Politik | autonomia

Ritorno allo Statuto

Le responsabilità della Lega nel processo di disgregazione dell'Autonomia. Perchè tornare al dialogo tra le due Province e rafforzare la Regione è urgente più che mai.
Percorso autonomia
Foto: Lpa Ivo Corrà

La geopolitica è stata alla base della genesi del Principato vescovile di Trento. Grazie ad essa, un piccolo territorio che non aveva risorse per erigersi a stato, le ha trovate avvalendosi del sostegno di due potenze universalistiche, l’Impero e il Papato, che così si assicuravano una influenza determinante in una area strategica militarmente, e importante dal punto di vista politico, culturale e religioso.

In conseguenza di questo ruolo di “terra di mezzo” fra due grandi istituzioni e fra mondo italiano e mondo tedesco, il Trentino si è garantito sopravvivenza e ruolo europeo , finché, dopo 800 anni il Principato non finì sotto l’urto della rivoluzione francese, ed aggregato al Land Tirolo, scomparve come realtà politica autonoma.

Tuttavia, nel secolo successivo, esso è risorto, in altra forma ed in un contesto politico diverso, ma sempre fondato sulla esigenza strategica di fungere da “terra di mezzo” fra mondo italiano e tedesco. La Regione a Statuto speciale Trentino Alto Adige è il nuovo soggetto succeduto al Principato, ricomprendendo in sè le popolazioni di etnia tedesca del Sudtirolo.

Il Trentino potrà godere di una speciale autonomia solo se questa sarà condivisa colla popolazione tedesca e quelle ladine insediate in questa terra di confine

Questa rivisitazione della nostra storia, dovrebbe trasmettere ai trentini un insegnamento: che il Trentino potrà godere di una speciale autonomia solo se questa sarà condivisa colla popolazione tedesca e quelle ladine insediate in questa terra di confine. E’ quanto già affermava l’ASAR nel 1946, proclamando la necessità della “autonomia regionale integrale, da Ala al Brennero.” Un programma che prevedeva la abolizione delle Province, considerate istituzioni foriere di contrapposizioni etniche.

Ebbene, alla luce di queste considerazioni, appaiono chiare le ragioni del declino che ormai da tempo affligge la speciale autonomia trentina, e che in quest’ultima legislatura ha registrato una impressionante accelerazione. Il sistematico svuotamento della Regione, qualificata come una cornice di facciata, la soppressione del ruolo di presidente della Regione, trasferito a turno in capo ai presidenti delle Province con la famigerata “staffetta,” hanno intaccato la ragion d’essere stessa della speciale autonomia del Trentino.

Ma chi paga oggi più duramente la nuova stagione del Trentinismo autoreferenziale, è la minoranza italiana in Alto Adige, che sta ridiventando un focolaio di tensioni interetniche.

Allo smarrimento della pubblica opinione ed al disorientamento che ne sono derivati, si è tentato di supplire accreditando l’immagine di un Trentino unico depositario del patrimonio autonomistico, e di una Provincia unica detentrice dei relativi poteri. Questo comportò la caduta delle motivazioni al dialogo e alla collaborazione sia con i sudtirolesi e le due minoranze ladine, sia più in generale col mondo tedesco, la Repubblica federale tedesca innanzitutto, cui si guardava quale interlocutore ambito, nella stagione di Bruno Kessler. Ma chi paga oggi più duramente la nuova stagione del Trentinismo autoreferenziale, è la minoranza italiana in Alto Adige, che sta ridiventando un focolaio di tensioni interetniche.

Questa involuzione istituzionale e politica ha quindi estraniato il Trentino dal contesto geopolitico che caratterizza la specialità dell’autonomia. I timori di Bruno Kessler di un Trentino “piccolo e solo” si stanno avverando. Né i vagheggiamenti su di una Euregio inclusiva anche del Land Tirolo e munita di straordinari poteri di autogoverno a cavallo delle Alpi, in cui si cullano anche dirigenti del PD, sembrano realistici. Basterà ricordare che in una istituzione di questo tipo, che già in sé appartiene alla fantapolitica ,le popolazioni tedesche largamente maggioritarie, e quindi i loro partiti, avrebbero l’assoluto controllo.

