“Più voce al fondovalle”
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SALTO: Assessore Gennaccaro, anche se non è capolista de La Civica, la sua presenza alle provinciali è decisamente visibile…
Angelo Gennaccaro: (Ride) Mi si nota, diciamo. Ma questa è casa mia. Guardando all’indietro il mio percorso politico, ho sempre cercato quest’area, pensando al giorno in cui mi fossi messo a disposizione come candidato alle provinciali — perché questa è la mia prima candidatura. Non c'è mai stata una casa o meglio un contenitore politico che potesse in qualche modo rappresentare questa terza via, come immagino io la politica. Anche su mio impulso siamo riusciti a mettere insieme diverse realtà, anche in periferia, che comprendono piccoli amministratori locali. Alcuni sono sulla lista, altri per dinamiche diverse non sono candidati, ma ci stanno supportando. Dopo attenta riflessione mi è venuto naturale mettermi a disposizione.
Da anni lei percorre questa “terza via”, che almeno a Bolzano ha un suo spazio politico — la sua lista l’ha dimostrato. Ma a livello provinciale crede esista davvero uno spazio tra i due blocchi, il centrodestra “italiano” e il centrosinistra di Verdi, PD, M5S?
Se volgo lo sguardo verso Merano, lì abbiamo due liste che hanno fatto un piccolo miracolo: contro un blocco di centrodestra e centrosinistra ben strutturati hanno eletto un sindaco civico. A Bolzano ci siamo, il risultato lo abbiamo fatto. Anche in altre zone, ovvero nella dimensione di periferia più a contatto con il mondo italiano, vedo uno scollamento forte rispetto alle dimensioni partitiche, con le promesse nazionali che sentiamo. Il sogno dei Cinque Stelle come “grande speranza” ha fatto arrabbiare le moltissime persone che aveva coinvolto. E lo stesso vale per i partiti tradizionali. Quando la Meloni in campagna elettorale prometteva di abbassare le accise o il blocco navale e poi non corrispondono fatti… finisci per demotivare l’elettore, che ci crede sempre meno ormai alle elezioni come strumento incisivo e non va più a votare. Per questo crediamo ci sia uno spazio percorribile nei Comuni, il luogo più vicino a tutti i cittadini, che quotidianamente si devono confrontare con quelle che sono le norme provinciali.
Quali sono i temi che connotano il suo impegno dentro la Civica?
Il trait d’union principale è provare a dare una dignità maggiore al fondovalle, partendo da Bolzano “capostipite” ma non solo. Da Salorno per arrivare a Merano c’è un asse che rappresenta il fondovalle che viene dimenticato dalle politiche provinciali. Nel bilancio provinciale c'è uno sbilanciamento verso l’agricoltura e il turismo: benissimo, per carità, ma vediamo minore attenzione per le politiche del fondovalle. Aggiungo poi la centralità del capoluogo, declinata con lo slogan “soprattutto Bolzano”, non in chiave egoistica: se funziona Bolzano, come città larga e collaborativa, stanno meglio tutti gli altri. La Provincia ha fatto ricadere tutte le strutture su Bolzano senza però dotarla di una rete di salvataggio. Una Bolzano più forte è un sistema più forte per tutti.
Proviamo a dare maggiore dignità al fondovalle, partendo da Bolzano. Se funziona Bolzano, stanno meglio tutti gli altri.
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Su Bolzano e l’idea di fondovalle “più forte”, cosa la distingue per esempio dalle posizioni del capolista leghista Christian Bianchi?
Ho visto questo video su Instagram di Bianchi-Vettorato sul CPR a Bolzano: non c'è una concezione di immedesimarsi in quelle che sono le problematiche, la mentalità è “scarichiamo tutto su Bolzano”. La città capoluogo non può essere vista solo come uno scaricabarile. Da amministratore l’ho visto fare in campo sociale, di sicurezza, sanitario, della mobilità… Il CPR deve essere fatto perché il ministero ce lo chiede? Perfetto, perché Bolzano? Allora lo mettiamo a Laives?
La Lega è favorevole “ovunque”, lei è contrario ma solo a Bolzano. Quindi il CPR è una scelta valida purché si trovi altrove?
Non entrerei nel merito, se è costituzionale o meno, se sono piccoli lager o no. Qui subiamo le dinamiche nazionali, il governo dice “fallo” e si trova il luogo dove metterlo. Però far passare il messaggio che se non lo vogliono i paesi, allora noi a Bolzano “teniamo i delinquenti per strada”, non lo accetto. Il tema è: facciamolo, ma non a Bolzano.
