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Politik | Gesellschaft | Censimento e lingua

Pro portione

Perché la semantica di “proporzionale etnica” tradisce l'apparente armonia tra lingue, spazio e progressismo sociale.
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
Personen, lingue, Gemeinschaft
Foto: Elias Telser. Mostra "open-end" di Marlene Dumas, Palazzo Grassi, Venezia (2022).
  • “Il censimento linguistico serve per il calcolo della composizione percentuale dei tre gruppi linguistici in Alto Adige” dice una delle voci sul sito istituito per la conta linguistica che determinerà i nuovi rapporti numerici della proporzionale etnica. Quest’ultimo è un concetto linguisticamente formato da un sostantivo e un aggettivo: il primo di radice latina, il secondo di origine greca. Mentre la proporzionale decide le porzioni, l’aggettivo etnico definisce chi gode di quante porzioni, cioè “ἔθνος”, “l’etnia”, “il popolo”. Ciò rivela che a popoli diversi spettano proporzioni più o meno abbondanti, in base a un tratto identitario quale la lingua. Perché la lingua per il legislatore deve ancora essere una, ben definita e isolata, in modo da evitare il pericolo di mescolanza, di Durchmischung.

  • La voce che cita “la composizione percentuale dei tre gruppi linguistici” fa anche intendere che le lingue in Alto Adige siano esclusivamente tre: dichiararsi appartenente o aggregarsi a una delle tre lingue significa, appunto, dichiararsi, ma non necessariamente sentirsi parte di un gruppo considerato tale. Tra i tre costrutti etnici, i tre “popoli”, si erge ancora la lingua come elemento principe di identificazione e tratto anacronistico di distinzione.

  • Als ich vor einiger Zeit auf Besuch in Südtirol war, sah ich in dem Dorf, in dem ich aufwuchs, auf Schaufensterscheiben, am Bankeingang, in jeder Bar und jedem Restaurant Plakate, die für die Sprachgruppenzählung mit dem Slogan “Du zählst/Tu conti/Tu contes” warben. Die Plakate offenbarten nicht nur einen unmittelbaren Parallelismus zwischen der statistisch-legislativen Absicht der Zählung selbst und dem Verb zählen. Sie scheinten einer Art Marketingstrategie untertan zu sein, die die Bedeutung der einzelnen Person bei der Zählung unterstreicht, weil jede und jeder eben zählt und sich so fast schon heroisch für eine Sprache und eine „Gruppe” einsetzt.

  • Anche dopo questo censimento linguistico persisterà l’utopia dell’Alto Adige veramente multilingue, riconfermandosi pura immagine. Un’immagine in cui le percentuali fungono da megafono per l'armonia tra le porzioni, i “popoli”, e il concetto cadaverico di etnia mai abbandonato dalla proporzionale; tutto ciò in un contesto considerato all’avanguardia europea. L'obiettivo è sempre la proporzionale etnica, la realtà rimane la separazione linguistica in scuole, istituzioni, opportunità. Così, al termine dei conti, saranno di nuovo tre colori diversi a rappresentare la divisione spaziale delle lingue e di chi le parla. Sembrano colori che ancora e purtroppo non si prestano a realizzare un’immagine variopinta, o meglio, un’immagine a tinta unita.

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Simonetta Lucchi So., 21.04.2024 - 08:14

L'unica cosa che resta da dire su questo è che è stata culturalmente e socialmente devastata una comunità che per la prima volta nella storia non solo poteva essere plurilingue e pacifica ma a cui sono stati dati miliardi e autonomia per realizzare questa idea

So., 21.04.2024 - 08:14 Permalink
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Gianguido Piani So., 21.04.2024 - 08:51

La proporzionale e' uno degli argomenti carichi di conflitti e, nei termini attuali, irrisolvibili. Ottima a generare lunghissime diatribe, anche qui su Salto, e non portare a nulla di pratico.
Se proporzionale deve essere allora sarebbe giusto tenere conto di ulteriori gruppi piu' in linea col presente ed evitare forzature e ingabbiature. Mistilingui, multilingui ed esterni ai gruppi tradizionali. Poi diventerebbe una follia stabilire graduatorie IPES, degli incarichi in Provincia, della composizione della Giunta provinciale. E non aggiungiamoci quote rosa/azzurre, di altre minoranze ecc.
Come cittadino preferisco che all'ufficio dove mi rivolgo per un'istanza si trovi qualcuno o qualcuna competente, possibilmente bilingue italiano/tedesco, e che sia in grado di risolvere il problema per il quale mi rivolgo. Quali cromosomi abbia, con chi si trovi in una relazione romantica e in che lingua parli a casa mi e' assolutamente indifferente. Piuttosto sarei molto irritato nell'apprendere che la persona competente non abbia ottenuto l'incarico perche' al suo posto e' andato qualcuno o qualcuna scelti in base a cromosomi, relazioni romantiche o della lingua che dichiari di parlare a casa.

