Biancofiore: “Rovinata da Candy Candy”
Se, come probabile, Forza Italia uscirà ridimensionata dall’appuntamento elettorale di domenica, c’è chi giura che assisteremo a un fuggi-fuggi (attenzione: non Fiuggi-Fiuggi) dal partito. Una sorta di “liberi tutti” con l’esercito azzurro in dissolvenza e il suo leader, alias black old sun, isolato al centro di un muliebre cerchio magico. Per questo motivo egli avrebbe intanto blindato la cassa, in modo da prevenire il dissanguamento incontrollato delle finanze.
Le ultime notizie non si limitano però a questo. Il problema maggiore, infatti, sarà in che modo molti berlusconiani cercheranno di rigenerare sé stessi, magari mediante approdi (attenzione: non Prodi) in altri partiti (il NCD di Angelino Alfano ha già abbassato i suoi portelloni, anzi forse è nato proprio per orientare la transumanza), oppure tentando fortune in altri campi.
Michaela Biancofiore, al contrario, saggia una terza via. Non abbandonerà di certo Berlusconi (del resto, come potrebbe?), bensì veste panni curiali mandando temerariamente in libreria un volume autobiografico. Le note di presentazione (che riportiamo fedelmente, ripetizioni ed errori inclusi, per suggerirvi il profumo d’inchiostro non ancora asciugato) non fanno pensare a un’opera di altissimo ingegno:
Lei si definisce una sorta di Bridget Jones in salsa istituzionale. Qui, per la prima volta, è lei stessa a raccontarsi, senza remore né censure e con la schiettezza che la contraddistingue. Dall’infanzia difficile, segnata dalla prematura scomparsa del padre, dalla separazione dei genitori, dal rapporto conflittuale con la madre oggi malata di Alzhaimer (sic!), alle prime esperienze sentimentali, all'attesa del principe azzurro passando per l'ascesa nel campo cinematografico con Mario Cecchi Gori, all'infiammazione per la politica, alle sue difficoltà, fino all’incontro – folgorante col sottile filo conduttore di tutta la sua vita - Silvio Berlusconi - del quale emerge una fotografia tenera ed inedita . Lo straordinario e sorprendente autoritratto di una donna che, guidata da una sincera passione civile e dalla forza dei sentimenti, ha gettato più di una volta, in politica e nella vita privata, il cuore oltre gli ostacoli.
A cosa è utile, allora, un libro del genere? Lo spiega la stessa Biancofiore in una video-intervista rilasciata al quotidiano di scuderia Libero. “Mi ha rovinata Candy Candy”, afferma la parlamentare, enunciando quindi i miti culturali di un’intera generazione: Lady Oscar, Goldrake, il nonno di Heidi e soprattutto il tenebroso Terence Granchester, ovvero “il ribelle sul cavallo bianco” (parole dell'autrice) che all’inizio degli anni Ottanta prefigurava già Silvio Berlusconi. Peccato, insomma, che non ci sia una postfazione a cura di Cristina D’Avena. Il quadro sarebbe stato completo.
Autobiografia Biancofiore
Libro candidato al Premio Campiello...