Gesellschaft | Il caso

Tolleranza, una parola straniera

Un'intervista di salto.bz ha suscitato clamore. In essa appare un Sudtirolo percorso da bande di giovani aggressivi e razzisti, affiliati a gruppi di estrema destra e protetti da un contesto spesso complice o comunque indifferente.

Il Sudtirolo è una terra ricca, bella e ospitale. Ma sotto la superficie luccicante risulta ancora percorsa, soprattutto per quanto riguarda la “scena” giovanile, da oscure tensioni che si cristallizzano nella riattivazione di appartenenze nefaste, perlopiù tollerate da chi avrebbe invece il compito di contrastarle. E' questa l'amara sensazione che si ricava dalla lettura dell'intervista di Ursula Lüfter che, pubblicata sul nostro portale, ha totalizzato un altissimo numero di visite e commenti.

A parlare un ragazzo, diciannovenne, proveniente dalle pendici costiere della Mendola, zona nota col nome di Oltradige . Nel suo racconto si fa riferimento a fatti precisi, alla paura diffusa da gruppi di altri ragazzi (anche quindicenni) vestiti secondo la moda neo-nazista, i quali - nel contesto di certi locali come il Pub One di Untermais o l'Exclusiv di Lana – ingaggiano spesso e volentieri risse con gli stranieri, uscendone quasi sempre “puliti”. A pagare il conto per i disordini, invece, sono quasi sempre gli altri, gli stranieri, per l'appunto, stigmatizzati anche dal resto della popolazione e dunque caricati di pregiudizi dai quali gli estremisti cavano la protezione necessaria per continuare ad agire indisturbati.

Dal racconto di Markus (questo il nome fittizio scelto dall'intervistato) si evincono responsabilità precise. Il quotidiano in lingua tedesca “Dolomiten”, ad esempio, che con la sua campagna “Contro la violenza” ha preso di mira esclusivamente gli stranieri, oscurando il contesto in cui tale violenza trova facile terreno per propagarsi. Ma anche i gestori dei locali, che volentieri chiudono un occhio su chi provoca e cerca la rissa, per poi addossare tutta la colpa sugli stranieri, da vittime immediatamente categorizzati come gli unici artefici.

Non va meglio altrove. Nella scuola media di Lana o in quella professionale si possono trovare scritte razziste fatte con lo spray o croci uncinate che non vengono rimosse. Gli studenti hanno la facoltà di girare con indumenti carichi di simbologie estreme e possono salutarsi col braccio teso senza che nessuno intervenga. Anche la sottile linea di demarcazione che divide il patriottismo – da molti ipocritamente visto come “sano” - dall'estremismo di destra è oltrepassata tranquillamente, una cosa per molti scontata.

A questo proposito viene messo in luce il ruolo assunto da gruppi musicali come i Frei.Wild: “Quando nei locali viene suonato il pezzo Südtirol e arriva la frase I tuoi nemici devono bruciare all'inferno, nazisti e patrioti esultano all'unisono e si mettono ad indicare gli stranieri. “Markus” racconta di essere stato più volte coinvolto in episodi di violenza, solo perché il modo con cui si veste lo identifica come un “nemico”. Una volta è accaduto in un autobus, di notte, quando tornava a casa dopo aver partecipato a un concerto. Due estremisti di destra l'hanno picchiato senza che nessun altro occupante del mezzo si sia mosso a difenderlo. Neppure l'autista. Ormai, commenta, l'assuefazione è totale.

Alla fine l'intervistatrice chiede: “Di queste cose, dell'estremismo di destra, si parla troppo poco?” Ecco la sua risposta: “Senza dubbio. Questi fatti stentano ad emergere. Non si vuole rovinare il buon nome della piazza. Certo, il Sudtirolo è un bel posto, ma molte cose vengono nascoste e abbiamo anche tantissimi problemi. Però si preferisce girare il viso dall'altra parte, così quello che veramente accade non viene alla luce”.


 

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gorgias

Frei.Wilds Statements gegenüber dem Nazismus und die Patrioten/Idioten Kampagne der STF zeigen parallel das selbe auf. Das die Verbindung zwischen diesen beiden Milleus und Weltanschauungen fließend sind. Inhaltliche Versuche zur Abtrennung wirken spätestens auf dem zweiten Blick künstlich und werden doch am Ende ignoriert.

Wie wenig dieser Patriotismus mit Eigenliebe und Lebensfreude verbunden ist, sondern mit Opfertum, Leid und Ressentimant gegen "äußere Kräfte" kann gut an folgenden Videos abgelesen werden:

https://www.youtube.com/watch?v=6-_kr5OjluY
https://www.youtube.com/watch?v=mwbJ1qP-htM

Hätte ich diese ins Internet gestellt würde ich ihnen den Titel gegeben:
"Der Tatta und die Walschen"

Sa., 21.06.2014 - 15:02 Permalink