Viva gli alpini!
Questa settimana è stato pubblicato il servizio video di Saverio Tommasi riguardo la festa degli alpini svoltasi a Udine lo scorso fine-settimana. Dà voce ai partecipanti rispetto alla domanda: “Una pacca sul culo è molestia?”. Manco a dirlo, risultano il rifiuto generale di riconoscere la differenza tra molestia e complimento e la banalizzazione di aggressioni sessuali. L’anno scorso, al raduno a Rimini, Tommasi aveva riportato testimonianze di donne e ragazze (alcune delle quali minorenni) che parlavano delle aggressioni e molestie fisiche e verbali subite. Le testimonianze sono state raccolte e pubblicate da Non Una Di Meno per dare voce alle vittime, e sono poi state seguite da polemiche e inchieste giudiziarie. Tuttavia, l’unica misura messa in atto da parte dell’ANA (Associazione Nazionale Alpini) per questa edizione della festa degli alpini, è stata la pubblicazione di un Vademecum contro le molestie. La carta, si sa, è paziente.
È chiaro che l’ANA non può essere responsabile di controllare il comportamento di 85mila persone partecipanti all’adunata. Ma a coloro che si comportano in modo inappropriato, andrebbero tolti cappello e piuma evitando che infanghino l’intero corpo degli alpini. Questo però presuppone la consapevolezza del confine fra molestie e complimenti, presuppone una presa di coscienza e di responsabilità. Il mancato posizionamento dell’ANA fa pensare che l’intero corpo sia composto prevalentemente da gente “così”. Il suo manifesto contro le violenze risulta poco credibile quando il capogruppo dell’ANA di Udine Centro prima dall’adunata tuona: “Da parte nostra c’è la ferrea volontà di non rispondere a qualsiasi provocazione orchestrata da gruppi che vogliono disturbare il clima bello, pulito e sano di ogni raduno alpino”. Gli alpini intervistati non sono da meno… si sentono vittime delle femministe che, abbigliate in modo provocatorio, li inducono a toccarle: più di 8 minuti di accuse sessiste e preconcetti che hanno dell’incredibile e che consiglio solo a chi ha uno stomaco di ferro!
Fossero dei comportamenti beceri relegati “solo” al corpo degli alpini, basterebbe evitare le loro adunate (ammesso sia possibile per chi in quelle città ci vive e lavora). Il fatto triste è che ciò che dicono gli alpini intervistati è ciò che dicono molti uomini (e anche alcune donne). E ancora moltə di più magari non lo dicono, ma lo pensano e agiscono di conseguenza. Li troviamo ovunque nella nostra società e continuano ad esserci, perché nessuno mette loro dei limiti chiari, inequivocabili e alla luce del sole. Ovviamente non tutti gli alpini sono molestatori e non tutti i molestatori sono alpini. Ma se una donna su tre vive violenza sessuale nel corso della vita, qualcuno "agisce" questa violenza. E i violenti non sono relegati a un determinato ambito, ma presenti in modo uniforme ovunque. Un fenomeno davvero trasversale. Guardatevi intorno. Alcuni a volte calzano il cappello piumato, altri no. Pensiamoci mentre Bolzano si candida come possibile sito per l’adunata del 2028, e intanto ripetiamo tuttə insieme: Sì, una pacca sul culo è molestia sessuale a tutti gli effetti!
Approfitto di questo articolo
Approfitto di questo articolo sugli Alpini anche se la mia richiesta con loro non c'entra nulla. Conto sul fatto che l'Autrice verifichi i contributi dei lettori. Alcuni giorni fa avevo postato questo commento sul quale avrei piacere di conoscere il punto di vista di Kalašnikov&Valeriana
https://www.salto.bz/de/comment/123966#comment-123966
Verifichero' sia in questa discussione, sia in quell'altra, piu' appropriata
Viviamo in un contesto in cui
Viviamo in un contesto in cui le donne e le ragazzine vengono molestate continuamente, e ci preoccupiamo degli alpini? Forse sarebbe il caso di ragionare e magari reagire quando in strada si vedono quotidiani episodi di maleducazione.
Gli alpini hanno ben altre ragioni per essere stimati e benvoluti.