In azione gli escavatori sostenibili
Non hanno perso tempo in valle Aurina. La delibera che consente l’ampliamento degli impianti Sonnenlift contro il parere del comitato ambientale, e palesemente in contrasto con lo sbandieramento di politiche improntate alla sostenibilità, è stata pubblicata un mese fa. Gli escavatori, quasi nell’indifferenza generale, hanno iniziato a radere al suolo i primi ettari di bosco che secondo i tecnici andavano gelosamente tutelati. Si indignano associazioni ambientaliste e alpinistiche che ritengono a questo punto del tutto obsoleto il piano di settore impianti di risalita e piste da sci.
“In Alto Adige – affermano i protezionisti in una nota firmata da Mountain Wilderness, Dachverband, Heimatpflege, Cai, Alpenverein - si continua a costruire impianti di risalita e ad ampliare piste da sci nonostante i cambiamenti climatici e la crisi energetica. L'esempio più recente è quello del comprensorio sciistico Klausberg, in Valle Aurina, dove il progetto di rinnovo dell'impianto di risalita Sonnenlift comporta lo spostamento della stazione di monte verso il crinale e di conseguenza la costruzione delle relative piste di collegamento. Il controverso progetto è stato approvato dalla Giunta Provinciale poche settimane fa, nonostante il parere negativo del Comitato Ambientale”. Un parere davvero molto negativo e argomentato (riassunto qui) che la “giunta della sostenibilità” ha ignorato. Le associazioni ambientaliste e alpinistiche altoatesine criticano la procedura e chiedono una revisione del Piano di settore impianti di risalita e piste da sci.
Il caso Klausberg
In questi giorni sono saliti i primi escavatori per iniziare la costruzione della nuova cabinovia nel comprensorio sciistico del Klausberg. Il progetto, presentato da Klausberg AG alla fine del 2021 per il rinnovo dell'impianto di risalita "Sonnenlift" con l'ampliamento delle relative piste da sci, prevedeva il trasferimento delle stazioni a valle e a monte e la costruzione di 14 ettari di nuove piste. A tal fine erano stati previsti disboscamenti per 18 ettari, 250.000 m3 di movimenti terra, tra sterro e riporto, nonché migliaia di metri quadrati di muri di sostegno, per lo più di altezze considerevoli.
Fin dalla primavera del 2022 le associazioni ambientaliste hanno presentato diverse osservazioni e contestato questo progetto. Poche settimane fa la Giunta Provinciale lo ha comunque approvato all'unanimità, nonostante la decisione fosse in netto contrasto con le raccomandazioni del Comitato Ambientale.
Il Comitato Ambientale provinciale aveva definito il progetto "fortemente sovradimensionato" e lo aveva criticato: "La nuova posizione della stazione a monte, comeanche le nuove piste vanno ad inserirsi in maniera prepotente nel territorio, forzandone la morfologia. La realizzazione di questo progetto comporterebbe degli sconvolgimenti indelebili dell’assetto paesaggistico del territorio, portando con sé esternalità negative che non comporterebbero solo gravi danni alla fauna e flora che caratterizzano la zona, ma andrebbero a compromettere anche la fruizione turistico-ricreativa del territorio. Le misure di compensazione e mitigazione proposte per il progetto non sono rilevanti se messe a confronto con gli impatti negativi derivanti dallo stesso.” Lo spostamento della stazione a monte viene respinto, secondo la perizia, non solo a causa di un "consumo di suolo sproporzionato", ma anche per motivi di sicurezza poiché in quella zona il terreno si presenta geologicamente instabile.
Piano delle piste da sci da rifare
Nonostante il Comitato Ambientale abbia motivato il proprio parere con robuste argomentazioni, la Giunta provinciale ha ignorato il parere degli esperti e ha approvato il progetto senza alcuna giustificazione. Sorprendente è che la pubblicazione della delibera abbia richiesto ben tre settimane e mezzo, laddove normalmente sono sufficienti alcuni giorni. La Giunta provinciale conta sul fatto che lo spostamento dell’impianto era previsto nel piano urbanistico comunale fin già dal 2010. L’inserimento nel piano urbanistico è stato poi ripreso dal piano provinciale delle piste da sci ed è proprio qui che le associazioni ambientaliste individuano il problema.
