Cinquantadue primari a rischio
L’insana ossessione per avere la massima discrezionalità nelle scelte nei campi più disparati conduce regolarmente il legislatore provinciale a percorrere con un certo orgoglio una via amministrativa tutta “nostra”. Perché non siamo solo autonomi ma “speciali fra le speciali”, si ripete, anche giustamente. Questa tendenza ad esasperare il concetto di autonomia, che ha portato a molte conquiste per l’Alto Adige, in qualche occasione può costare cara. E’ il caso della normativa sulle nomine dei primari del 2017 che lo scorso anno ha portato alla dura sentenza della Corte costituzionale, che, come in mille altri casi, si è cercato di far passare per “nulla di che”. Invece, solo negli ultimi due mesi, sono state pronunciate sentenze che prevedono risarcimenti a "mancati primari" per centinaia di migliaia di euro.
Ma quante sono queste nomine oggi a forte rischio di ulteriori guai giudiziari? “Cinquantadue”, riferisce il direttore generale Florian Zerzer. Ecco dunque che il potenziale di risarcimenti danni ammonta a parecchi milioni di euro. E tutto ciò accade semplicemente perché “il legislatore” non ha voluto applicare i criteri di nomina nazionali – giudicati evidentemente troppo vincolanti - ma lasciare la massima discrezionalità al dirigente di nomina politica. E quest’ultimo, in quanto tale, ogni volta ha potuto scegliere fra “idonei”, non esclusivamente sulla base di criteri legati alla preparazione del candidato, ma grazie a riflessioni insindacabilmente fatte da lui (si spera non dall’organo politico che l’ha nominato) senza avere l'obbligo di motivare per iscritto alcunché.
Giusto per ricordare qual è il clima politico amministrativo ogni volta che uno dei molti modi in cui si manifesta l’esistenza del “sistema Südtirol” viene messo in discussione da soggetti “extraterritoriali”, occorre ricordare che - sulla scia dell’atteggiamento tenuto dai giuristi pubblici nell’ambito della vicenda Twenty, per fare sempre il solito esempio - nel comunicato stampa ufficiale a commento della sentenza della Consulta, l’Azienda sanitaria esultava perché la decisione dei giudici costituzionali risultava “assolutamente positiva per quanto concerne la libertà di nomina da parte del Direttore generale, che è stata confermata nella sua pienezza” (per chi non ritiene il virgolettato verosimile, il documento è leggibile qui) ma ometteva di spiegare le gravi ripercussioni della dichiarata incostituzionalità dell’articolo 6 della legge provinciale. Come se una squadra di club eliminata da una coppa per aver perso con una sconfitta epocale esultasse pubblicamente per l'unica rete messa a segno.
Sempre nella stessa nota l’Azienda sanitaria spiegava inoltre che la sentenza non comportava “alcun automatico annullamento delle nomine di Primari effettuate nel quadriennio 2017-2021”, ma aggiungeva che le medesime avrebbero potuto essere “teoricamente fatte oggetto di specifico ricorso giurisdizionale”. Tutto vero. Ora il “teoricamente” è diventata una situazione molto “concreta” e l’Azienda sanitaria è di fronte ad un'altra “crisi” di dimensioni colossali per le 52 nomine potenzialmente a rischio.
Le differenze normative
Il giudice del lavoro del Tribunale di Bolzano Scaramuzzino aveva messo rilevato i problemi principali della normativa provinciale rispetto a quella nazionale, fino ai cambiamenti entrati in vigore nel 2021.
Primo: fuori dai confini provinciali, le commissioni selezionatrici vengono costituite con personale esterno alle Aziende sanitarie in modo che a scegliere siano persone non legate alle logiche di potere dell’azienda stessa. “La commissione statale – scriveva il giudice - è composta da quattro membri mentre quella locale da tre; la commissione esaminatrice nella normativa statale è composta per i tre quarti da direttori di struttura complessa nella medesima disciplina scelti mediante sorteggio tra medici esterni all’Azienda, mentre il quarto membro è di diritto il direttore sanitario dell'azienda sanitaria”. La commissione in salsa sudtirolese fino al 2021 era composta “da due membri nominati rispettivamente dal Consiglio sanitari della stessa Azienda sanitaria e dal direttore di comprensorio sanitario. Il terzo, di diritto, era il direttore sanitario dell'azienda”. Altra differenza sostanziale; la commissione della normativa statale indicava una terna di nomi tramite la formazione di una graduatoria, potendo quindi la scelta essere operata solo tra i tre migliori di tale graduatoria.
La commissione “provinciale” indicava semplicemente una rosa di idonei, entro la quale poteva essere operata la scelta; nella normativa statale, una volta formata la terna secondo la graduatoria, il direttore generale può scegliere uno dei tre candidati, ma se non sceglie quello con il punteggio più alto è tenuto a motivare analiticamente la scelta. Nella normativa locale, una volta formata la rosa degli idonei, il direttore generale poteva scegliere uno dei candidati senza alcun obbligo di motivazione. Pur avendo i giudici demolito tutto il resto dell’impianto normativo, come detto, l’azienda sanitaria nel giorno della sentenza esultava perché quest’ultimo principio non era stato dichiarato incostituzionale.
