"Siamo sfruttati, molti scappano"
-
Nel pomeriggio di ieri (13 marzo) è arrivata in redazione una email firmata da un lavoratore del settore turistico che - leggendo si capirà perché - ha chiesto di restare anonimo. Accertata l'identità e la veridicità delle informazioni personali e del percorso professionale, abbiamo deciso di pubblicarla perché, pur consci che si tratti di UN punto di vista, riteniamo che la persona, avendo un'esperienza più che ventennale, abbia maturato un'ottima conoscenza del settore. Del resto va da sè che, occupando oltre 40.000 persone, il settore non possa essere solo quello raccontato nelle brochure. Sicuramente nel territorio provinciale non mancano luoghi di lavoro in cui i dipendenti sono soddisfatti del trattamento che ricevono, ma questa testimonianza vuole essere solo uno spunto, per dire, "ehi, magari c'è anche qualcosa che non va". E' nostra intenzione approfondire il tema nei prossimi giorni sentendo tutte le parti interessate a livello imprenditoriale e sindacale. (fg)
Lavoro nel turismo da più di 20 anni. Lavorare in Alto Adige negli anni '90, rispetto ad oggi, era una fortuna. L’idea di far nascere un figlio qui, ti faceva sentire incredibilmente fortunato: oggi vivere in questa terra può invece significare far parte dei nuovi poveri. Ci sono molte persone che occupano due terzi della loro vita quotidiana lavorando, ma che restano comunque povere.
Non ho un contratto a tempo indeterminato. Non ho mai avuto un contratto a tempo indeterminato, perché in Adige Adige gli albergatori dicono che noi lavoratori del turismo non lo vogliamo un contratto a tempo indeterminato. Io invece lo vorrei. Mi permetterebbe di avere certezze e darle ai miei figli.
Ci sono molti terreni agricoli trasformati in veri e propri villaggi, luoghi bellissimi nei quali noi lavoratori siamo l’elemento da sfruttare.
In Alto Adige non esistono le grandi catene alberghiere, il mercato delle imprese turistiche è fatto solo ed esclusivamente di imprese familiari, cresciute magari molto, ma pur sempre familiari. Ci sono molti terreni agricoli trasformati in veri e propri villaggi, luoghi bellissimi nei quali noi lavoratori siamo l’elemento da sfruttare.
La globalizzazione e i cambiamenti del mercato turistico ci hanno portato a vivere e lavorare in un territorio invaso da un turismo senza freni che spesso non sa rispettare né il territorio né le persone. Neppure la natura viene rispettata quando la fame del mercato turistico porta sul territorio oltre 34milioni di pernottamenti all'anno.
-
L’Alto Adige è la terra dell’apprendistato che viene definito "duale", un modello che sarebbe stato perfetto o quasi, se non se ne fosse abusato e se non fosse entrato in crisi: In mancanza di personale qualificato le imprese hanno sempre più sfruttato gli stagisti/apprendisti; lavoratori in fase di formazione, senza formazione, lasciati soli in cucina a ricoprire mansioni senza avere le giuste qualifiche; lavoratori in formazione che sostituiscono di fatto i lavoratori qualificati; lavoratori di fatto sottopagati occupati da imprese incapaci di garantire la giusta formazione; lavoratori che abbandonano il settore turistico in giovane età, a volte prima di terminare la formazione, altre subito dopo. Ne ho conosciuti molti in questi decenni.
Da quello che sento la ristorazione stellata spesso non regge i costi. In quei ristoranti la maggior parte degli occupati è composta da lavoratori apprendisti/stagisti, che sono sottopagati
In Alto Adige ci sono importanti esperienze di ristorazione alberghiera stellata. Da quello che sento la ristorazione stellata spesso non regge i costi. In quei ristoranti la maggior parte degli occupati è composta da lavoratori apprendisti/stagisti, che sono sottopagati con la scusa che fanno esperienza in ristoranti di alto livello da inserire nel curriculum. Il lavoro si rispetta, si paga e deve garantire dignità, questo in Alto Adige nel settore turistico spesso non accade più.
Qualcuno potrebbe dire che in Alto Adige gli stipendi sono certamente sopra la media nazionale ed è vero. Però quel qualcuno non è l’INPS, nè l’AGENZIA DELLE ENTRATE, infatti più della metà delle retribuzioni è irregolare: mi hanno raccontato di retribuzioni contrattuali al minimo sindacale e più del doppio riconosciuto fuori busta; retribuzioni contratte al netto e pagata per 12 mesi senza riconoscimento di 13ma e 14ma e liquidazione. Nelle cifre concordate a voce sono inclusi straordinari, festività, etc.. ma poi, se non sei disponibile, quella retribuzione concordata a voce sparisce.
