Gesellschaft | Sacro Cuore

Che valore hanno i fuochi?

Stasera si riaccenderanno i fuochi sulle montagne del Tirolo. Si tratta di una semplice tradizione popolare o di un chiaro messaggio politico rivolto contro lo Stato italiano?

La festa del Sacro Cuore, celebrata in tutto il Tirolo la terza domenica dopo Pentecoste, si presta a molteplici letture. Da una parte, come si racconta nell'intervista concessa a salto.bz dal giovane Lukas Varesco, c'è chi afferma che si tratti di una tradizione dal carattere prevalentemente religioso, un solenne momento di meditazione e ringraziamento che esclude qualsivoglia intento provocativo: “Es geht am Herz-Jesu-Sonntag um nichts Radikales, um nichts Provokatives. Wir sind nicht gegen etwas, sondern für etwas. Wir gedenken unseren Vorfahren, wir danken für das, was wir haben. Und wenn wir dann beim Gottesdienst das Herz-Jesu-Bundeslied singen, das ist dann sehr ergreifend”.

 Dall'altra, però, c'è anche chi ne sottolinea con forza il significato politico, affermando, come ha fatto per esempio il consigliere provinciale Sven Knoll, che “Das Herz-Jesu-Fest steht für die Freiheit und Einheit Tirols und ist somit nicht nur eine schöne Tradition, sondern vielmehr ein konkreter Auftrag an die Politik, die Unrechtsgrenze am Brenner endlich zu überwinden”. Da quest'ultimo punto di vista, diventa dunque anche possibile leggere l'accensione dei fuochi, almeno quando essi non raffigurano più semplicemente un cuore ardente, bensì vanno a comporre le scritte “Los von Rom” e “Ein Tirol”, come una dimostrazione particolarmente accentuata - dunque sia includente che escludente - di orgoglio identitario.

E' molto probabile che il confine tra queste due opzioni sia molto sottile e neppure chi lo varca riesca ad accorgersi veramente di farlo. Si tratta, in definitiva, del medesimo confine che separa una percezione positiva di appartenenza alla propria Heimat dagli eccessi sciovinisti che, in casi estremi, degenerano e culminano in atteggiamenti di vero e proprio razzismo. Il dibattito al riguardo non è nuovo, e sicuramente – dopo che anche stasera l'ultimo fuoco si sarà spento - continuerà a caratterizzare il discorso pubblico sudtirolese ancora per anni.  

Una più raffinata interpretazione del fenomeno la si può leggere QUI.

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Sebastian Felderer So., 29.06.2014 - 13:12

Un giornalismo come si deve, si impegna a far suonare sempre tutte le campane, per spiegare i fatti. Questo Gabriele ha fatto e percío é apposto. Quello che a me da fastidio é, che é sempre la politica, che fa da interprete. Sono convinto, che non servirebbe cosí spesso e per i fuochi sulle cime delle nostre montagna non serve proprio. Gia alla partenza del Campionato Mondiale di calcio c'era il problema degli altoatesini, che tifano per la Germania (per fortuna non c'é l'Autria) o per l'Italia. Ora i fuochi di oggi fanno gia pensare al confine del Brennero ecc. Finché non smettiamo con queste tattiche, la pacifica convivenza sará sempre difficile e l'Europa unita molto lontana. Per fare una buona media é usuale, che si toglie il minimo ed il massimo. Nella politica si parla di estrema Destra e Sinistra. Togliere, togliere nettamente, non ci serve ne la Südtiroler Freiheit, con treccia o senza, come non ci serve Alleanza Nazionale e derviati. Sono pienamente convinto di una cosa: Stammattina i ragazzi hanno portato gravi pesi sulle spalle fino in cima alle montagne, cureranno i fuochi nonostante il tradizionale maltempo, torneranno nel buio della tarda notte e saranno soddisfatti. Non pensano ne al confine del Brennero, ne al Tirolo. Piuttosto avranno biaciato per prima volta la loro ragazza, avranno fumato la prima sigraretta o bevuto qualche birra di troppo. Ma sicuramente avranno compiuto nessuna "azione politica", non per Eva, ne per Knoll, ne contro lo Stato Italiano o qualcunaltro. Il legame con la politica in queste usanze e tradizioni é come l'immersione di gruppi radicali in demostrazioni e manifestazioni pacifiche. Piuttosto facciamo capire a Knoll, che viaggia su un onda di fantasia pura, pericolosa e danneggiante. Facciamolo capire anche alla parte politica italiana, che chi é contro l'autonomia, in Alto Adige non dovrá mai prendere fiato. salto é una piattaforma interetnica e gioca un ruolo molto importante. In passato avevo l'impressione che qualcuno della redazione non ci era ancora arrivato. La speranza muore come ultima. Dobbiamo capire gli Schützen come gli Alpini e prenderli per quello che sono. E non dipingere fantasmi sui muri perché manca l'intenzione di costruire una casa in comune.

