Elezioni nazionali 2022
Dopo il risultato delle recenti elezioni mi chiedo quanto sia realmente presente alla coscienza comune il pericolo di una deriva ultra-conservatrice di buona parte del nostro Paese e di un ritorno di modelli socio- culturali e politici che appartenevano agli anni più bui del nostro recente passato. Molti, tra cui giornalisti e opinionisti, rassicurano che oggi l’Italia non corre alcun pericolo di un ritorno del fascismo, come ‘fenomeno storico’, perché il passato non si ripete mai nello stesso modo e perchè oggi le condizioni della nostra democrazia sono solide. Sappiamo però che spesso il passato si ripresenta indossando abiti nuovi, abilmente rivoltati e i segnali sono evidenti da tempo: nazionalismo, sovranismo, intolleranza verso ogni tipo di diversità, accentramento del potere ...
La battagliera leader di FdI, che usa abilmente la retorica e fino a ieri all’opposizione, è stata recepita da una buona fetta dell’elettorato come una politica affidabile e coerente forse anche come una ‘ventata d’aria nuova’. In realtà sappiamo bene che, nonostante tutte le dichiarazioni di fedeltà ai valori dell’Europa rilasciate ai media per ottenere una patente di ‘democrazia’, la leader di FdI non si è mai dissociata dal fascismo, confermando il detto che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Lo dimostra la sua provenienza politica dalle file del movimento giovanile di Alleanza Nazionale, che radunava movimenti e organizzazioni neofasciste come il Fronte della Gioventù e simili. Lo dimostrano gli stretti legami con partiti e i movimenti nazionalisti ultraconservatori e sovranisti in Europa e negli USA. Lo dimostrano il suo linguaggio e i suoi discorsi, intrisi tutti di esasperato nazionalismo e di intolleranza verso ogni differenza, politica, culturale e sociale, tutti elementi che hanno contraddistinto un triste passato. Lo dimostrano le sue affermazioni sui social nel 2020, in occasione dell’anniversario per la morte di Giorgio Almirante, da lei definito come un ‘politico stimato da amici e nemici, un uomo che non dimenticheremo mai, che ha trasmesso alla destra italiana onestà, coerenza e coraggio, valori che portiamo avanti ogni giorno’. Si definisce lei stessa ‘figlia spirituale’ di quest’uomo nel suo libro ‘Io sono Giorgia’, insignito nel 2021 con un premio dalla Fondazione Alleanza Nazionale. Giorgio Almirante fu colui che nell’immediato dopoguerra fondò, assieme ad altri ex funzionari della vecchia Repubblica di Salò, il Movimento Sociale Italiano, partito di ispirazione fascista (MSI), di cui rimase a lungo dirigente, e il cui patrimonio materiale e spirituale è conservato oggi dalla Fondazione Alleanza Nazionale, compreso il simbolo della fiamma tricolore, che è stato concesso proprio a FdI. Quest’uomo fu anche firmatario delle leggi razziali italiane ed ebbe un ruolo determinante nelle persecuzioni antiebraiche.
Ma come si può comprendere realmente quello che sta avvenendo oggi sulla scena politica nazionale e internazionale se non si sono ancora fatti del tutto i conti col passato?
Perché in Italia non c’è mai stata una seria rielaborazione del nostro passato fascista, se si escludono gli studi eccellenti di alcuni storici, limitati però quasi solo ad un ambito specialistico. Non c’è stata né a livello politico, né a livello culturale nell’ opinione pubblica e nei media. Di conseguenza si è messa una pietra sopra sugli efferati crimini razziali commessi in Italia in Etiopia, in Libia e nei Balcani dal governo di Mussolini, di cui non si ha quasi traccia nella nostra memoria nazionale. E’prevalsa una visione ‘revisionista’ del fascismo, tesa a smussarne le atrocità. Lo stesso imbarazzante silenzio ha avvolto il Sudtirolo riguardo allo scottante tema del collaborazionismo col nazi-fascismo.
Così si è diffusa - soprattutto negli ultimi vent’anni - l’immagine edulcorata degli ‘Italiani brava gente’, a cui fa molto comodo credere, che però non aiuta affatto a capire il passato e nemmeno il presente. Essa è stata alimentata anche da certe frasi di Berlusconi, quando parlava di Mussolini come di uno statista bonario, uomo sensibile, il quale, invece di fucilare i suoi nemici, li inviava ‘in villeggiatura al confino’, e da quelle del suo consigliere, il senatore Dell’Utri, condannato per reati di mafia, che documentava la profonda umanità del duce citando i Diari di Mussolini, che sono un falso storico degli anni ’50. Ma intanto il messaggio tramite i media è passato e ha contribuito a diffondere nell’opinione pubblica italiana un’immagine distorta di ciò che fu realmente il fascismo. Tantopiù che le conoscenze storiche e la cultura acquisite sui banchi di scuola, a volte lacunose, o superficiali o sbiadite dal tempo, necessitano di un acculturamento continuo, che non tutti possono permettersi, tanto meno chi sgobba tutto il giorno per arrivare a fine mese.