Dell’Alto Adige si parla raccontando dell’alto tasso di occupazione, ma non della scarsa qualità di alcuni contratti, che comporta naturalmente lo scarseggiare della manodopera. I lavoratori vengono cercati in est Europa, in India e Bangladesh, in Tunisia ad esempio: flussi di migranti (richiesti e autorizzati tramite il ministero del lavoro) che servono al mercato delle imprese turistiche per poter garantire la propria sostenibilità operativa. Lavoratori che necessitano di entrare nel sistema a qualunque condizione e che il mercato chiama e sfrutta.
Ho visto le statistiche recenti. L'Alto Adige nel 2023 nel settore turistico ha dato occupazione a circa 42 mila addetti, di cui solo poco più di 7.000 a tempo indeterminato. Abbiamo un sistema contrattuale costruito sulla stagionalità che, è capitato anche a me, è ormai arrivata agli 11 mesi, a volte con una stagione, a volte con due. I lavoratori rimangono precari, le imprese turistiche si lamentano sempre per la carenza di manodopera qualificata, ma questo è dovuto sicuramente alla precarietà. Perché i lavoratori dovrebbero accettare occupazioni che non sono di qualità???
Qui gli stipendi sono un po' più alti, ma comunque troppo bassi rispetto al costo della vita. Vivere in Alto Adige per i lavoratori del settore turistico è ormai quasi impossibile
Per non parlare delle condizioni di lavoro che sono insostenibili, giornate di lavoro di 10/12/14 ore; a volte senza giorno di riposo e con lavoratori sottopagati; condizioni di vitto e alloggio insostenibili, lavoratori alloggiati in luoghi indegni, stalle, roulotte, scantinati; spesso viene trattenuta oltre la quota contrattuale di vitto e alloggio anche una quota affitto che non è supportata da alloggi dignitosi; perché gli albergatori hanno utilizzato ogni metro per fare stanze d’albergo e oggi chiedono alla provincia gli alloggi per i lavoratori;
Qui gli stipendi sono un po' più alti, ma comunque troppo bassi rispetto al costo della vita. Vivere in Alto Adige per i lavoratori del settore turistico è ormai quasi impossibile: la casa è inaccessibile sia in affitto che in acquisto: stanze condivise da 600/700 al euro al mese quando va bene; immobili per il ceto medio da 5/6mila euro al metro quadro, nelle zone di periferia; inflazione tra le più alte d'Europa, che ha portato i beni di prima necessità ad essere beni inaccessibili. Il costo della vita è talmente elevato da non consentire più una vita dignitosa in questa parte di paese che era considerata un'isola felice.
Una volta si veniva in Alto Adige a lavorare per vivere meglio, oggi dall’Alto Adige si scappa, nel tentativo di sopravvivere senza diventare poveri lavorando!! I ricchi padroni dell’Alto Adige credono che con i soldi si compri tutto e tutti, ma non è così, il rispetto si ottiene con il rispetto.
Schicke voraus, dass ich…
Schicke voraus, dass ich nicht im Tourismus-Sektor arbeite; kenne aber viele Leute die dort arbeiten bzw. habe im Verwandtenkreis auch einige Hoteliers. Im Großen und Ganzen kann ich die oben angeführten Aussagen bestätigen. Speziell betreffend Entlohnung, Nichteinhaltung der mündlichen Vereinbarungen, ganz zu schweigen von der Unterbringung und Verpflegung. Eine ganze Saison jeden Tag nur Nudeln zum Abendessen und das in einem Land wo die Kulinarik groß geschrieben wird. Gilt aber offensichtlich nur für zahlende Gäste. Einfach nur zum Schämen ......
Ich bezweifle, daß es im…
Ich bezweifle, daß es im Ausland besser ist.
Vielleicht der Anfang vom…
Vielleicht der Anfang vom Gesundschrumpfen. Sehe keinen PlanB.
Die einzigen Ausländer, die…
Die einzigen Ausländer, die man willkommen heißt, sind jene, die man ausnutzen kann
Die einzigen Ausländer, die…
Die einzigen Ausländer, die man willkommen heißt, sind jene, die man ausnutzen kann