Siamo in grado di gestire la scuola italiana in maniera bilingue anziché nasconderci dietro alla scusa “eh, la SVP non vuole”?
Nel frattempo anche la SVP è attraversata da profondi dissidi interni. Come valuta questa “stagione Kompatscher”?
Credo che la Volkspartei faccia la Volkspartei, con le sue dinamiche e i suoi difetti. La forza dovrebbe essere quella dei partner di giunta, di fare gli interessi di un'altra parte. È palese e giustificabile che la SVP destini le sue politiche maggiormente lì dove ha il suo bacino elettorale. Quello che posso dire è che gli altri partiti devono fare la loro parte. Non era mai successo che la SVP scendesse a 15 consiglieri, come nel 2018. Lì c'era una condizione storica, nella quale il partner poteva realmente fare un’azione un pochino più incisiva. Un momento storico, insomma, con un unico alleato italiano di 4 consiglieri che potevano fare la differenza. Poi non parliamo delle diatribe dentro la Lega, tra Vettori fuoriuscito, Bessone e Vettorato... Noi italiani non siamo stati in grado di fare meglio della SVP.
Sulla scuola la Lega ha provato ad alzare la voce, ma i rapporti di forza restano insormontabili…
Con la nostra intendenza scolastica, siamo in grado di gestirci la nostra scuola italiana in maniera bilingue? Non devo chiedere il permesso alla SVP per istituire una sezione bilingue. E perché non posso farle tutte bilingui? Certo, sulla struttura unica o la “scuola unica”, il discorso è più complesso. Ma il mio insegnante veniva da Napoli, i miei compagni di classe ne correggevano gli errori. Poi non voglio fare della demagogia, perché c’è anche un problema di reclutamento del personale scolastico. Detto questo, ci vuole coraggio, proviamo a sperimentare anziché sempre nasconderci dietro alla scusa “eh, la SVP non vuole”.
Stiamo crescendo figli di astensionisti, generazioni che in molti casi non hanno più nemmeno l'esempio delle famiglie che andavano a votare.
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Se dovesse essere eletto consigliere provinciale, accantonerà il suo sogno di diventare sindaco di Bolzano?
Stiamo facendo un passo un po' troppo in là, oggi è ancora un po’ prematuro. Non è ovviamente esclusa una mia elezione in Provincia. Ma il progetto è comunque “Bolzano 25” — che può andare anche con Gennaccaro oltre Gennaccaro. Spero questa lista possa dimostrare che ci siamo fortemente sul territorio con una visione e una regia sulle amministrative 2025. Siamo comunque amministratori territoriali, a ognuno sta a cuore in primis la propria città. Vale per Bolzano, per Laives e per Merano, per rafforzare un movimento civico in un'area territoriale con diversi Comuni.
Qual è il suo appello al voto?
Mi sta molto a cuore, e lo sto ripetendo a tutti: andate a votare. Non vuoi votarmi? Non votarmi, ma ti prego, vai a votare. Mi piace nelle campagne elettorali emozionare e appassionare al momento del voto: impegnarsi, informarsi, conoscere, capire. Posso stare antipatico, puoi non condividere il mio pensiero, ma ci sarà sempre qualcuno che possiamo votare. Stiamo crescendo figli di astensionisti, generazioni che in molti casi non hanno più nemmeno l'esempio delle famiglie che andavano a votare. Incontro signori che dicono: “no, non vado”. Ma che esempio stai dando a tuo figlio? Andiamo a votare, invece.
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Vielen Dank für diesen
Vielen Dank für diesen Beitrag. Aus meiner Sicht wirft er einige unbeantwortete Fragen auf. Herr Udo Göttlich lehrt – wie Sie schreiben – an der Zeppelin Universität in Friedrichshafen am Bodensee, die – diese Information fehlt – vom Ministerium für Wissenschaft, Forschung und Kunst Baden-Württemberg akkreditiert ist. Ich hätte gern von Herrn Göttlich gewusst, warum seine “klassischen” Leitmedien, die “die schwierige politische Entscheidungslage vermitteln” wollten, jene titulierten “Querdenker” nicht eingeladen und bewusst eine Spaltung in Kauf nahmen und zwingend wissen mussten, dass “soziale Medien” als Ersatz für “soziale Akzeptanz” dienten.
Hinzu kommt, dass die These, der Wunsch nach sozialer Akzeptanz hätte zur derzeitigen Situation geführt, ich für eine sehr schwache halte, da dieser Wunsch ein stark menschlicher ist – schließlich wohnt er in uns alle inne. Es geht nicht, wie Sie richtig beschreiben, um Wissensvermittlung oder gar Erkenntnis, sondern rein um Zustimmung. Die unbekannten Motive dahinter wären sehr interessant zu verstehen, von zwar von beiden Seiten.