So., 29.06.2014 - 13:12 Permalink
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klemens hacht So., 29.06.2014 - 18:11

Antwort auf von Sebastian Felderer

gut umschrieben und ich teile grossteils ihre sichtweise und die schwerpunkt liegt sicher in einer positiv gerichteten position. allerdings gibt es da eine diskrepanz zwischen ihrer und meiner wahrnehmung bezüglich so eines typischen "feuerabends". meine zahlreichen begegnungen mit dem brauch waren nie abgekoppelt zu denken mit dem politischen teil. untermauert wurde so ein abend immer mit dem vollständigen arsenal an einschlägigen liedern, die organisatoren (egal welcher vereinszugehörigkeit) und auch die stimmung machten kein missverständnis, hier geht es um die patriotische sache, die athmosphäre war geradezu still explosiv. in dieser aufgeladenheit war kaum ein spürbarer raum für andere dinge, wie liebesturteleien oder die aufregung einer ersten zigarette. kann sein, dass ich immer bei solchen gesellschaften landete, die den ursprungssinn des brauches ernst nahmen, und nie anschluss an ihrer geschilderten jugendlichenvariante eines "herz-jesu-festes" hatte. im ernst, herr felderer, ich wundere mich, dass gerade sie als mensch, der in einem kulturbereich arbeitet, diesen brauch inhaltlich so relativieren. denn gerade dieses naivisieren und verdrängen und nichtdiskutieren über den sinn eines brauches im detail verstärkt noch die ambivalenz. so kann ein sven knoll sein ganzes weltbild ablassen und das herz-jesu-fest ein leichtes für sich vereinnahmen und die jugendlichen in den dörfern der heutigen zeit werden merken, das was der sven knoll sagt ist stimmig und hat tiefe, folgen wir ihm.

So., 29.06.2014 - 18:11 Permalink
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Sebastian Felderer So., 29.06.2014 - 21:35

Antwort auf von klemens hacht

Herr Hacht, dass Sie großteils meine Meinung teilen, tut mir gut. Doch ich denke nun: Wären Sie Journalist, wie hätten Sie den Beitrag aufgezogen. Ähnlich wie Gabriele wahrscheinlich. Weil ein Sven Knoll zu Wort kommen muss, sonst hätte der Herz-Jesu-Sonntag eben keinen Sinn. Er heißt aber nicht Südtiroler Freiheit-, oder Staatsfeinde-, oder SVP-, oder Tirol-Sonntag, sondern eben Herz-Jesu-Sonntag. Ich bin Philatelist und Postgeschichtler und pensionierter Bankfunktionär, deshalb nicht vordergründig ein Kulturkreis. Aber mich hat immer schon gestört, wenn die SVP dazu aufruft, die Häuser mit Fahnen zu schmücken. Wenn's von Herzen kommt, machen's die Leute von alleine und sonst macht's keinen Sinn. Inzwischen wissen wir, dass sich die Politiker mit anderen Fahnen schmücken, nämlich mit jenen wo Euro draufsteht. Aber wir haben die Lösung erlebt: Die Sextner Berge mit einem brennenden Fragezeichen. Ein Fragezeichen, das alle Fragen beantwortet.

So., 29.06.2014 - 21:35 Permalink