Politik | Salto Paper

Tutti contro K.

Stretto tra avversari esterni e interni, troppo a lungo incerto se ricandidarsi, Arno Kompatscher forse ha già perso la sua occasione dieci anni fa. Bilancio 2.
2023_03_07_arno_kompatscher_seehauserfoto03_07_2023_arno_kompatscher_seehauserfoto108.jpg
Foto: Othmar Seehauser
Io gli credo e trovo ragionevoli le cose che dice: occorre etica nella politica; la provincia deve svoltare verso la sostenibilità; l'autonomia va aggiornata e bisogna farlo secondo la regola della concordanza tra i gruppi. In più ci sarebbe da pacificare il partito. Vasto programma, ma le condizioni si prospettano difficili per Arno Kompatscher.
Ha contro come è ovvio l'opposizione, che fa il suo mestiere attaccando il partito e lui, senza distinzioni. Anche Kompatscher risponde alle lobby economiche, fa solo belle parole in fatto di ecologia, cede alle ingerenze dello Stato italiano fino a svendere la Heimat... ognuno ha il suo cavallo di battaglia.
Nel partito gli fanno la guerra i “Freunde im Edelweiß”, e s'è visto con quali metodi. Per ora tacciono e lo lavorano ai fianchi, complice la corazzata Athesia. Orfana dello stile Durnwalder, quando una decisione era una decisione, quest'area della stella alpina, molto più vasta di quella emersa nell'affare SAD, insiste soprattutto su un punto: “Es geat nix weiter!” (Non va avanti nulla). Accusa pesante e incisiva, se è vero che la SVP è stata in questi decenni il partito del fare e soprattutto del lasciar fare. Sicché viene da chiedersi se Arno Kompatscher, con la sua esortazione a rivedere e ripensare, sia al posto giusto in quel partito.
 
svp_kompatscher_achammer_saltoimg_5918.jpg

 
Sicché viene da chiedersi se Arno Kompatscher, con la sua esortazione a rivedere e ripensare, sia al posto giusto in quel partito.
 
L'aver resistito a una cordata che voleva pilotare un grosso affare pubblico, gli procura simpatie da parte di chi avversa il partito di maggioranza e il sistema di potere da esso costruito. Ma chi non ha mai votato stella alpina difficilmente deciderà di farlo ora per sostenere Kompatscher. Voti nuovi ne arriveranno pochi, e i nemici interni ne approfitteranno: da capolista alle prossime elezioni, Kompatscher verrà indicato come il responsabile del calo elettorale che si può dare per certo – da vedere resta la misura. Per sostenerlo ci vorrebbe un ottimo bottino di preferenze, altrimenti avremo un Landeshauptmann perdente e debole, e perciò manovrabile.
Già riemergono convergenze tra l'ala più conservatrice della Volkspartei e i partiti di destra-centro che comandano a Roma, compresi i Fratelli d'Italia riscopertisi autonomisti.
Già riemergono convergenze tra l'ala più conservatrice della Volkspartei e i partiti di destra-centro che comandano a Roma, compresi i Fratelli d'Italia riscopertisi autonomisti. Si sta forse preparando la prossima Giunta provinciale, nell'attesa che l'ondata che ha premiato la destra si faccia sentire anche in Alto Adige/Südtirol. In questo caso Kompatscher sarà costretto a una politica che contraddice gran parte della sua visione, mandato a guidare la prima giunta con i nemici di sempre.
Chi governa non ha vita facile di questi tempi. L'Alto Adige/Südtirol ha alle spalle decenni di crescita, causa di benessere diffuso e appetiti crescenti. Kompatscher ha meno soldi da spendere, perché si riduce la quota disponibile del bilancio provinciale, mentre si fanno sentire problemi la cui portata va ben oltre le competenze della Provincia: crisi climatica, emergenze sanitarie, rivolgimenti geopolitici e più in generale il clima di incertezza e sfiducia, che ha scalzato l'ingiustificato ottimismo nel quale noi occidentali abbiamo vissuto finora.
 
2022_07_12_interview_kompatscher_seehauserfotolh_arno_kompatscher_28.jpg

 
Spiace dirlo a me che gli credo, ma Kompatscher ha sbagliato più di una mossa ultimamente.
 
Spiace dirlo a me che gli credo, ma Kompatscher ha sbagliato più di una mossa ultimamente. È stato a lungo incerto se accettare una terza candidatura; ha probabilmente infastidito i livelli intermedi del partito ponendo la condizione di nominare dieci candidati d'intesa con l'Obmann; ha richiesto, e poi fatto marcia indietro, di poter porre un veto su candidati a lui sgraditi – e ciò rivela insicurezza e forse anche un tratto autoritario. Ha ottenuto l'applauso della Landesversammlung, ma c'è poco da fidarsi perché anche la Volkspartei sa essere un muro di gomma.
Dieci anni fa, quando fu eletto per la prima volta, promise anche un nuovo stile di governo. Aveva tutte le carte per farcela. Probabilmente era quella l'occasione per imporre la sua leadership. Difficile che ci riesca ora.
Dieci anni fa, quando fu eletto per la prima volta, promise anche un nuovo stile di governo. Aveva tutte le carte per farcela: aveva consenso, era un volto nuovo, giovane, fuori dalle cordate, preparato, con buona esperienza amministrativa e formazione internazionale. Non era ingenuo e sapeva bene in quale ginepraio andava a cacciarsi. Probabilmente era quella l'occasione per imporre la sua leadership. Difficile che ci riesca ora.
 
Lucio Giudiceandrea è autore ed ex giornalista di RAI Alto Adige.