Sassi e insulti: azione omofoba al Pippo
È stata una serata di teatro e musica, quella proposta da Centaurus ormai più di un mese fa, venerdì 14 ottobre, ma resa nota solo ora, al Pippo di Parco Petrarca a Bolzano. Una delle numerose serate organizzate in collaborazione con Sagapò Teatro, all’insegna della cultura drag e dell’inclusione. Circa alle ore 21:30, però, è successo ciò che, come dicono gli organizzatori, “non deve più ripetersi”: lanci di sassi verso i vetri del locale accompagnati da insulti rivolti esplicitamente alla comunità LGBTQIA+.
“Questo genere di azioni non sono la prima volta che accadono, sono gesti omobitransfobici che mirano a disturbare lo svolgimento di un evento LGBTQIA+", riferisce a Salto.bz, a un mese di distanza da quanto accaduto, Arianna Fiumefreddo, Presidente Centaurus. “Abbiamo deciso di denunciare l’episodio per tenere traccia di questa discriminazione concreta e non, come spesso viene detto, teorica e senza alcun riscontro pratico” continua. L’associazione, che da 2 anni è entrata a far parte della rete Arci, recentemente ha deciso di prendersi i propri spazi pitturando con i colori dell’arcobaleno la scalinata del Pippo e proponendo a tutta la cittadinanza degli eventi culturali originali.
Questa denuncia serve soprattutto per tenere alta l’attenzione sul tema e far sì che questi episodi non si ripetano
“Vogliamo fornire uno spazio libero dall’omofobia e, anche per questo, durante i nostri eventi abbiamo sempre un servizio d’ordine. Bisogna riuscire a contenere e arginare il problema e, come successo per venerdì 14 ottobre, la serata si è potuta svolgere come da programma” conclude Fiumefreddo. La denuncia fatta contro ignoti da Arci Bolzano, come precisa Sergio Bonagura, ha sottolineato la motivazione dell’azione d’odio, fatta per discriminare e colpire la comunità LGBTQIA+. “Questa denuncia serve soprattutto per tenere alta l’attenzione sul tema e far sì che questi episodi non si ripetano. Non sono un grande fautore delle telecamere in città, ma considerando anche gli altri atti di violenza che hanno avuto luogo nelle vicinanze del Pippo, forse qualche telecamera potrebbe essere utile” spiega Bonagura, che evidenzia: “Un luogo se è vissuto, abitato e frequentato è più sicuro. Non è giusto criminalizzare determinate fasce sociali, come ad esempio i giovani, ma non si possono neppure bloccare le attività culturali o mettere le persone in situazioni non sicure. Bene il presidio sociale e culturale, ma forse è necessario anche qualcosa di più”.
Quella sera ho sentito un botto esplodere sopra la mia testa. Ho alzato lo sguardo e ho visto che c’era una parte del vetro incrinata
Presente durante i fatti della sera di venerdì 14 ottobre anche il Presidente della circoscrizione Gries San-Quirino, Diego Laratta, che dice: “Penso che la sensazione di vergogna e paura che abbiamo provato in quei momenti come gruppo LGBTQIA+ sia esattamente il motivo della nostra rabbia. Siamo stufe e stufi di vivere sulla nostra pelle quello che la società non è in grado di accettare. Meritiamo rispetto. Personalmente ho partecipato a tantissime feste, con tante associazioni e ambienti diversi, e mai mi era capitato di subire e assistere a scene simili, mentre con gli eventi promossi da Centaurus siamo già alla seconda nel giro di poco tempo. Nella civilissima e isola felice di Bolzano non tutto funziona sempre alla grande”. E sul piano politico, Laratta aggiunge: “Quando parliamo di sensibilizzazione, informazione e legge contro l’omobitransfobia parliamo esattamente di questo: pezzi di vita quotidiani, come una qualsiasi festa, trasformati in momenti da voler solo dimenticare. Quella sera ho sentito un botto esplodere sopra la mia testa. Ho alzato lo sguardo e ho visto che c’era una parte del vetro incrinata. Qualcuno ha poi avvisato tutti che venivano lanciati dei sassi e quindi sono corso dentro al riparo”.
Solo qualche mese fa, Laratta aveva condiviso un post sui propri canali social dove riprendeva un insulto rivolto alle persone omosessuali scritto su un campetto da calcio a Bolzano. “Un insulto che non è rivolto a me personalmente, ma sarebbe stupido dire che non mi pesa, che è ‘un modo di dire’, che ‘si scherzava'. Perché la parola gay - scrive sui social - in questo caso viene usata come insulto, come fosse un’offesa. In questo campetto ci vado ogni domenica per giocare con i miei amici e, come me, tanti altri giovani vengono qui per giocare e si ritrovano a leggere epiteti e frasi che, volenti o nolenti, entrano nelle nostre coscienze, pongono dubbi, creano perplessità e ci fanno sentire vulnerabili. Questi spazi devono essere liberi da scritte come queste”.
Schade,dass bestimmte
Schade,dass bestimmte Menschen in Südtirol immer noch nicht über denn internationalen Tellerrand hinausdenken können und anders Fühlende und Denkende in ihrer primitiven Denkweise nicht akzeptieren können.Da scheint wohl noch gewaltiger Aufklärungsbedarf zu herschen! Grazie a salto.bz e il Sign. Daniele della serra per questo articolo scritto!