Clima: eppure ce l'avevano detto!
Te l'avevo detto, io! Non so a voi, ma a me risulta insopportabile chi rinfaccia una sua previsione, quando si avvera. Insopportabile non tanto perché dimostra che lui o lei aveva ragione, può capitare. Ma perché ricorda che non ho ascoltato quell'avviso, e non mi sono preparato in tempo alle sue conseguenze. Mi ricorda cioè di essere stato uno stupido. Te l'avevo detto, io!
Scienziati e ambientalisti da almeno cinquant'anni lanciano allarmi sull'insostenibilità del nostro stile di vita, e su come questo stia stravolgendo l'ecosistema al punto da non saper nemmeno immaginare le conseguenze. Ce l'avevano detto, loro! Fa male sentirlo dire oggi, con i tetti delle case distrutti dalla grandine, le foreste sradicate dal vento, i ponti spazzati via dall'acqua, i ghiacciai che crollano e il fuoco che brucia paesi interi. Eppure è così...
“I paesi membri dell'ONU hanno a disposizione a malapena dieci anni per accantonare le proprie dispute e impegnarsi in un programma globale di arresto della corsa agli armamenti, di risanamento dell'ambiente, di controllo dell'esplosione demografica […]. In caso contrario c'è da temere che i problemi menzionati avranno raggiunto, entro il prossimo decennio, dimensioni tali da porli al di fuori di ogni nostra capacità di controllo”. Parole dell'allora Segretario generale delle Nazioni Unite, il birmano U-Thant. Sono parole dette nel 1969. Si trovano in apertura al rapporto del Club di Roma su “I limiti dello sviluppo”, primo avvertimento compiuto sulla finitezza delle risorse planetarie e sul rischio di una catastrofe ecologica, pubblicato nel 1972. Ce l'avevano detto, e pure da tempo!
Quel rapporto aveva naturalmente delle imprecisioni, all'epoca i sistemi di calcolo automatico erano meno potenti di un qualunque smartphone che ci gira in tasca. Ma il senso profondo e l'avvertimento erano chiari: la società dei consumi illimitati, basata sui combustibili fossili, sui pesticidi, sul “di tutto e di più”, ci avrebbe portato all'estinzione. Sono seguiti decenni di allarmi scientifici sempre più precisi, e anche di mobilitazioni e campagne popolari ambientaliste. I verdi sono entrati nei parlamenti, il lessico si è fatto green e perfino le industrie petrolifere hanno iniziato a parlare di sostenibilità. Ma al di là della facciata pubblicitaria, quegli allarmi sono stati ignorati, quando non derisi. L'idea che serva mettere un limite alla nostra crescita, che bisogna fare meglio con meno, che occorra una “conversione ecologica” come la chiamava Alexander Langer, semplicemente non ci ha toccato. E infatti cerchiamo ancora giacimenti di petrolio e progettiamo il ponte sullo Stretto, tra una Calabria che crolla e una Sicilia che brucia.
Te l'avevo detto, io! E' ingiusto ricordarlo ora a chi piange i morti, a chi ha la casa scoperchiata o i raccolti nei campi devastati. Ma quanti nei decenni passati potevano prendere decisioni per invertire la rotta e garantire un futuro al pianeta, e non l'hanno fatto, dovrebbero sentirsi addosso la colpa. Chi ha irriso il pensiero ambientalista definendolo arretrato, velleitario o catastrofico, dovrebbe almeno chiedere scusa. E tutti noi, che non abbiamo portato il nostro contributo per cambiare un modello di vita insostenibile, siamo un po' corresponsabili. E' insopportabile doverlo riconoscere, ma ce l'avevano detto!
50 Jahre Nichtstun rächt sich
50 Jahre Nichtstun rächt sich eben. Leider erwischt es wieder großteils die Falschen.
Analisi direi perfetta di un
Analisi direi perfetta di un problema (anche se chiamarlo tale è ormai riduttivo) che per certi versi facciamo ancor finta di non vedere.
"Chi ha irriso il pensiero ambientalista definendolo arretrato, velleitario o catastrofico, dovrebbe almeno chiedere scusa."..... questo suo passaggio personalmente mi lascia un doppio amaro in bocca, in quanto chi in passato ha deriso il pensiero ambientalista, ora in certi casi si erge pure a pretendere che le nuove generazioni facciano sacrifici doppi, proprio per porre ulteriore rimedio a quelli che loro non hanno voluto fare.
Ciò che però sta ancora accadendo, oltre ai "te l'avevo detto" è anche ben più grave, in quanto come gente che in passato non ha volutamente previsto misure in base a numeri ed idee, chi ora dovrebbe agire in base a fatti tangibili, tergiversa perdendo ancora più tempo nel trovare ridicole scuse e pericolose giustificazioni.
Inviterei inoltre chi fa parte di quest'ultima categoria, ad andare a vedere cos'è stato l'esperimento di John B. Calhoun "Universo 25", perché se non si preoccupa della misura in cui Madre Natura ci sta presentando un salatissimo conto, forse potrà farsi un'idea di come, probabilmente, stia solo aspettando che noi stessi l'anticiperemo con le nostre stesse mani.
Al "te l'avevo detto" occorre
Al "te l'avevo detto" occorre aggiungere l'ipocrisia del fingere di fare. Del proporre soluzioni trasversali che in pratica servono a nulla, primo di tutti il commercio delle emissioni. Emission trading non puo' funzionare per questioni sia tecniche sia economiche, terra-terra, molto semplici, che nessuno accetta di ascoltare. Ma fa comodo a chi e' al potere, che ha l'alibi per non agire, cosi' come alle opposizioni pseudo-ambientaliste che in questo modo sono convinte di essere ascoltate dalle elite.
Su cosa punta l'Unione Europea per ridurre le emissioni di gas climalteranti, in teoria fino a zero tra il 2040-2050? Sul commercio delle emissioni.
Antwort auf Al "te l'avevo detto" occorre von Gianguido Piani
Bereits 1977 hat der interne
Bereits 1977 hat der interne Wissenschaftler der EXXON mit seinem Vortrag die Firmenleitung gewarnt:
"ES bleiben nur mehr 5 bis 10 Jahre um von den fossilen Brennstoffen los zu kommen."
Die Manager der EXXON, besorgt um die Bilanzen, haben darauf hin die gleiche Werbe-Firma beauftragt, die schon der Zigaretten-Industrie geholfen hat, mit der Verunsicherung: "Es ist nicht erwiesen, das Rauchen der Gesundheit schadet!" für weitere Jahrzehnte den Gefahren-Hinweis auf den Zigaretten-Pckungen zu verhindern und die Volks-Gesundheit über Jahrzehnte zu missachten.
1988 hat der USA-Wissenschaftler James Hansen erklärt: "Die Klima-Krise ist nicht mehr zu übersehen!" Er wurde deswegen mehrmals auf Weisung der USA-Regierung verhaftet.