Nicht nur eine parallele Welt der Selbstbehaupter ist entstanden, in der die Quantität vor Qualität steht, sondern völlig unerwähnt blieb das radikale Zensieren von Videos, Durchsetzen von Werbeverboten und Kontosperrungen hinter dem Vorwand, die ”Demokratie zu schützen”. Da hätte ich gern von den Spezialisten gehört, seit wann Regierungen dazu ermächtigt sind, darüber zu entscheiden, was demokratisch ist und was nicht.
Die kritische Haltung der Redner gegenüber Faktenchecks, dessen einschlägige Websiten reihenweise gegen das Impressumgesetz verstoßen, halte ich für angebracht. Jedoch nicht mit dem Hinweis, wie sie erwähnen, die “gecheckten Seiten” einfach zu ignorieren. Das wird oft praktiziert, mehr noch, wenn darüber geschrieben wird, kommt der Bericht meist in Form von Meinungsäußerung, der als Meldung getarnt wird, daher; was ich für zutiefst undemokratisch halte. Auch darauf hätte ich gern eine Antwort.
Der Wunsch eines Austausches in einer Art Wiener Café halte ich für wünschenswert. Manchmal lösten Fäuste eine emotionale Meinungsverschiedenheit auf und in der klaren Luft danach ließ sich leichter zusammenfinden als in sozialen Medienlandschaften von heute.
Antwort auf Vielen Dank für diesen von Thomas B.
Zitat: “Nicht nur eine
Zitat: “Nicht nur eine parallele Welt der Selbstbehaupter ist entstanden, in der die Quantität vor Qualität steht, sondern völlig unerwähnt blieb das radikale Zensieren von Videos, Durchsetzen von Werbeverboten und Kontosperrungen hinter dem Vorwand, die ”Demokratie zu schützen”. Da hätte ich gern von den Spezialisten gehört, seit wann Regierungen dazu ermächtigt sind, darüber zu entscheiden, was demokratisch ist und was nicht”:
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Hier ein Beispiel zum oben Gesagten:
Es geht und ging nicht darum, “radikale Zensieren von Videos, Durchsetzen von Werbeverboten und Kontosperrungen hinter dem Vorwand, die ”Demokratie zu schützen”, also nicht um die “Demokratie” zu schützen”, sondern nicht SELBST die (gegebenenfalls auch strafrechtliche) Verantwortung zur Verbreitung unwahrer, falscher, beleidigender, diskriminietender Darstellungen mitzutragen.
Jeder hat doch das Hausrecht zu respektieren, gegebenenfalls auch den Selbstschutz von Medien.
Es geht nicht darum “was demokratisch ist und was nicht”, sondern was Wissenskonsens ist, was “Fakten nach aktuellem Wissensstand” sind, und was fake news sind, Desinformation, Unwahrheiten, Lügen.
Es geht um die qualitative Unterscheidung zwischen Fakten und Meinungen. Es geht darum, dass man “aktuelles Wissen” unter dem Motto “ich weiß, dass ich nichts weiß” ablehne und in einer Art “Beliebigkeit von allem” alles gleich wahr oder gleich unwahr mache - und in dieser generellen Beliebigkeit wird dann zum Beispiel ein Daniele Ganser zum “Friedensforscher”, Donald Trump zum “Wahlsieger”, Putin wird zum Angegriffenen und Friedensengel, der Vergewaltiger zum eigentlichen Opfer.
Alles kann, “meinungsfrei”, gleichwertig ins Gegenteil verkehrt werden.
Es entsteht die postfaktische Welt.
Antwort auf Zitat: “Nicht nur eine von Peter Gasser
"Es geht nicht darum “was
"Es geht nicht darum “was demokratisch ist und was nicht”, sondern was Wissenskonsens ist, was “Fakten nach aktuellem Wissensstand” sind, und was fake news sind, Desinformation, Unwahrheiten, Lügen."
Da fällt mir spontan die hundertfach und mehr geäußerte Behauptung (öffentlich rechtlicher Medien und Politik unisono) dass die Covid Impfung vor Ansteckung und Weitergabe schütze und somit die Infektionskette unterbrochen werde, sofern sich die gesamte Bevölkerung impfen ließe, worauf das Alter der möglichen Impflinge sukzessive nach unten gedrückt, und die gesamte Bevölkerung massiv zur Impfung genötigt wurde. Diese "Fakten" (Fremdschutz) waren aber von der Wissenschaft (Hersteller) gar nicht untersucht worden, wie Frau Janine Small im Europarlament auf Anfrage richtig gestellt hatte, zumal die Beobachtung (Realität) eben gerade zunehmend das Gegenteil des Behaupteten zutage gefördert hatte.
