"Dipendenti pubblici penalizzati"
Il buono pasto, “arrivato” in Italia a metà degli anni ’70 e può essere utilizzato per acquistare esclusivamente un pasto o prodotti alimentari. Esso è comunemente ritenuto un cosiddetto fringe benefit (beneficio accessorio). I buoni, come noto, sono utilizzati dai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che ricevono i tagliandi come servizio alternativo alla mensa per il personale; possono essere spesi solo in pubblici esercizi come bar, ristoranti da asporto o nelle gastronomie di supermercati convenzionati con le società emittenti i buoni stessi. Possono essere spesi anche presso negozi di generi alimentari per acquistare alimenti.
Sorto come “servizio sostitutivo di mensa”, il buono pasto non prevede oneri fiscali o previdenziali né a carico del datore di lavoro né del lavoratore fino a un valore di 8 euro per singolo buono elettronico e 4 per singolo buono cartaceo. Inoltre il costo del servizio è deducibile e l'IVA è detraibile integralmente. Questo regime fiscale rende il servizio dei buoni pasto vantaggioso soprattutto per le aziende clienti, rispetto ad un'equivalente cifra netta versata in busta paga, ad esempio a titolo di indennità di mensa. Anche la pubblica amministrazione italiana utilizza i buoni pasto in favore dei propri dipendenti, con le medesime agevolazioni fiscali del settore privato.
Il dipendente pubblico locale, riferisce il consigliere comunale Claudio Della Ratta della Civica, è però svantaggiato rispetto al dipendente privato in quanto se la legge (art.4 comma 1 del D.M. n.122/2017) specifica che i buoni pasto sono utilizzabili fino ad un limite di nr.8 giornalieri, e questa opportunità è ampiamente utilizzata dai dipendenti privati, al dipendente pubblico non è per scelta locale consentita la cumulabilità (in occasione del relativo appalto si è deciso di non consentire la cumulabilità), ed il buono pasto deve essere consumato esclusivamente a ridosso dell’ora di pranzo, pena la cancellazione del diritto al buono.
Se un dipendente al mattino volesse comprare ad esempio un panino imbottito o un pasto già preparato in un negozio convenzionato per mangiarlo a pranzo, non può utilizzare il buono. Se un dipendente pubblico volesse utilizzare alcuni buoni nella stessa giornata, non lo potrebbe fare (a differenza di quanto avviene nel privato).
"Le normative in merito - aggiunge Della Ratta - possono essere valutate e cambiate solo a seguito di concertazione tra i rappresentati di categoria e, nel caso dei Comuni, il Consorzio dei Comuni. Ho chiesto pertanto al sindaco di attivarsi per innalzare il buono dei dipendenti comunali da 7 a 8 euro (limite di deducibilità) e rimuovere l’iniqua differenziazione di trattamento tra pubblico e privato. Di certo l’attuale situazione è abbastanza paradossale perché vede un’ingiusta differenziazione tra dipendenti a fronte di analogo servizio. Ci si lamenta che il pubblico impiego non è più appetibile, si inizi col dimostrare allora attenzione ai dipendenti rimuovendo inique differenziazioni".
Per il Comune di Bolzano, conclude il consigliere, il costo generale dell'operazione sarebbe in proporzione contenuto (circa 10.000 euro annui per coprire l'aumento del valore del buono e circa 15.000 euro per sostenere il costo del maggior utilizzo dato dalla cumulabilità, e in un bilancio di oltre 300 milioni di euro, dei quali circa 50 milioni dedicati alla spesa del personale, paiono poco impattanti).
Quando si evidenziano
Quando si evidenziano penalizzazioni bisognerebbe forse confrontare anche i lati positivi dell'impiego nel pubblico.
Forse si scoprirebbero delle interessanti differenze tra il pubblico e il privato.
E' da anni che è così, ma c'è
E' da anni che è così, ma c'è chi sostiene che il contratto locale da 38 ore è migliore di quello nazionale da 36.
@josef ruffa: responsabilità civile, penale, amministrativo-contabile, disciplinare e dirigenziale.
È un trattamento
È un trattamento discriminante tra dipendenti privati e pubblici, tra dipendenti e insegnanti, penalizzante per chi magari deve uscire prima dal lavoro e perde il diritto al buono. Oltretutto diverse attività stanno rinunciando ad accettare il buono, a volte senza neanche avvisare.
Oltretutto il pubblico ha da sempre lo stesso stipendio, pur con l' inflazione più alta in Italia... già, Italia..
È un trattamento
È un trattamento discriminante tra dipendenti privati e pubblici, tra dipendenti e insegnanti, penalizzante per chi magari deve uscire prima dal lavoro e perde il diritto al buono. Oltretutto diverse attività stanno rinunciando ad accettare il buono, a volte senza neanche avvisare.
Oltretutto il pubblico ha da sempre lo stesso stipendio, pur con l' inflazione più alta in Italia... già, Italia..