Il “Piano di settore impianti di risalita e piste da sci" individua ampie zone sciistiche in prossimità delle strutture esistenti, all'interno delle quali è possibile realizzare piste e impianti di risalita con una procedura di approvazione semplificata. Nonostante il piano provinciale delle piste da sci abbia meno di dieci anni, alcuni dei progetti in esso contenuti sono stati pensati circa 20 anni fa, quando il cambiamento climatico era ancora uno scenario ipotizzato da pochi singoli individui. Molti di questi progetti hanno perso la loro giustificazione oggi a causa del cambiamento climatico sempre più evidente. Il problema, però, è che gli interventi previsti dal piano delle piste da sci vengono approvati in linea di principio, per cui la Giunta provinciale si ritiene ovviamente autorizzata a concedere l'approvazione, come nel caso di Klausberg, anche in contrasto con la valutazione del Comitato Ambientale e senza alcuna giustificazione.
Prendere sul serio il Piano Clima
Per gli ambientalisti "il caso Klausberg sarà probabilmente solo uno dei tanti". In alcuni casi, la Giunta provinciale va addirittura oltre il piano delle piste da sci e autorizza i cosiddetti "interventi integrativi", di fatto un'estensione successiva del piano delle piste da sci senza alcun concetto generale. A breve è prevista la decisione sulla costruzione completa del Piccolo Monte Cuzzo a Maranza -anche in questo caso il Comitato Ambientale ha espresso un parere completamente negativo sul progetto, dopo aver fin da principio già valutato negativamente lo studio di fattibilità sull'intervento, che la Giunta provinciale comunque approvò. E nell’area sciistica di Solda, la Giunta provinciale ha approvato il collegamento dell'Ortler Ronda attraverso il progetto della nuova funivia Hintergrat/Coston e della relativa nuova pista, che va a distruggere una morena di grande valore ecologico, e questo all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio.
“Che la Giunta Provinciale prenda sul serio il proprio piano per il clima, è ormai necessario e cogente! In tempi di aumenti dei prezzi dell'energia e di cambiamenti climatici, decisioni come quella di Klausberg sono incomprensibili e contraddicono chiaramente la strategia di sostenibilità della Provincia. Quando dovrebbe essere messa in pratica questa strategia, se non ora?", si chiedono leassociazioni ambientaliste dando sostegno al Comitato Ambientale e criticando questa "ennesima svalutazione della Giunta relativamente ai pareri dei propri esperti. Chiediamo quindi la revisione del piano provinciale per le piste da sci in modo che questi progetti, obsoleti e ad alto consumo energetico, non siano più possibili - per il bene dei contribuenti e delle generazioni future" (fa.go).
Ma chi se ne frega! Godiamoci
Ma chi se ne frega! Godiamoci questi ultimi decenni senza lasciarci avvelenare la nostra voglia di ballare l'ultimo Walzer sulla Titanic.
Sembra un mondo tutto senza
Sembra un mondo tutto senza senso.
Ihnen ist wohl nicht bekannt,
Ihnen ist wohl nicht bekannt, Herr Pattis, dass es den Klimawandel eher nur im Sommer gibt und dass diese und die nächsten beiden Generationen keine Probleme mit der Wintersaison haben werden. Sagte jedenfalls Andy Varallo, Präsident von Dolomiti Superski, vor einigen Wochen im ff-Interview...
Ich finde es unfair, dass in
Ich finde es unfair, dass in der Bildunterschrift die verhältnismäßig harmlosen Arbeiten am Marinzenlift in Kastelruth mit den verheerenden Erweiterungsplänen am Kleinen Gitsch in Meransen in Verbindung gebracht werden. Zum Umweltfrevel am Klausberg muss man nicht viel sagen, es handelt sich um eine zerstörerische Investition, die sich angesichts der wenigen Jahre, die dem Skilauf dort noch gegönnt sind, niemals amortisieren kann. Leider wird dann wohl wieder das Land einspringen, um den "unverschuldet verschuldeten" Skiliftbetreibern, die vom Klimawandel natürlich nichts wissen konnten, unter die Arme zu greifen.
Ich halte es für verwerflich,
Ich halte es für verwerflich, dass hier ein wertvolles Auerhahn-Habitat zerstört wird! Darf man fragen, ob hier keine Prüfungen eingeholt werden von Sachverständigen, die etwas von Habitat und Schutz von bedrohten Tierarten verstehen? Wer bekommt die Aufträge für diese Prüfungen über die Auswirkungen dieser Eingriffe auf Lebensräume von bedrohten Tierarten? Gibt es Namen? Einfach nur unverständlich.