So wird natürlich kein Vertrauen aufgebaut.
https://www.youtube.com/watch?v=SguL0aVzKgg
Antwort auf "Es geht nicht darum “was von AlexCappe8
Achtung Herr Milo, dass Sie
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Antwort auf Achtung Herr Milo, dass Sie von Martin Tarshito
So ist es, ich kann davon ein
So ist es, ich kann davon ein Lied singen, wie Sie solcher gemeint haben
Antwort auf Achtung Herr Milo, dass Sie von Martin Tarshito
Mein Kommentar, Wertes SCM,
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Antwort auf Mein Kommentar, Wertes SCM, von Martin Tarshito
Auch dieser (mein) Kommentar
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Antwort auf Auch dieser (mein) Kommentar von Elisabeth Garber
Mit dem Unterschied, dass ich
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Antwort auf Vielen Dank für diesen von Thomas B.
Ich fragte nach den Motiv –
Ich fragte nach den Motiv – und das ein Politisches. Und das Politische steckt bereits in der Definition der Situation: Was ist das Problem? Um diese Fragen zu beantworten, kann Politik nicht auf das Wissen warten. Das heißt, dass politische Urteile sich nicht beweisen, sondern nur “bewähren” müssen, es gibt keine Tatsachen im Politischen. Was als Fakten behandelt werden, sind immer Konstruktionen von interessierter Seite. Wenn alles konstruiert ist, gibt es auch keine unleugbaren Fakten: Wenn es gerade einem passt, dann sind es “fake news”, und wenn es nicht passt, ist es eine Konstruktion. Also steckt hinter nichts anderes als eine Art der Zensur. Deshalb hat Max Weber Augenmaß und Verantwortung gefordert, zu verstehen als Grundkritik einer politischen Urteilskraft. Heute kollabiert die Differenz zwischen Politik und Moral im politischen Moralismus von heute; das ist der Grund für einen Niedergang der Debattenkultur und die Ohnmacht der Argumente. Diesen Prozess der Entdifferenzierung hat der Philosoph Hermann Lübbe so charakterisiert: Die Moral, die ihren Unterschied von der Politik nicht erträgt und ihn aufzuheben versucht, zerstört damit lediglich jene Schranken jenseits derer, die Politik einen totalen Charakter annimmt. Meiner Ansicht nach meint Lübbe, dass die politisierte Moral einer totalitären Politik entspricht. Je schwächer der gesunde Menschenverstand, desto stärker die Gesinnung. Dort wo Gefühle anstatt Argumenten die Debatten bestimmen, kommt es unvermeidlich zur Verteufelung Andersdenkender.
Antwort auf Ich fragte nach den Motiv – von Thomas B.
Sehr tiefschuerfender
Sehr tiefschuerfender Kommentar, Klasse ¡¡¡¡
Ich nehme ein Zitat heraus,
Ich nehme ein Zitat heraus, um eine Überlegung dazu dazulegen: „Das Ergebnis war eine Spaltung in eine klassische Medienlandschaft und in einen Raum der alternativen Fakten“:
Von bestimmten Kreisen wurden “Fakten” generell aufgehoben bzw. abgelehnt unter dem Motto, “man wisse nichts” (gar Sokrates wurde sinnentfremdend zitiert), und wenn man “nichts weiß”, dann kann jede Meinung wahr sein - womit der qualitative Unterschied zwischen Fakten und “alternativen Fakten” (= Unwahrheiten, Desinformation) aufgehoben und beides zu zwei gleichberechtigten Meinungen gemacht wurde: in der Folge wurde die Ablehnung “alternativer Fakten” (Unwahrheiten, falsche Tatsachen, fake news) vielfach als Zensur, als Verweigerung der “Meinungsfreiheit” angeprangert.
Die Gleichsetzung von Tatsache, Fakt auf der einen Seite, und Meinung, Behauptung auf der einen Seite, ist das Grundübel dieser Diskussion.
- Unterschiedliche Meinungen zum aktuellen Wissensstand sind gleichberechtigt und diskutabel.
- Fakten und “alternative Fakten” sind nicht gleichberechtigt - deshalb kann man nur in qualitativer Gegenüberstellung, und nicht in Gleichsetzung über diese diskutieren.
