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Foto: Waltherpark Spa
Politik | Urbanistica

Spazi solo per case di lusso?

Anche se sarà completato, il Waltherpark non inciderà minimamente sulla carenza di alloggi. E' bene che la città riprenda in mano il proprio destino.
  • Mentre guardiamo con un po’ di apprensione al futuro della Signa di Benko e del suo progetto edilizio più importante in città, il Waltherpark, continuamo a sentire in sottofondo, come un disco rotto, il refrain sulla mancanza di alloggi. L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, viene da unibz: la nuova Facoltà di Ingegneria sta rispettando la tabella di marcia ma quando sarà finita non ci saranno gli alloggi per studenti, docenti, ricercatori. Sostituiamo l’università con qualsiasi altra realtà imprenditoriale o associativa del territorio e il ritornello si ripete. Non ci sono case in città: non ci sono le case che servono - cioè quelle in affitto a prezzi abbordabili per le famiglie, per gli studenti, per i lavoratori, per il personale sanitario. Le poche opportunità che sono sul mercato sono semplicemente troppo care.

    Sembra invece che nessuno lamenti la mancanza in città di appartamenti, di alberghi, o di negozi di lusso. Anche se la speranza è quella che il Waltherpark non si blocchi creando uno scheletro di cemento nel cuore della città, nessuno guarda alla sua apertura pensando che porterà un po’ di sollievo ai problemi cronici della città. Lo so che in molti hanno visto l’operazione di Benko come una scossa all’immobilismo di una città ostaggio dei Laubenkönige e del degrado del Parco della Stazione, e vetro e acciaio ci faranno sberluccicare gli occhi anche di fronte al concetto ormai superato del centro commerciale  - ma resta il fatto che 76 appartamenti ad uso residenziale, 34 appartamenti ad uso investimento, 90 nuovi negozi e 805 parcheggi non sposteranno di una virgola la crisi abitativa della città. Faranno felici chi si potrà permettere quei metri quadrati a peso d’oro e i turisti e cittadini che andranno a parcheggiare nel cuore della città (in barba ai proclami della politica provinciale e comunale di diminuire il traffico automobilistico). Intanto il disco rotto di unibz, Assoimprenditori, Caritas ecc. rimarrà identico. 

    Credo che nessuno si auguri - come ha causticamente osservato il sindaco Caramaschi -  che il progetto Waltherpark fallisca per poter dire “io l’avevo detto.” Che ce ne faremmo di un ecomostro (con tanto di certificazione di sostenibilità LEED livello Gold!) nel cuore della città? 

  • Sospirato: Rendering dell'areale ferroviario Foto: Podrecca&ABDR

    Quello che davvero in molti ci auguriamo è una città che riprenda in mano le sorti del proprio destino, che di fronte a bisogni reali sia in grado di pianificare, proporre una visione e dei progetti, numeri alla mano, confrontandosi onestamente con la cittadinanza - non con referendum farlocchi ma con dati alla mano su costi e benefici, per le casse comunali e per i cittadini, compresi i costi per l’ambiente e l’impatto sul traffico. 

    Bolzano deve decidere cosa vuole essere e come vuole essere - attenta ai bisogni delle persone che ci vivono e delle persone che vogliamo attirare qui per contribuire a uno sviluppo sostenibile di lungo periodo. Vogliamo costruire per studenti, lavoratori, famiglie giovani, con una fortissima attenzione alla qualità della vita, che oggi si misura anche nell’offerta di una mobilità senza auto e nel creare spazi cittadini che ci aiutino ad affrontare le estati bollenti che ci aspettano? O vogliamo attirare speculatori che investono nel lusso e turisti che pretendono di parcheggiare in centro per un giro in un centro commerciale di lusso e una sbirciatina a Ötzi?

  • La caduta di Benko sta tenendo in ansia amministrazioni comunali di mezza Europa, tra qui ed Amburgo, che rischiano di trovarsi scheletri di grattacieli o centri commerciali nelle loro zone più centrali, mettendo a nudo una verità che tutte le città devono tenere a mente - soprattutto quelle piccole e con bisogni abitativi enormi come la nostra. 

    Ovvero che non si può più lasciare che il volto di un centro urbano venga determinato da chi specula pensando a massimizzare il proprio guadagno senza tener conto della visione complessiva di una città. Ci saranno nuove meteore immobiliari quando quella di Benko avrà completato - più o meno dignitosamente - il suo giro. Ma le città hanno bisogno di una stella polare da seguire per non farsi attirare in un’orbita che, gira e rigira, le riporta sempre al punto di partenza. Una stella polare che sa che oggi la modernità non sta nel consumo fine a se stesso - di beni, di suolo - ma nel creare spazi pubblici vivibili, case alla portata di tutti, strade per pedoni, ciclisti e mezzi pubblici. 

Parole sante, da collegare con un capoluogo dominato dalla speculazione immobiliare e dalle logiche commerciali del centro città, mentre l'area provinciale vede una concentrazione di interessi principalmente intorno all'agriturismo, senza una "visione generale dello sviluppo sostenibile rapportata con le esigenze sociali ed economiche di una necessaria pianificazione del territorio" legata a un corrispondente distribuzione delle risorse (vedi evento informativo Camera di Commercio > 07.11.23)

Mi., 08.11.2023 - 15:49 Permalink

Morto un Benko se ne fa un altro. Il problema non è il prestanome che sta dietro a chi ha i soldi. Il problema è chi ha permesso una operazione di questo genere a suo tempo. Bolzanini e pendolari (!!) compresi che hanno scelto SÌ al referendum. Se ci si fa guidare dai soldi e non dalle visioni di una città si finisce solo col costruire e generare attrazioni effimere.

Mi., 08.11.2023 - 16:59 Permalink