché una città, che è pure capoluogo, dovrebbe sottostare ai dettami a) di un consorzio e b) a quelli della Provincia, per dire cosa e dove può costruire? E la democrazia? Dobbiamo aspettare che il partito di maggioranza si sfaldi del tutto per eliminare questo ultimo muro? (ancora una decina di anni?) Detto questo si aggiunge la constatazione che gli attori che propongono studentati sono sempre gli stessi, a dimostrazione che la stessa città è praticamente in ostaggio.
Vorrei capire che fine ha fatto la poposta di cohousing dell'edificio di Corsi Italia, sopra quel bel luogo di coworking. Anch'esso potrebbe andare bene.
E comunque di palazzi sfitti ve ne sono quanti se ne vuole. Il problema è sempre lo stesso, si pagano poche tasse sugli immobili. Troppo poche tasse. E alcuni diventano sempre più ricchi. Molti altri invece stringono sempre più la cinghia.