Ötzi, le richieste di Tosolini
Il progetto del nuovo museo di Ötzi, elaborato dallo studio di Renzo Piano, fa già discutere. Non mancano le critiche, anche dure, soprattutto per l’abbattimento dello storico porticato dell’ex INA (non sotto tutela) ma anche per la scelta del “bosco di betulle” che dovrebbe sostituirlo. “La betulla è un albero poco amato da chi soffre di allergia” fanno notare alcuni. Tornando alla demolizione, c’è chi ricorda anche un precedente per il costruttore Pietro Tosolini: l’abbattimento del Cinema Corso, edificio razionalista in Corso Libertà che lasciò posto a uffici.
Il vecchio museo in cambio del nuovo
Intanto sembra esserci maggiore chiarezza su quale sarà la procedura seguita dal proponente nella trattativa con la Provincia. La Generalbau di Tosolini propende infatti per un percorso più “semplice” rispetto a quello seguito dalla SIGNA con la partnership pubblico-privato (PPP) del Virgolo. Tosolini si limiterebbe “solo” a uno scambio di immobili attraverso una permuta di beni e servizi. In cambio del proprio nuovo manufatto, che una volta ultimato passerebbe subito alla Provincia, verrebbero infatti chiesti l’attuale edificio museale in via Museo (l’ex Banca d’Italia) e un paio di strutture a Merano del demanio del Ministero della Difesa ceduto alla Provincia. A questi, per realizzare il “cubo” per Ötzi e la ridefinizione delle aree circostanti, vanno aggiunte le convenzioni necessarie con il Comune (in quanto proprietaria delle strade limitrofe e del cortine del Museo Civico) e con la Provincia per il demanio idrico dei Prati del Talvera, dai quali si accederebbe al nuovo Museo archeologico dell'Alto Adige attraverso una sorta di anfiteatro.
Una contropartita immobiliare apparentemente inferiore alla richiesta avanzata da Hager e Benko, che puntavano su diverse varianti urbanistiche sparse per il capoluogo, da via Guncina a via Resia, e chiedendo un indice di edificabilità pari a 4,5 metri cubi per metro quadro, ben oltre i 3,5 di Casanova e i 4 di Prati di Gries. Anche Tosolini non è però nuovo a richieste esorbitanti: nella trattativa fallita con la Provincia sempre per l’ex INA, Tosolini chiese ben 17 milioni di euro in più rispetto alla stima degli uffici estimo provinciali.
Dell' edificio ex INA a
Dell' edificio ex INA a Bolzano credo che non interessi ad alcun bolzanino e gli alberi si possono cambiare. Vista la guerra di religione verso l'imprenditore austriaco da parte di SALTO e dei suoi lettori dobbiamo sperare che questo progetto passi, e pazienza se il soggetto in questione ha praticamente in mano la città con infiniti stabili sfitti. Tutto evolve e pure Bolzano Bozen ha diritto di farlo, nonostante alcuni vorrebbero raderla al suolo.
Antwort auf Dell' edificio ex INA a von Massimo Mollica
Certo che fare giormalismo
Certo che fare giormalismo tra fare guerra a singoli imprenditori ed essere servi del padrone è difficile.
Ma poi, dico io, le informazioni scritte in questo articolo Lei Le vuole conoscere e leggere da qualche parte o preferisce prendere decisioni di pancia?
Antwort auf Certo che fare giormalismo von Max Benedikter
Non mi è chiaro se Lei si
Non mi è chiaro se Lei si riferisca a me. Le chiedo scusa ma non capisco affatto cosa intende.
Provo a carpire il Suo appunto e LE rispondo che Bolzano Bozen deve e ha diritto di evolvere e svilupparsi come tutti gli isediamenti di questo mondo. Le questioni climatiche, economiche e sociali andate a usarle da altre parti. Non può essere che per un' aiuola qui a Bolzano Bozen si apra un caso, mentre per 3 musei a 2000 metri nessuno batta ciglio. Il mondo brucia ed è in guerra e tanta gente sta soffrendo. A tutto questo non sarà una città singola a salvare tutto questo.
Conclusione: Della mummia non mi interessa molto, è solo marketing, speriamo che almeno questo progetto venga realizzato. Non risolve i problemi della città ma almeno porta sviluppo.
Antwort auf Non mi è chiaro se Lei si von Massimo Mollica
"Sviluppo" è proprio un
"Sviluppo" è proprio un aspetto che l'implementazione di questo progetto non porterà. Non alla città quantomeno. Sposta i problemi legati all'attuale museo qualche metro più in là. E non porterà neppure sviluppo a e stesso. In altri termini, se domani lo spazio dovesse rivelarsi esiguo (e succederà perché non è il museo di Ötzi ma il museo di archeologia), non c'è nessuna speranza di ampliarlo.
Se l'idea è quella di realizzare un cubo completamente avulso da ogni logica di continuità estetica, veramente sarebbe stato meglio, sfruttare l'esistente cubo del museo di arte moderna (attualmente purtroppo una cattedrale nel deserto) e trovare una sistemazione diversa per quest'ultimo.
Per mesi sono stati elencati i lati negativi del progetto sul Virgolo, ma questo, se proprio vogliamo, evidenzia praticamente gli stessi problemi. Anzi, dal punto dell'impatto visivo sono addirittura maggiori. La differenza è che l'imprenditore che lo spinge è diverso. Ma è veramente una logica da seguire?
Un aspetto che personalmente mi diverte e mi fa pensare, è che la soluzione proposta dal famoso studio Sinloc, praticamente è sparita nel nulla. Giustamente dico, ma è divertente che siano stati investiti non pochi soldi per ottenere una decisione da Ponzio Pilato. Come ora è evidente.
Antwort auf "Sviluppo" è proprio un von Manfred Klotz
Gentile Sig. Klotz per
Gentile Sig. Klotz per Sviluppo io intendo sempre nei confronti della città. Nulla vieta che si faccia un museo di Ötzi e un'altro di archeologia. Sulla continuità estetica non mi esprimo, non sono un architetto. A gsuti vorrei che fosse sempre moderno, a prescindere. ma sono gusti.
E se il Virgolo non va bene e questo nemmeno allora cosa dobbiamo fare? Chiaramente non lo sapremo mai...