Lo scenario
Nella conferenza stampa post giunta di ieri (30 maggio), il presidente ed assessore alla sanità Arno Kompatscher ha ribadito quanto detto al quotidiano Alto Adige. “La sentenza sulle procedure di nomina dell'Azienda è recentissima e deve essere ancora studiata a livello tecnico per capirne gli effetti concreti sui rapporti in essere. Lo stanno facendo i tecnici Asl con l'aiuto di qualche esperto esterno”.
Le due recenti sentenze fanno letteralmente tremare le mura degli edifici al Park Edison che ospitano i dirigenti della sanità altoatesina, i quali la prossima settimana riuniranno in seduta “plenaria” tutti i primari. A metà marzo il Giudice del lavoro Giulio Scaramuzzino ha decretato un risarcimento danni di 334.000 euro (+ 19.000 di spese legali) in favore di una medica. W. G. per “perdita di chance”. La scorsa settimana la Corte di Appello di Trento - sezione di Bolzano - ha stabilito in favore del medico Corrado Carbuciccio un risarcimento di 37.950 euro e un importo di 3.450 euro al mese “fino all'indizione di una nuova procedura di selezione”.
In sostanza l’Azienda non avrebbe potuto prorogare l’incarico al primario Rainer Oberhollenzer, perché scelto con i criteri bocciati dalla Consulta, ma avrebbe dovuto fare un nuovo concorso e per “punizione” dovrà pagare un abbondante mensile al medico fino a quando il concorso non si terrà. I primariati assegnati tra il 2017 e il 2021 in tutti i comprensori sono 52. Se si pensa a quanti possono essere di riflesso i medici danneggiati per “perdita di chance” si comprende quanto delicata sia la situazione nascosta sotto il tappeto per un anno e mezzo.
Il Pd: scelte incomprensibili
"Alla luce dei recenti pronunciamenti giudiziari - osservano Elio Dellantonio e Sandro Repetto del Pd - diversi primari dovranno rifare il concorso d’esame alla scadenza del loro mandato (...) I ritardi, i cambiamenti continui di priorità, il rinvio incomprensibile dell’assegnazione di primariati e direzione di servizi, gli incarichi per troppo tempo sospesi delle assegnazioni delle alte specializzazioni mediche, il blocco dei percorsi di carriera hanno creato un senso di sfiducia, di precarietà ed instabilità. Allo stesso tempo, nomine dirette improvvisamente calate dall’alto, incomprensibili nella tempistica, e senza concorso di Primari facenti funzioni di nuovi Servizi hanno generato ulteriore smarrimento e confusione. Risultano del tutto incomprensibili i concorsi rinviati sine die per Primariati di reparti importanti gestiti per anni da facenti funzioni mentre si procede in tempi rapidi per strutture sanitarie meno importanti. Un esempio eclatante è il prossimo bando di concorso per il SerD – Servizio per le dipendenze - di Brunico che ha una decina di collaboratori (e non ha alcuna ragione per essere un primariato autonomo) e da due anni non ha un dirigente di ruolo, mentre non viene effettuato il concorso di Primario per il SerD di Bolzano con oltre una trentina di unità di personale ed una facente funzioni da oltre sette anni. Una decisione decisamente incomprensibile".
ca. 350.000€ x 52 ergeben 18
ca. 350.000€ x 52 ergeben 18 Mio. welche in der Sanität fehlen könnten.
Kranker zu leben und gesunder zu sterben scheint bei diesen Situationen die autonome Zukunfts - Formel zu werden.
Le scelte discrezionali sono
Le scelte discrezionali sono estremamente funzionali ad un sistema/regime autocratico in quanto in barba al merito e alla capacità (che notoriamente per un medico sono cosucce secondarie) portano ai ruoli apicali amici e allineati evitando oppositori disfunzionali al sistema sudtirolese... spaventoso
Eine Autonomie des
Eine Autonomie des Verfassungsgerichts: https://www.brennerbasisdemokratie.eu/?p=78656
Direi più che altro che in
Direi più che altro che in questo contesto Sùdtirol IST Italien.
Riusciremo a mandarli a casa?
Riusciremo a mandarli a casa? Paghiamo danni per milioni, speriamo che la Corte dei Conti, riesca ad ottenerli dai colpevoli e non dalla collettività, altrimenti a loro va sempre bene
Antwort auf Riusciremo a mandarli a casa? von Lorenzo Albarello
Giusto! Gli strapagati
Giusto! Gli strapagati responsabili sono tali solo finché tutto va bene. La loro responsabilitá finisce quando c'é da pagare... e allora i "responsabili" diventiamo tutti noi che (stra)paghiamo le tasse!
Diese Autonomie ist
Diese Autonomie ist mittlerweile in allen Bereichen nur noch Machterhalt und Machtausbau. Und wie wir wissen, korrumpiert Macht.