Gesellschaft | Contraccezione

No all'obbligo di ricetta per EllaOne

Cade definitivamente l'obbligo di prescrizione medica anche per le minorenni nell'acquisto della pillola dei 5 giorni dopo
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Foto: (c) unsplash

A febbraio il Consiglio di Stato ha finalmente stabilito che anche le minorenni potranno ricorrere alla contraccezione d’emergenza senza l’obbligo di ricetta. La pronuncia  ha confermato la sentenza di primo grado del TAR del Lazio e ha messo fine ad un lungo scontro contro l’ostruzionismo delle associazioni no-choice, conosciute come pro-vita, che dai tempi della prima introduzione del farmaco si erano battute per la messa al bando e il ridimensionamento del suo utilizzo. Anche in questo caso tutto era partito dal ricorso di alcuni movimenti no-choice verso la decisione dell’AIFA (agenzia italiana del farmaco) di rendere disponibile EllaOne, comunemente nota come pillola dei 5 giorni dopo, a chiunque ne avesse bisogno, senza dover presentare alcuna documentazione. Ancora una volta le motivazioni apportate riguardavano soprattutto l’errata conoscenza del funzionamento di EllaOne, ritenuta dai no-choice alla stregua di una pillola abortiva, nonostante gli innumerevoli pareri scientifici: i contraccettivi di emergenza ormonali agiscono prima dell’impianto dell’embrione e non possono essere considerati alla pari della pillola abortiva, che opera su una gravidanza già in atto. Al contrario EllaOne e Norlevo (la pillola del giorno dopo) rappresentano un metodo per prevenire eventuali IVG (interruzioni volontarie di gravidanza) future, procedendo proprio per evitare l’insorgenza di una gravidanza. Le associazioni no-choice lamentavano poi, mediante un costante ricorso a fake news per ingigantire e mal rappresentare gli effetti collaterali che non trova alcun riscontro nelle pubblicazioni mediche, anche una carenza d’informazione nel foglietto illustrativo, incompleto e non abbastanza spaventoso da dissuadere le donne dall’utilizzo. Nel respingere il ricorso la Corte ha, invece, ritenuto il bugiardino esaustivo, non fuorviante e non ingannevole, aggiungendo che la determina dell’AIFA è comunque arrivata in ritardo di sei anni rispetto alle raccomandazioni dell’EMA (Agenzia europea per i medicinali). L’Italia, infatti, era rimasta l’unico Stato, insieme all’Ungheria, a non aver modificato la disciplina in seguito a tali raccomandazioni.

 I farmacisti si sono dimostrati disponibili, non ricorrendo ad atteggiamenti di giudicante paternalismo e non negando il farmaco

La pronuncia rappresenta, quindi, un importante passo in avanti e un’arma potente contro le difficoltà delle donne, soprattutto se minorenni, di acquistare EllaOne nelle farmacie. Nonostante la legge preveda l’obiezione di coscienza solo per l’IVG diversi farmacisti, però, si rifiutano di fornire la pillola del giorno dopo e quella dei 5 giorni dopo, esigendo una documentazione non necessaria o rivolgendo domande personali alle acquirenti, con il solo risultato di aumentare le paure di chi si trova a dover ricorre a questo tipo di farmaci. Il territorio cittadino di Bolzano sembra, invece, dimostrare una certa vicinanza alle donne che necessitano della contraccezione di emergenza. In un’indagine condotta da Non una di meno Bolzano nel 2021 si è potuta riscontrare una tendenziale facilità nel reperire le pillole: i farmacisti si sono dimostrati disponibili, non ricorrendo ad atteggiamenti di giudicante paternalismo e non negando il farmaco. Solamente in un paio di casi gli operatori non erano al corrente del decaduto obbligo di esibizione della documentazione, ma una volta informati, si sono prontamente adeguati. 

Se il dato lascia intravedere un cauto ottimismo rimangono altri nodi da sciogliere, in primo luogo la questione economica ed educativa. In diversi paesi europei si moltiplicano iniziative per fornire anticoncezionali gratuiti, o calmierati nel prezzo, ai giovani, mentre in Italia l’accesso alla contraccezione sul territorio è disomogeneo e solamente alcune regioni (Puglia, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia e Piemonte) si sono mosse verso la gratuità dei dispositivi per le donne fino a 26 anni, età che può aumentare se accompagnata da alcuni requisiti di salute e reddito. In Italia, però, a differenza di Paesi Bassi, Francia o Svezia, manca un piano nazionale per l’accesso gratuito e sicuro alla contraccezione, ma tale lacuna è strettamente connessa alla resistenza culturale e sociale verso qualsiasi forma di educazione sessuale. 

 In Italia l’accesso alla contraccezione sul territorio è disomogeneo e solamente alcune regioni si sono mosse verso la gratuità dei dispositivi

Nel nostro paese, infatti, l’educazione sessuale, materia ampia che comprende al suo interno le tematiche dell’affettività, dell’identità di genere e della violenza di genere, non è coperta da obbligatorietà e i vari istituti scolastici possono scegliere se riservare qualche ora, ma solamente per i ragazzi degli ultimi anni di scuola secondaria di primo e secondo grado, tralasciando completamente i bambini della scuola primaria. Resiste ancora l’idea che di tali temi si debba parlare in famiglia, nonostante non capiti spesso che i dubbi e i dibattiti sulla sessualità coinvolgano genitori e parenti. Del resto, proprio la famiglia potrebbe non essere il luogo più adatto e se ci si affida ai professori per matematica o lettere, bisogna, forse, ripensare l’approccio e iniziare a considerare l’educazione alla sessualità come una materia scolastica, trasmessa ed insegnata da pedagogisti e psicologi.

 

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gorgias Do., 28.07.2022 - 15:57

Questo non è una contraccezione, ma un aborto chimico.

Perchè non si puo avere un aprocio chiaro e onesto con questa thematica?

Do., 28.07.2022 - 15:57 Permalink
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Christoph Moar Do., 28.07.2022 - 19:02

Antwort auf von gorgias

Ehrlich gesagt kenn ich mich weder pharmakologisch noch medizinisch ausreichend aus, um Aussage gegen Aussage selbst zu prüfen.

Die Autorin schreibt aber "i contraccettivi di emergenza ormonali agiscono prima dell’impianto dell’embrione e non possono essere considerati alla pari della pillola abortiva, che opera su una gravidanza già in atto."

was mir auf den ersten Blick durchaus schlüssig begründet erscheint. Wie kommt man dann auf die (oben nicht im Detail begründete) Aussage, diese Pille sei keine Empfängnisverhütung, sondern eine Aborttherapie?

Do., 28.07.2022 - 19:02 Permalink