Der Industriellenverband entwickelt sich immer mehr zum entschiedensten Gegner von Calderolis Gesetzentwurf zur autonomia differenziata. Hatte bereits deren streitbarer Präsident Carlo Bonomi den Vorschlag entschieden abgelehnt, weil er Italien in gegnerische Lager spalte ("No ad un autonomia che divide l´Italia"), legt jetzt sein Stellvertreter Vito Grassi noch ein Scheit nach: "L' autonomia chiesta dalle regioni del nord non deve compromettere l'unità nazionale. Dunque vanno escluse dalle richieste le materie strategiche per l'economia. E poi il progetto non deve comportare risvolti negativi per la spesa pubblica. Il punto centrale riguarda la richiesta di Veneto e Lombardia di poter gestire tutte le 23 materie che oggi fanno parte della legislazione concorrente con lo stato. Queste materie richiedono una revisione. Più di una andrebbero cancellate dalla lista di quelle che possono essere cedute alle regioni. Tra queste ci sono sicuramente le politiche commerciali dell' Unione Europea. Ma anche le competenze sulle grandi reti energetiche e di comunicazione. Siamo in un momento, in cui parlare di competitivitàdei territori è riduttivo. L' industria nel mondo sta affrontano sfide con grandi sistemi organizzati come USA e Cina che hanno messo sul piatto per la competitività cifre inimmaginabili."
Grassi warnt vor der Gefahr des Provinzialismus und der Kirchturmpolitik: "Non è insomma possibile che le scelte sulle reti energetiche o quelle di comunicazione possono essere declinate da campanilismi regionali, ma devono essere asservite a strategie e scelte comuni condivise all' interno del mercato unico europeo." Ähnlich argumentiert Luca Bianchi, Präsident des SVIMEZ (associazione perlo sviluppo del mezzogiorno) : "Una volta partiti Veneto e Lombardia seguiranno Piemonte, Liguria e potranno aggregarsi - come prevede il disegno di legge Calderoli- anche Valle d´Aosta e Trentino. A quel punto avranno tutte le infrastrutture più avanzate del paese che potranno gestire con organismi comuni nell'area più ricca d' Italia. Lo stato centrale con Roma diventerà un fantasma". Das wäre angesichts der legendären Effizienz des italienischen Zentralstaats eine fürwahr grauenhafte Vorstellung.