“Non vedo nessun beneficiario di questa folle guerra dove muoiono innocenti e soldati. I generali russi, svegliandosi con i postumi di una sbornia, si sono resi conto che avevano un esercito di m… E come può essere buono l’esercito, se tutto il resto è una m… impantanato com’è nel servilismo e nel nepotismo? I funzionari del Cremlino sono scioccati dal fatto che non solo loro, ma anche i loro figli, non andranno nel Mediterraneo questa estate. Gli uomini d’affari stanno cercando di salvare ciò che resta delle proprietà. Certo, ci sono idioti che disegnano Z, ma gli idioti in qualsiasi Paese sono il dieci per cento. Il 90% dei russi invece è contro questa guerra” .
Così l'oligarca Oleg Tin'kov su Twitter. Lui, a dire il vero, rifiuta l'etichetta di oligarca perché sostiene di non avere mai avuto contatti con il Cremlino e di essersi fatto da solo.
Di sicuro in Russia c'è una corruzione mostruosa. Dalla polizia stradale alla magistratura, dagli uffici pubblici alle imprese di costruzioni. Vuoi velocizzare una pratica? Porta con te una bella busta gonfia di dollari e tutto scorrerà come sull'olio. Spesso quelli che da loro si chiamano “manager” non vengono scelti per merito ma per conoscenze. Dalle automobili ai frigoriferi fino alle porte, i prodotti russi sono considerati di seconda o terza scelta (ne avete mai visto uno in casa vostra?). Quando si vuole intendere un prodotto di qualità lo si definisce eurostandard. Ricordo una porta, all'ingresso dell'Università Statale di San Pietroburgo. Si chiudeva con botte pazzesche, tirata da una molla esagerata. Feci presente la cosa alla portineria, ma cinque anni dopo la stessa molla continuava ad esagerare con lo stesso richiamo.
L'esercito sgangherato che ha invaso l'Ucraina riflette questa situazione
La porta potrebbe essere una matita, un tram, uno sciacquone.
L'esercito sgangherato che ha invaso l'Ucraina riflette questa situazione, intende dire con il suo tweet Tin'kov.
I veri oligarchi erano quelli dei primi tempi, anni Novanta, moltissimi di origine ebraica (è di oggi la notizia secondo cui per Lavrov, ministro degli esteri russo, Hitler era ebreo). Boris Abramovič Berezovskij, il più noto, che pensava avrebbe manovrato Putin per continuare indisturbato nei suoi affari. Il giorno che questi gli diede del “lei”, invece che del consueto “tu”, capì che era finita. Chiese asilo alla Gran Bretagna e lì si suicidò nel 2013.
Lo stesso Hodarkovskij, che si è fatto dieci anni di galera per aver pestato i piedi al Presidente, non si riteneva più di quella specie. Perché, come altri suoi pari, non doveva o poteva più influenzare la politica del Cremlino ma diventarne un “agente” in Occidente (cfr. Hardtalk).
Di sicuro gli oligarchi hanno saccheggiato da cima a fondo i beni dello stato e, quindi, quelli della “gente normale”. Gente che li aveva sudati in tempi sovietici.
Ricordiamo che un professore universitario guadagna sui 250 dollari al mese. Una dichiarazione dei redditi interessante, 2021:
• 114.000 euro
• appartamento di 77 mq
• garage 18 mq
• 2 auto d'epoca Volga, 1 SUV Niva
• carrello-rimorchio Skif
E' quella del presidente Vladimir Putin.
Ma non tutti sono convinti:
Roman Abramovič ha invece ben saputo barcamenarsi, tra donazioni e apprezzamenti al Presidente. Finché, notizia di questi tempi, lo hanno cacciato da Londra e privato del giocattolino Chelsea.
Quell'Abramovič che con il suo megayacht amava battere acque italiane, soprattutto quelle del Tirreno davanti alla Versilia. Un giorno, un'oretta prima dell'attracco, chiamò un ristorante: lo voglio per me, per me e i miei amici, in esclusiva. Il proprietario del famosissimo Bistrot di Viareggio gli rispose che era già tutto prenotato e di riprovare il giorno dopo.
L'arroganza di questi personaggi è proverbiale e, per non andare lontano, si potrebbe raccogliere qualche testimonianza al Plaza di Merano
Un rifiuto inaudito per il signor Abramovič, che si incazzò come una vipera, e volse la prua alla volta di Ischia. Lì ebbe cura di prenotare in tempo, sborsando subito 20 mila euro consegnati in una valigetta da un suo tirapiedi. L'arroganza di questi personaggi è proverbiale e, per non andare lontano, si potrebbe raccogliere qualche testimonianza al Plaza di Merano.
Oleg Tin'kov vive da anni in Italia, a Forte dei Marmi. Località famosa per essere diventata ormai una colonia russa di milionari sfondati. Possiede, tra le altre cose, una villa, un albergo e una spiaggia. E' appassionato di ciclismo e ha guidato due squadre.
Negli anni Duemila a San Pietroburgo, in via Kazanskaja, aveva aperto una birreria artigianale con annessi ristoranti: il Tinkoff. Un locale enorme, sempre pieno, dove si beveva una birra fantastica. Era frequentato da stranieri, da bella gente e dai russi che ce l'avevano fatta. Manager, proprietari di catene alimentari, direttori d'azienda. Andava per la maggiore la “salsiccia a metro”, una luganegona servita su un tagliere di legno che occupava l'intero tavolo.
Chissà se esiste ancora il Tinkoff.
In Ucraina la situazione è diversa? Lo vedremo nella prossima puntata.