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Berühmtestes Beispiel von Donald Trump: “Ich habe die Wahl gewonnen” - darüber kann man diskutieren, wenn dies als Unwahrheit erkannt ist;
- eine Diskussion aber, ob dies gleichermaßen Fakt (“wahr”) ist, wie die Aussage, Trump habe die Wahl gewonnen, ist und bleibt Unsinn, und hat mit “Meinungsfreiheit” nichts zu tun. Es ist Unwahrheit, es ist längst Lüge geworden.
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Richtig finde ich, dass man Vertreter “alternativer Fakten” in die öffentliche Diskussion einbeziehen und dort widerlegen sollte, sofern diese “alternativen Fakten” nicht ehrrührig, beleidigend, rassistisch... sind, dann gehören diese meiner Meinung nach unterbunden und bestraft - das Recht des einen hört dort auf, wo das Recht des anderen verletzt wird.
Zitat: „Wir brauchen in den
Zitat: „Wir brauchen in den Medien neue Formate, in denen sich Sprecher auf Augenhöhe begegnen können und in ihrem Streit immer eines riskieren, und zwar das soziale Ansehen bzw. die Einbindung in die soziale Gruppe. Auch ein absoluter Quertreiber und Stinkstiefel wird sich in einer sozialen Gruppe nicht daneben benehmen, weil er durch die Gruppe kontrolliert wird“, so Göttlich”:
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Richtig, das bedeute aber das Ende von anonymen Accounts.
Antwort auf Zitat: „Wir brauchen in den von Peter Gasser
.... und die Renaissance des
.... und die Renaissance des Sozialismus.
Warum Göttlich wohl mit Worten hantiert, mit denen medial vor allem Fussballfanaten vergnügt werden?
"Quertreiber und Stinkstiefel" sind im medialen Umfeld des Fußballs oft gebrauchte Synonyme für Spielverderber.
Um welches Spiel es sich hier wohl handeln mag?
Jedenfalls geht es offensichtlich um die Wahrnehmung, dass es klare Spielregeln gibt sowie Spielzüge, die vom Trainer (Er-"Zieher") oder Coach ( meist anpeitschender "Kutscher") angesagt werden. Woran sich natürlich alle zu halten haben.
Sonst ist Schluss mit "sozialem Ansehen und Einbindung in die soziale Gruppe".
Und wer bestimmt in diesem "ersten Versuch" , "die Pandemie aufzuarbeiten" die Spielregeln? Wer managet den Club? Wer finanziert ihn maßgeblich? Wer ist Trainer/Coach? Wer sind die Hooligans?
"Corona-Pandemie
"Corona-Pandemie aufzuarbeiten? ....Fachtagung ... Eurac Reasearch einen ersten Versuch unternommen."
Großes Schmunzeln...
"Nach Luhmann liege die Leistung der Massenmedien im System-Erhalt", womit bereits alles gesagt ist.
Die Frage ist nur, wie stellt sich das System dar, wie verhält es sich, wie schützt es sich vor vermeintlich destabilisierend wahrgenommen "Fluktuationen" innerhalb bzw. außerhalb der eigenen Grenzen...
Eine Möglichkeit ist die Eurac Research, die mittlerweile ja nicht mehr nur mit 59% Mitteln des öffentlichen Systems finanziert wird, sondern mit zwei Drittel, Tendenz zunehmend: 2022 20 Millionen, 2023 und 2024 je 25 Millionen zweckgebundenem Geld.
Kommunikations Mitarbeiter der Eurac wie ein Herr M W Angler oder der [freie] Mitarbeiter M Falk sind ebenso personelle Ressourcen wie Relatoren vom Schlag eines Göttlich.
Sofern Medien eine Stange öffentlichen Geldes bekommen, bieten auch diese eine verlässliche Möglichkeit.
Wenn hier vom ersten Versuch einer Aufarbeitung die Rede ist, kann ich daher nur schmunzeln. Vor allem ob der metaverschwörungstheoretischen Darstellungen eines Göttlich.
"Die Veranstaltung war, wie eine Zuhörerin anmerkte, trotz des spannenden [?] Themas wenig besucht"
Wundert mich überhaupt nicht.
Antwort auf "Corona-Pandemie von Martin Tarshito
Ihre Leistung? Worin liegt
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Bei uns wurde die Pandemie
Bei uns wurde die Pandemie noch nicht aufgearbeitet. Ist man andernorts weiter? Gibt es verlässliche Zahlen zur Übersterblichkeit und zum Nutzen von Hygieneregeln und (getrennt angeführt) Impfung?