Binari e stazione, ci pensa RFI
Se l’uscita dalle sabbie mobili avverrà sul serio lo si scoprirà nel giro di qualche mese, ma dopo anni di incagliamento, per il colossale progetto di riqualificazione dell’areale ferroviario di Bolzano, sembra essere arrivata una svolta. Nelle scorse settimane, come si è capito da alcuni cenni in consiglio comunale riferiti dal consigliere di oltre Claudio Della Ratta, RFI ha fatto sapere a Provincia e Comune di essere disposta a mettere i 230 milioni necessari per lo spostamento dei binari sotto il Virgolo e il rifacimento della stazione. I soldi? Arriverebbero dai 2,5 miliardi di euro ottenuti dalla principale società del gruppo FS per gli investimenti del piano di “resilienza” (PNRR) governativo. E' dunque un cambiamento di scenario radicale, quello che si prefigura, che imporrebbe in sintesi di ripartire quasi da zero. Ma ciò, paradossalmente, potrebbe addirittura portare ad una grande ed imprevista accelerata dei tempi di realizzazione. Perché il mega investimento iniziale fino ad oggi era considerato lo scoglio responsabile dell'enorme rischio di impresa per gli investitori, in quanto faceva sì che eventuali ricavi sarebbero entrati nelle casse dei privati solo dopo molti anni. Con questi sviluppi la partita areale potrebbe diventare interessante non solo per gruppi giganti tipo quello di René Benko ma anche per cordate locali di dimensioni più ristrette.
La parte più appetibile dell'areale, quella a ridosso di via Renon, dai tecnici viene definita "il filetto"
La controindicazione è che con questo nuovo schema di gioco Provincia e Comune si legherebbero maggiormente alle tempistiche decise da RFI. Ma la società potrebbe avere interesse ad agire in tempi rapidi perché con la successiva vendita dei 48 ettari potrebbe ottenere un veloce rientro dei capitali investiti. Vendita a chi? La direzione che ha preso la trattativa prevede l’entrata sulla scena di STA (Strutture trasporto Alto Adige). La società acquisirebbe i terreni e ne disporrebbe la bonifica (si calcolano almeno 20 milioni di costi, e nelle ultime settimane la società ha disposto delle analisi dei terreni). A quel punto la Provincia sarebbe in grado di fare un bando. O più bandi. Su questo punto le visioni sono un po’ discordanti. Il pacchetto unico garantirebbe omogeneità nello sviluppo mentre l’ipotizzata divisione in 4 lotti creerebbe diversi tipi di “appetibilità” per gli imprenditori che sono nelle condizioni di investire. Si correrebbe cioè il rischio che il taglio più pregiato - che, si è appreso, i tecnici chiamano il “filetto” (ovvero sia la zona a ridosso del centro e di via Renon) - crei una corsa al rialzo, mentre le altre zone siano molto meno interessanti. Va considerato comunque che il principio di sostenibilità economica per le casse pubbliche dovrebbe fare in modo che l’alta redditività del “filetto” permetta il bilanciamento con la realizzazione di infrastrutture di interesse pubblico la cui realizzazione sarebbe altrimenti a carico delle amministrazioni. Una delle incognite, comunque, visto ciò che è accaduto al Waltherpark, resta quella dell'altezza della falda.
I numeri del progetto
Lo scenario è dunque radicalmente diverso da quello di due anni fa. Giusto per fare mente locale va ricordato che nel febbraio del 2020 - e cioè nel momento in cui anche i medici italiani auscultavano i primi toraci di persone colpite da un nuovo misterioso virus – si era arrivati allo svolgimento del cosiddetto roadshow presso la Camera di commercio che aveva visto la partecipazione di 14 soggetti economici interessati a conoscere i dettagli del futuro bando europeo. "Questa ampia manifestazione d'interesse dimostra che tutti credono in questo progetto. Il coinvolgimento di soggetti privati consentirà di valorizzare ampie aree non più utilizzate" disse all’epoca il presidente della Provincia Arno Kompatscher. Il valore complessivo dell’operazione si aggirava allora intorno al miliardo di euro. Sulle aree liberate dai binari è tuttora prevista la nascita di un nuovo quartiere cittadino: 1,2 milioni di metri cubi fra edifici residenziali, direzionali, commerciali e strutture pubbliche (stazione delle autocorriere, centro per la mobilità intermodale, centro culturale, piscina coperta, edilizia, aree verdi e spazi pubblici.
Sono anni che leggo queste
Sono anni che leggo queste cose, chi ci crede più?
(sarebbe da farci un' inchiesta)
Eine Station in der Kurve...
Eine Station in der Kurve... wie soll das denn gehen? Der Schaffner kann unmöglich sehen, ob alle Türen geschlossen sind und die Leute sich von den Wagonen entfernt haben um den Zug zu starten... Es gibt keinen größeren Bahnhof weltweit, wo die Schienen eine Kurve bilden und so die Übersicht unmöglich machen.
Antwort auf Eine Station in der Kurve... von Markus S.
In der Ausführung wird man
In der Ausführung wird man wohl die Geleisführung vor und nach dem Haltebereich stärker krümmen damit der Ausstieg auf gerader Strecke erfolgen kann, siehe neuen Wiener Hauptbahnhof!