Dopo aver abbracciato le istanze oscurantiste dei negazionisti della pandemia per tutta la durata della crisi, era facile prevedere che l’estrema destra, appena giunta al potere, avrebbe rimosso anche l’ultimo ostacolo posto al reintegro del personale sanitario non vaccinato. Così è stato. D’ora in poi, chi lavora negli ospedali e nelle case di riposo sarà libero di infettare i pazienti, che in quanto tali si trovano intrinsecamente in una condizione di fragilità. Infatti, pur assodato che anche chi si sottopone a vaccinazione può contrarre il virus, tutti i dati scientifici dimostrano che il vaccino riduce drasticamente la probabilità di trasmetterlo agli altri, motivo per cui la vaccinazione del personale sanitario non è, o meglio non dovrebbe essere, una libera scelta individuale, ma una precisa responsabilità deontologica a tutela della salute pubblica.
Naturalmente i no vax negano i dati sul tasso di mortalità da Covid-19 così come l’impatto del vaccino sul tasso di ospedalizzazione. Non ce ne stupiamo, le nefandezze esoteriche di chi disconosce i principi dell’illuminismo trascendono i limiti della decenza come i pudori della vergogna, spaziando dalla teoria della terra piatta alle molecole d’acqua dotate di memoria fino all’autismo causato dal vaccino contro il morbillo. E va da sé che questi scempi della ragione umana trovino esclusiva accoglienza nelle viscere ideologiche dell’estrema destra, strutturalmente ostile a qualsiasi razionalismo illuminista. Il personale no vax ha trovato nel nuovo governo la sua degna rappresentanza.
Spetterà tuttavia alle ASL decidere incarichi e mansioni del personale da reintegrare. E secondo lo stesso principio per cui mai affideremmo un aereo di linea a un pilota che dichiarasse il proprio dissenso verso le leggi dell’aerodinamica e i principi scientifici dell’ingegneria aeronautica, suggeriamo l’impiego dei sanitari non vaccinati nei magazzini e scantinati delle strutture di appartenenza a contare i rotoli di garza e le confezioni di siringhe. Lontani dalle corsie, potremmo perfino dimenticarci di loro.