SUICIDI GIOVANILI: UN PROBLEMA ATTUALE
Il numero dei suicidi giovanili sta aumentando nel silenzio più totale.
Secondo l’ISTAT sono circa 4000 i giovani che ogni anno in Italia si tolgono la vita, nel 2021 sono stati 220.000 i ragazzi tra i 14 e i 19 anni che si trovano in una condizione di scarso benessere psicologico.
Ma a cosa è dovuto tutto questo?
Credo che ciò che spinge un individuo giovane a compiere questi atti estremi sia l’attuale precarietà nel contesto in cui viviamo, precarietà nelle relazioni sociali e nel mondo del lavoro.
In molti dopo aver concluso il percorso scolastico obbligatorio o universitario hanno difficoltà a entrare nel mondo del lavoro, ogni anno si alza sempre più quella asticella che crea una malata competizione e che vuole sempre di più, ma sempre nella precarietà assoluta, senza alcuna prospettiva.
La pandemia da Covid 19 certamente non ha aiutato la situazione, si stima infatti un aumento di psicofarmaci e ansiolitici nei giovani, un vero campanello dall’arme che dovrebbe preoccupare tutti.
Invece no, dopo tutti questi suicidi di ragazzi e ragazze nulla cambia, la società in cui viviamo sembra dimenticarsi in fretta o non voler vedere e affrontare questo serio problema.
Forse non si sta andando nella direzione giusta, questo modello di società in cui l’eccellenza ne fa padrona sta facendo morire tanti giovani che non riescono a stare al passo con questo mondo con i suoi cambiamenti troppo veloci e precari.
Se un giovane arriva a compiere un tale gesto estremo è un fallimento per tutti, significa che nessuno ha saputo ascoltarlo, guidarlo nel proprio avvenire dando tutti gli strumenti necessari per la crescita umana e professionale.
Chissà quanti altri ne dovranno morire per questa società in cui conta solo eccellere e produrre denaro in ogni contesto, sacrificando talvolta gli affetti o le relazioni umane, fondamentali per la salute psicologica di un individuo.
Per concludere, spero che tutte queste giovani morti innocenti possano creare in ciascuno di noi, soprattutto nelle istituzioni e a chi gestisce il mondo del lavoro e dell’istruzione, un momento di riflessione, affinché non vengano dimenticate perché rappresentano il forte urlo di aiuto del nostro futuro, dei nostri giovani.
Mi fa piacere questo articolo
Mi fa piacere questo articolo perché affronta un tema a cui penso spesso, quello dei suicidi in particolare nella scuola. Di giovani ma anche insegnanti. Purtroppo quelli che io conosco non sono mai stati oggetto di una discussione o di un minimo approfondimento. Mi chiedo anche se, come forse succede, di questi non si voglia dare notizia per evitare fenomeni imitativi.
Antwort auf Mi fa piacere questo articolo von Simonetta Lucchi
Cara Simonetta, sicuramente
Cara Simonetta, sicuramente in molti casi non si vuole dare notizia per evitare fenomeni imitativi di questi atti estremi.
Il mio articolo vorrebbe essere spunto di riflessione partendo da questi orribili avvenimenti, per far ragionare sulle cause e i motivi di questi atti estremi, spesso derivanti dai modelli proposti anche dai media, modelli sempre vincenti ed eccellenti,ricordo ad esempio il caso della studentessa Carlotta Rossignoli e la polemica alzata anche da molti ragazzi universitari.
Il mio articolo vuole solo far riflettere basandosi su dati oggettivi.
La ringrazio che ha trovato l’articolo interessante, molti altri ragazzi di ogni età lo
hanno letto e condiviso il messaggio.
Antwort auf Cara Simonetta, sicuramente von Jacopo Cosenza
Vero, però è inutile fare
Vero, però è inutile fare discorsi troppo vaghi. I tuttologi, tipo Galimberti - se posso dire- o il sensazionalismo dei media, fanno solo male.
Se un quindicenne in val Badia- faccio un esempio assolutamente a caso- si suicida non ha probabilmente gli stessi motivi di uno studente universitario a Milano. Magari i modelli non c'entrano nulla e i problemi sono altri. Per questo dico che almeno tra educatori occorrerebbe discuterne a fondo.
Ein solches sensibles Thema
Ein solches sensibles Thema sollten Sie lieber nicht "einfach so" in einem Blog behandeln.
Antwort auf Ein solches sensibles Thema von Dennis Loos
Caro Dennis, siamo tutti in
Caro Dennis, siamo tutti in accordo che sia un tema molto delicato, il fatto di parlarne é solo per sensibilizzare la nostra società.
Questi ragazzi se compiono questi atti estremi non e di certo perché leggono articoli su questo tema, ma per motivi e malesseri che i giovani di oggi hanno e a cui la società adulta non da risposte, lasciandoli soli.
Antwort auf Caro Dennis, siamo tutti in von Jacopo Cosenza
Sie irren sich. Die Gründe
Sie irren sich. Die Gründe können vielfältig sein, doch wenn man an der Kippe steht kann sehr wenig reichen, um den Schritt auszulösen. Informieren Sie sich bitte, bevor Sie so etwas sagen.
Wichtig ist dass Betroffene wissen, dass ihnen wirksam geholfen werden kann. Es gibt sehr gute Angebote in Südtirol, man kann sich auch an eine Notaufnahme wenden.
