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Sentenza beffa per via Similaun

Per anni era sembrato che avesse vinto il Comune e l'area della famiglia Tosolini potesse diventare verde pubblico. Il Consiglio di Stato ha ribaltato la situazione.
vai similaun area tosolini
Foto: Google Maps

Da diversi lustri è in essere un contenzioso tra l’amministrazione comunale e la Habitat Spa della famiglia Tosolini per quella zona presente a ridosso dell’incrocio tra la via Ortles e la via Similiaun (5.600 metri quadrati, praticamente inutilizzati, adibiti per lungo tempo a deposito di una vecchia gru, alcune cisterne e rare componenti di cantiere edile ferroso). Le richieste della cittadinanza, così come le intenzioni dell’Amministrazione, erano di dedicare l’area posta a ridosso del palazzo Telecom a parco pubblico.

Nel 2008 dopo dieci anni di contenziosi e cinque ricorsi, una sentenza del Consiglio di Stato sembrava chiudere definitivamente le cause che vedevano il Comune di Bolzano opposto all'imprenditore Pietro Tosolini e alla Provincia. La sentenza dava ragione al Comune e per gli abitanti di via Resia, via Ortles e via Similaun, sembrava imminente la possibilità di vedere il vecchio deposito di materiale edile di proprietà dell'impresa Habitat trasformato in area verde. Dopo relativa deliberazione consiliare del 2010, e successive osservazioni della controparte respinte nel 2012, sembrava giunto il momento affinché l’area in argomento potesse essere definitivamente trasformata in area giochi. Sono seguiti però nel 2013 ulteriori due contenziosi, uno avanti la Corte d’Appello, respinto nel 2015, verso il quale pendeva appello in Cassazione, ed uno avanti al TRGA, rinviato in attesa dell’esito del giudizio in Cassazione, che ha valore pregiudiziale e dirimente. Si era costretti quindi ad attendere il giudizio in Cassazione per vedere definitivamente chiusa questa vicenda.

 

Ora una nuova sentenza del Consiglio di Stato (nr.8805 del 17.10.22, che tra l’altro condanna il Comune a corrispondere le spese legali per euro 8.270,60) determina che la “destinazione a verde pubblico-parco giochi per bambini” è di natura “espropriativa” anziché “conformativa”, quindi di durata limitata nel tempo (tempo purtroppo perso nelle diverse aule giudiziarie), obbligando perciò il Comune a ripianificare la destinazione dell’area considerato che la sua trasformazione automatica in verde agricolo dopo la scadenza “ha anch’essa natura temporanea” (viene presa in considerazione la situazione vigente al momento in cui sorge il contenzioso – “ratione temporis”), nonostante il TAR avesse sostenuto il contrario.

In sintesi con l’attribuzione della natura “espropriativa”, anziché “confermativa”, decade in questa fase la possibilità per il Comune di veder destinata l’area a verde pubblico. "Una differenza dei termini che pare ai più ininfluente, vanifica anni di contenziosi, con pareri difformi da parte degli stessi giudici, evidenziando ancora una volta quanto sia complicata ed incerta la normativa nel nostro Paese", afferma il consigliere comunale Claudio Della Ratta. .

"Si ricorda che la trasformazione in verde pubblico-parco gioco per bambini si era resa utile e forse necessaria per equilibrare il forte carico urbanistico della zona Bivio–Kaiserau di allora relativamente recente edificazione, accompagnata da enormi costruzioni ed impianti di poderosa dimensione, ma nonostante siano trascorsi ormai diversi anni, la situazione in via Similaun è destinata a rimanere la stessa (con in mezzo ai condomini un deposito di materiale da cantiere dove vincono erbacce e zanzare) fintanto che qualche altro giudice deciderà diversamente. Vi è concreta possibilità diventi “terreno edificabile” per la gioia di chi si attendeva un bel parco pubblico.