E’ in questo quadro sconsolante che deve collocarsi anche la analisi di questi ultimi 5 anni di governo della Lega

Però le coalizioni di centro sinistra che hanno condotto per lustri questa politica, vittime delle contraddizioni che ne sono derivate, furono bocciate dall’elettorato 5 anni fa, ed è significativo che la Lega abbia vinto ponendo al centro del suo programma il ritorno all’ordine statutario : “Riportare in capo alla Regione la nomina del proprio Presidente.” Solenne impegno, tradito dalla Lega non appena contate le schede. E’ in questo quadro sconsolante che deve collocarsi anche la analisi di questi ultimi 5 anni di governo della Lega.
In questo periodo il Trentino ha perso, a beneficio del Sudtirolo, che sempre più lo surclassa in termini di sviluppo, importanti istituti bancari, il suo tradizionale quotidiano di informazione è passato sotto il controllo di un potente gruppo editoriale della destra sudtirolese , e a breve si preannunciano altre traumatiche trasmigrazioni. Allo choc dei grandi carnivori poi, la Lega e i suoi alleati rispondono con trovate propagandistiche. Non si intravvede una linea politica seria che affronti la situazione unitariamente a livello regionale, in un serrato confronto con lo stato e sulla base dei poteri che lo Statuto regionale conferisce alle nostre istituzioni autonomistiche, con il ricorso quindi alla speciale legislazione impersonata dalle norme di attuazione.

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Simonetta Lucchi Sa., 16.09.2023 - 10:44

Nel mio tentativo costante di favorire una serena multiculturalità - ma anche nella volontà di affrontare i problemi esistenti, perché negarli non fa altro che rinfocolare davvero le tensioni - ritengo le affermazioni prive di effettiva sostanza di persone che non conoscono questa realtà molto gravi e preoccupanti. Mai bisognerebbe parlare avventatamente se non chiarendo bene a cosa e a chi ci si riferisce.

Sa., 16.09.2023 - 10:44 Permalink
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△rtim post Sa., 16.09.2023 - 12:25

Sergio De Carneri Die Gleichsetzung von "Trento-Tirolo" mit "Trentino" ist ebenso geschichtsverfälschend wie die Feststellung, dass das das Erzbistum Trient erst ab 1815 Teil des Habsburger Erblandes Tirols gewesen sei. (Vgl.a.: Prof. Evertons Altmeyers zahlreich gesammelte Belege, hist. Karten ... :"A proposito di 'Trentino' che diventa Tirolo nel 1815" e fantasie varie: Carta "Comitatus Tirolensis" (1599) di Dominicus Custos (1560 - 1612), dove si vede "Trent", ossia Trento. )"
Tirol war territorial eigenständig und nie Teil des Herzogtums Österreich. Ab 1363 wurde Tirol als Habsburger Erbland (weitgehend unter Wahrung seiner Rechte, einschließlich im Trient-Tirol) regiert.
Erst mit der Geburt der Republik am 12. November 1918 wurde Tirol (einschließlich Deutsch-Südtirol) Teil Österreichs.
Heute gilt es wohl mehr denn je, damit zusammenwächst, was zusammengehört, die Euregio Tirol auszugestalten. Das Modell der italienischen Region ist historisch bekanntlich gescheitert.

Sa., 16.09.2023 - 12:25 Permalink
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Max Carbone Mo., 18.09.2023 - 07:09

articolo chiarissimo, che capisco e condivido; la cecità dei partiti che rappresentano il gruppo linguistico italiano in Alto Adige è colpevole e devastante.

Mo., 18.09.2023 - 07:09 Permalink
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Max Carbone Mo., 18.09.2023 - 07:09

articolo chiarissimo, che capisco e condivido; la cecità dei partiti che rappresentano il gruppo linguistico italiano in Alto Adige è colpevole e devastante.

Mo., 18.09.2023 - 07:09 Permalink
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Evelin Grenier Mo., 18.09.2023 - 08:21

Mi sembra evidente che quella frase sì riferisca a Lei (e a quelli che la pensano come Lei) . Altrimenti non si sarebbe sentito chiamato in causa. :-)

Mo., 18.09.2023 - 08:21 Permalink