Antwort auf Sie irren sich. Die Gründe von Dennis Loos
Scusi ma io ho portato un
Scusi ma io ho portato un problema reale, i dati parlano chiaro se li vada a leggere.
Questo dire che va tutto bene e che ci sono già tutte le possibile soluzioni e aiuti non è vero, altrimenti non avremmo certi numeri di suicidi nei dati.
Detto questo non è questione di torto o ragione, il problema c’è ed è purtroppo reale, bisogna parlarne senza nessun tabù.
Sicuramente ci sono attività di sostegno, il punto è che bisogna cambiare modello di società perché non tutti si sentono parte di essa.
La invito a leggersi gli articoli e gli studi di Umberto Galimberti, grande psicoanalista dei nostri giorni che trattano proprio di suicidi giovanili.
Antwort auf Scusi ma io ho portato un von Jacopo Cosenza
Der zweite Teil meines
Der zweite Teil meines Kommentars war nicht an Sie gerichtet sondern an Betroffene Mitleser. Ich werde mich hier nicht mit Ihnen über dieses Thema unterhalten, da es fahrlässig wäre.
Antwort auf Scusi ma io ho portato un von Jacopo Cosenza
Zitat: “il punto è che
Zitat: “il punto è che bisogna cambiare modello di società”:
Sie sind für mich nicht glaubwürdig in dieser Sache, da Sie in einem anderen Beitrag die Unterwerfung eines Volkes unter den Diktator und Kriegsverbrecher Putin, schuldig an zehntausenden systematischen Vergewaltigungen, Morden und Selbstmorden, propagieren, und der Ukraine ein “modello di societá” der Versklavung und Assimilierung nahelegen.
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Wein und Wasser gleichzeitig predigen geht nicht.
Das entlarvt.
Antwort auf Zitat: “il punto è che von Peter Gasser
Doch es geht, wenn indolente
Doch es geht, wenn indolente Bevoelkerungen es tolerieren. Der heutige 1.Mai sollte ein be sonderer Denkanstoss sein, um ueber soziale Motive nachzudenken, die eine zunehmend verwahrlosende,
praxisfremd erzogene Jugend u.a. fuer Suizide aber auch fuer ver brechererische Entgleisungen an faellig macht.
Wenn man ihre hauefig ungeordnete Wohnverhaeltnisse betrachtet, findet man hierin - wie im Fall Putin &Co -haufig von familiaeren Bindungen geloeste, Versammlungsorte fuer zeitgemaesse "Geheimbuendnisse", wie z.B. Spielhoellen, oder dunklen Hinterhoefe im Grossstadtmilieu. Wie angesehene Psychiater und Psychologen (S.Freud) bestaetigen, spielt bei diesen Defekten eine grosse Rolle die fehlende Ablenkung ange stauter Energien in einer ggf. lebens laenglichen Beschaeftigungstherapie.
Bereits im Jahr 1948 hat der
Bereits im Jahr 1948 hat der anerkannte Psychologe Erwin Ringel das weltweit erste Suizidpräventionszentrum in Wien aufgebaut. Prof Ringel, mit dem ich mich eingehend unterhalten habe, hat immer eindringlich vor Panikmache gewarnt und auf die besondere Verantwortung der Medien verwiesen. Ich habe seine Ideen seinerzeit, nach einem dramatischen Mehrfach-Suizid im Vinschgau, in die Südtiroler Medienlandschaft eingebracht, leider nur mit vorübergehenden Erfolgen, weil letzthin wieder die verhängnisvolle Panikmache überhand genommen hat.
Antwort auf Bereits im Jahr 1948 hat der von Hartmuth Staffler
Sehr geehrter Herr Staffler,
Sehr geehrter Herr Staffler,
sicherlich handelt es sich um ein sehr sensibles zu diskutierendes Thema. Mir scheint nicht, dass es von Seiten der Südtiroler Medienlandschaft eine Panikmache gibt. Da Sie vom Psychologen Erwin Ringel gesprochen haben, wichtiger Psychater des 20. Jahrhunderts, möchte ich Sie einladen, sich einige Studien und Artikel des Psychoanalytikers und Universitätsprofessors Umberto Galimberti bezüglich Jugendsuizide und die Gründe dahinter, die unsere Jugendlichen dazu führen, diese extremen Taten zu begehen, durchzulesen.
Antwort auf Bereits im Jahr 1948 hat der von Hartmuth Staffler
Lei ha ragione Sig. Staffler
Lei ha ragione Sig. Staffler però anche non parlarne per nulla non è un bene e rimane sempre la domanda; perché? Io ricordo tutte le persone che ho conosciuto e purtroppo hanno fatto scelte drastiche e soprattutto i ragazzi. Non sto dicendo di parlarne sui media ma tra educatori o professionisti sì.
Die Medien berichten lieber
Die Medien berichten lieber über das Geschehen, weil es unsere Sensationsgier weckt und zugleich befriedigt. Dabei ist es sinnvoller, sich mit den Ursachen auseinandersetzen. Herr Cosenza hat ein dringendes Problem angesprochen. Die Medien könnten durchaus auch solche Themen aufgreifen. Es gibt auch in Südtirol Expetten, die hier in den Medien Aufklärung leisten könnten. Es ist nicht so, dass es nicht gemacht wurde, aber es könnte durchaus öfter sein.