"Turisti, numeri pazzeschi"
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Come si è visto ieri l'Alto Adige ottiene risultati migliori rispetto alla media delle regioni OCSE sugli obiettivi di sostenibilità come povertà, disoccupazione, salute ed energia. Ma per quanto riguarda mobilità sostenibile, agli alloggi a prezzi accessibili e all'impatto sull'ambiente del turismo e dell'agricolturaì, secondo quanto si legge nel report presentato ieri, è ancora piuttosto indietro.
In Alto Adige, il 35% della spesa delle famiglie è destinata ai costi per l'abitazione, rispetto a una media del 24% nelle altre regioni monitorate dall'OCSE ma sono i dati sul turismo che fanno venire i capelli dritti. La provincia di Bolzano è la regione con la più alta intensità turistica d'Italia, con circa 65.000 pernottamenti ogni 1.000 abitanti nel 2022. Batte tutti: Venezia, Roma, Firenze.
Tra il 1990 e il 2022, il numero di turisti in Alto Adige è aumentato di quasi il 50%, passando da 23 milioni a 34 milioni. Oltre il 90% dei turisti raggiunge le località altoatesine con l'auto privata. Anche il numero di autovetture possedute dagli altoatesini è di gran lunga superiore alla media delle altre regioni OCSE. Grazie anche al settore del turismo, la provincia di Bolzano, nel corso del 2021, ha fatto registrare i valori immobiliari per metro quadro più alti di tutte le regioni italiane.
“Questi dati – afferma Brigitte Foppa, consigliera dei Verdi - confermano quello che ci dice la gente. È troppo. Il carico, specie in certe parti della provincia e in certe momenti dell'anno, è diventato troppo. Troppo per le persone che si sentono schiacciate dai turisti, troppo per la mobilità collettiva che è oberata, troppo per chi ci lavora, troppo per l'ambiente, troppo per la natura. Con tutto il valore che il turismo porta (io stessa sono figlia di albergatori), bisognava rallentare per tempo. Anche per non diventare respingenti verso i turisti che qui non vengono a cercare massa e turbinio, ma pace e bellezza”.
“L’Ocse – aggiunge la consigliera Madeleine Roher – propone di intensificare i flussi fuori stagione. Ma anche questo è sbagliato, perché non si ridurrebbero quelli in stagione. La popolazione e chi lavora nel settore ha bisogno di tirare il fiato. Negli ultimi 30 anni la permanenza è calata del 30% e di conseguenza è aumentato il traffico per gli arrivi e le partenze. Mi auguro che dagli albergatori arrivino proposte su come aumentare i periodi di permanenza. Urge anche un dibattito politico e sociale su cosa sia il turismo di qualità. Sempre più alberghi di lusso, sempre più grandi e sempre più lussuosi non vuol dire turismo di qualità”.
Il che la dice lunga sui…
Il che la dice lunga sui criteri di valutazione delle classifiche di qualità della vita che ci vedono costantemente svettare a livello nazionale.