Dieci anni di navigazione
Dieci anni fa, a quest'ora, Salto aveva appena mollato gli ormeggi e già navigava nel mare dell’informazione sudtirolese. Una navigazione inevitabilmente “a vista” per i primi redattori, Marco Armani, Elisa Corni, Gabriele Di Luca, Christine Helfer, Ariane Löbert, Susanne Pitro e Luca Sticcotti, riuniti nell’ufficio di Via Perathoner a Bolzano (con vista sulla fu stazione delle autocorriere). Salto era un esperimento su vari fronti: oltre a essere il primo quotidiano online e bilingue del Sudtirolo, seguiva le nuove tendenze dell’internet di allora, dal citizen journalism al visual journalism, dal “raccoglitore di blog” (sul modello de Il Post, nato tre anni prima) alla partecipazione dal basso con la community. “Fatti e opinioni”, appunto.
“Dalle reazioni del primo giorno avevamo capito che era il prodotto giusto al momento giusto” racconta Jutta Kußtatscher, prima caporedattrice e direttrice responsabile. “Eravamo sorpresi e capimmo che c’era molto lavoro da fare per andare incontro alle aspettative che avevamo creato”. Fu il prezioso (e faticoso) lavoro delle settimane successive a dare una rotta a Salto, gettando le basi per il futuro.
Incoscienza e idealismo
“Se ripenso agli inizi di Salto mi torna in mente un grande silenzio” ricorda Gabriele Di Luca. “Il silenzio assoluto di un giorno di marzo, dieci anni fa, in cui noi, membri del primo nucleo della redazione, apportavamo ritocchi agli articoli scritti per mettere in cascina po' di materiale da visionare”. “Avevamo molto timore di sbagliare”, prosegue Di Luca, “sentivamo però anche l'eccitazione di cominciare una storia in un certo senso pioneristica. In quei frangenti non sapevamo, nessuno poteva sapere se ce l'avremmo fatta, se un portale bilingue, animato da parecchia ingenuità e anche incoscienza (mi preme ricordare qui il contributo decisivo dato allora dalla giornalista Jutta Kußtatscher), sarebbe riuscito non solo ad esistere, ma a consolidarsi, a resistere alle pressioni di chi non gradiva molto la nostra presenza (e da questo punto di vista le cose sono rimaste più o meno le stesse…). Insomma, non è stato facile coltivare e proteggere l'ambizione di diventare un punto di riferimento all'interno del panorama mediatico locale. A giudicare dai risultati, però, direi che quella scommessa è stata vinta e sono lieto di aver dato il mio contributo alla nascita di questa avventura”.
“Ich denke gerne an die große Freude und den Idealismus, die wir damals vor zehn Jahren hatten und die auch im stressigen Redaktionsalltag eine gute Weile anhielten”, erinnert Christine Helfer, “wir waren eine kleine eingeschworene Truppe und fühlten uns als Pioniere! Diese erste Zeit der Experimente in Blattlinie und Ausrichtung hat dann auch einiges an Herzblut und Kraft abverlangt; ich glaube, wir hätten besser aufeinander schauen sollen. Ich freue mich heute, dass Salto nach zehn Jahren so gut dasteht und wünsche alles Gute für eure Arbeit und eure Kämpfe!”.
Ricordo gli inizi un po’ confusi, creatività, una certa euforia ma anche un senso di precarietà, di chissà dove si andrà a parare.
Per Marco Armani quelli a Salto “sono stati pochi mesi intensissimi, praticamente un lampo. Poi ognuno è andato per la sua strada, ma da allora è comunque rimasto sempre con me, la lettura quotidiana con cui comincio la giornata”. Armani ricorda “gli inizi un po’ confusi, creatività, una certa euforia ma anche un senso di precarietà, di chissà dove si andrà a parare. E invece in questi dieci anni Salto ha saputo crescere e affermarsi, oggi fronteggia perfino gli attacchi dei ricchi e potenti! È diventato un punto di riferimento per l’informazione locale. Ma poi ognuno torna al suo infinitesimale e mi viene da ricordare solo una cosa senza importanza, un pomeriggio passato a tinteggiare i muri della redazione con un elegante rosso vermiglio, chiacchierando sul futuro insieme a Max Benedikter mentre fuori pioveva. Cento di questi anni, Salto”.
Bei dieser Zehnjahresfeier
Bei dieser Zehnjahresfeier gebührt insbesondere unserem Redaktons-Team großer Dank !!!
Sehen Sie, mir ergeht es
Sehen Sie, mir ergeht es umgekehrt. So schnell herausgeschossen könnte ich sagen, Salto ist zunehmend mehr ein italienisches Portal. Wenn ich dann nachzähle, wieviele Beiträge in der jeweiligen Sprache online gestellt wurden, muss ich meinen ersten Eindruck revidieren. Anders schaut es bei der Community aus, da kommentieren deutlich mehr Deutschsprachige, die oft sogar in Italienisch schreiben. Bei den Communiti-Beiträgen ist das Italienische noch reduzierter. Deshalb vielleicht Ihr Eindruck?
Ci illumini, come dovrebbe
Ci illumini, come dovrebbe essere un portale bilingue?
Il problema dell'autonomia
Il problema dell'autonomia che non sarebbe "un bene per tutti" è che chi ritiene che sia così è, evidentemente, dell'avviso che un vantaggio si materializzi ipso facto, quindi naturalmente e che non sia comunque legato a determinate requisiti/condizioni che in ultima analisi producono il vantaggio stesso. Purtroppo questa narrazione errata data dai politici della destra italiana lungo 40 anni, è ancora troppo viva e viene mantenuta viva da persone che sono, evidentemente, convinte che un vantaggio sia comunque un regalo e non una conquista. Non è un Gratta&Vinci. È qui che anche lei sbaglia.
Antwort auf Il problema dell'autonomia von Manfred Klotz
*determinati requisiti
*determinati requisiti/determinate condizioni*
Antwort auf *determinati requisiti von Manfred Klotz
Gratulation zum bisherherigen
Gratulation zum bisherherigen Durchhalten und Glückwünsche für weitere Jahrzehnete!