Tornando all’oggi, quale sarà il prossimo passo del futuro governo di coalizione delle Destre? La ventilata riforma della Costituzione? Questione delicatissima, che si può affrontare eventualmente solo con il consenso unanime della maggioranza! La limitazione dei diritti civili, sociali e politici conquistati con grande fatica dal nostro Paese? Come lo stravolgimento della Legge 194, che attraverso la consulenza prestata dai consultori garantisce oggi il sostegno ad una maternità consapevole e permette di evitare nuovamente la vecchia piaga dell’aborto clandestino, causa di morte per molte donne? Come il diritto alla libertà sindacale nella scuola pubblica, garantito dalla Costituzione, cui la leader di FdI ha accennato neanche tanto velatamente in uno dei suoi vari discorsi - subito dopo ritrattati, secondo la moda di certi politici? Che ne sarà della politica dell’integrazione, così faticosamente perseguita finora, nonostante i vari tentativi di Salvini di affossarla? Visto che questa leader definisce immigrazione e integrazione come due termini inconciliabili, in quanto sinonimo di ‘sostituzionismo etnico’?! Quanto a lungo dovranno aspettare il diritto di cittadinanza i figli di migranti, nati qui, che hanno frequentato scuole ed associazioni, che hanno appreso la cultura italiana e il valore delle nostre istituzioni, e si sentono ‘italiani’ e cittadini del mondo tanto quanto i ‘nostri’ ragazzi? Queste ed altre ancora le domande che in molti oggi continuiamo a farci.
Se poi il lavoro politico dentro le istituzioni, e non più dall’opposizione, se l’osservazione attenta a cui è sottoposto in questo periodo il nostro Paese da parte dei Governi europei, se l’eventualità di non ricevere parte dei finanziamenti promessi, costringeranno poi la leader di FdI a trasformare il suo partito in un partito conservatore moderato, questo è ancora un altro grosso punto di domanda. Uno dei segnali concreti di cambiamento in questa direzione dovrebbe essere allora anzitutto quello di togliere la fiamma tricolore, chiaro simbolo fascista, dal simbolo del partito, come ha giustamente osservato Liliana Segre. Su questo punto però G. Meloni e FdI non paiono sentir ragione.
Per concludere a chi volesse approfondire l'argomento consiglio la lettura di due libri che mi sembrano utili e interessanti. Il primo: Il fascismo è finito il 25 aprile 1945’, Laterza, 2022, un libro dal titolo provocatorio ovviamente, che fa luce sulle vecchie e nuove forme di fascismo nel nostro paese dal dopoguerra ad oggi. Autore è lo storico, specialista di storia del Nazi-fascismo, Mimmo Franzinelli. Il secondo ‘Italiani, brava gente? di Angelo del Boca, Neri Pozza, 2005, che indaga sulle pagine più buie e poco conosciute del nostro passato fascista e coloniale, sugli episodi più efferati e sui crimini commessi in paesi come la Libia, la Somalia, l’Etiopia, i Balcani, ecc.
Abbiamo assistito nei giorni
Abbiamo assistito nei giorni successivi alla pubblicazione di questo articolo ad una serie di dichiarazioni, da parte della nuova Presidente del consiglio dei ministri, a garanzia della posizione atlantista ed europeista del nuovo governo. La consuetudine consente al Presidente del consiglio di mantenere la presidenza del partito, in questo caso di Fratelli d'Italia, "suggerisce" che tali dichiarazioni siano ANCHE del Partito ... ma di fatto continuerà il doppiogioco dello stare al Governo (come Premier) e mantenere posizioni antieuropeiste e non NATO. Personalmente mi sento lontano dallo schema FASCISMO / ANTIFASCISMO ma una presa di posizione netta e inequivocabile potrebbe aiutare chi ci tiene, per andare finalmente "oltre" e valutare programmi ed azioni del nuovo Governo appena insediato, e quindi provare a raccontare ciò che immancabilmente NON sarà raccontato da RAI e organi editoriali succubi e mantenuti dallo Stato. Grazie quindi per questo articolo!