So., 21.04.2024 - 08:51 Permalink
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pérvasion So., 21.04.2024 - 09:01

Antwort auf von Gianguido Piani

Beim Proporz geht es aber nicht darum, wen Sie oder ich als Ansprechpartner:in in einem öffentlichen Dienst bevorzugen (also um die Rechte derjenigen, die einen Dienst in Anspruch nehmen), sondern um die Rechte von Anwärter:innen auf eine öffentliche Arbeitsstelle. Und in dieser Hinsicht soll der Proporz eben genau verhindern, dass unabhängig von ihren Kompetenzen hauptsächlich die zum Zuge kommen, die einer bestimmten Sprachgemeinschaft angehören.

So., 21.04.2024 - 09:01 Permalink
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Salto User
lino topo So., 21.04.2024 - 09:23

Vediamo ormai, comunque, che le prospettive che si delineano per i servizi pubblici e la scarsità di personale entrano in conflitto con questa regola, causando crescenti disservizi.

So., 21.04.2024 - 09:23 Permalink
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Evelin Grenier Mo., 22.04.2024 - 07:54

"Il censimento linguistico (non etnico) è un atto di orgoglio dell'identità italiana."
- M. Galateo.

Molte persone pur non essendo di etnia italiana sono orgogliose di sentirsi italiane nel cuore. E di esprimere la propria italianità attraverso il censimento !

Mo., 22.04.2024 - 07:54 Permalink
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Profil für Benutzer Evelin Grenier
Evelin Grenier Mo., 22.04.2024 - 09:38

"La voce che cita “la composizione percentuale dei tre gruppi linguistici” fa anche intendere che le lingue in Alto Adige siano esclusivamente tre"

Beh probabilmente si intendono le lingue ufficiali.

Secondo Lei quali altre lingue dovrebbero diventare co-ufficiali in Alto Adige?

Mo., 22.04.2024 - 09:38 Permalink
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Elias Telser Mo., 22.04.2024 - 11:54

Antwort auf von Evelin Grenier

Certo, sono italiano, tedesco e ladino. Credo comunque che non sia una questione di rendere ufficiali altre lingue, ma di capire davvero che le lingue presenti sul territorio sono effettivamente più di tre e di vedere quelle lingue come risorse, non come parametro di divisione. La proporzionale etnica entra in conflitto con un mondo globalizzato in cui il costrutto "nazione uguale a etnia uguale a lingua" presenta più punti di conflitto perché semplicemente anacronistico. Vorrei rispondere con delle riflessioni anche a un commento sopra che cita "l'etnia italiana" perché mi sto domandano quale sia l'ideale o il punto di riferimento di ogni etnia in un territorio come l'Alto Adige e oltre? Basandomi su che cosa posso sancire che una persona è completamente/per metà/in parte/per niente di una determinata "etnia"? Aggiungo: Tutto ciò si complica con la dichiarazione di appartenenza a un gruppo linguistico che non ho citato nell'articolo. In quel caso avviene una categorizzazione ancora più sistematica tra parlanti. Perché, ad esempio, per richiedere contributi provinciali per costruire una casa devo rendere o aver reso la dichiarazione?

Mo., 22.04.2024 - 11:54 Permalink
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Simonetta Lucchi Fr., 26.04.2024 - 19:22

Antwort auf von Elias Telser

Sig. Elias, Lei è forse troppo giovane per ricordare le proteste di persone di altre etnie e altri gruppi linguistici a Bolzano all'introduzione del censimento e della proporzionale. Queste persone hanno protestato insieme a molti altri ma senza successo. Si sono ritirate dalla vita pubblica o sono andate via. Stiamo sopportando un abuso da decenni, senza che nulla cambi. Circa una settimana fa ho coordinato un incontro nella sala del Comune di Bolzano su questo tema, ma la sala non era decisamente piena. Quarant'anni fa si discuteva delle stesse cose e lo era invece, eccome. E Lei centra il punto: case, contributi, ecc...

Fr., 26.04.2024 - 19:22 Permalink
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Hartmuth Staffler Mo., 22.04.2024 - 13:34

Wenn man das Proporzsystem verstehen will, dann muss man sich ein wenig mit Geschichte befassen. Der südliche Teil Tirols ist nach dem Ersten Weltkrieg Italien als Kriegsbeute zugesprochen worden, nachdem sich die Tiroler drei Jahre lang verzweifelt gegen die italienische Aggression gewehrt hatten. Um das Land so schnell wie möglich italienisch zu machen und damit die für manche Italiener "heilige", aber immer als gefährdet angesehene Grenze am Brenner zu sichern, wurde mit äußerster Brutalität gegen die autochtone Bevölkerung vorgegangen. Wer Deutsch sprach, durfte nicht unterrichten, war von allen öffentlichen Stellen (u. a. Post und Eisenbahn) sowie von der Vergabe von Sozialwohnungen und Subventionen aller Art ausgeschlossen. Diese brutale Entnationalisierungspolitik ist nach dem Zweiten Weltkrieg von den angeblich demokratischen Regierungen Italiens fortgeführt und erst durch das zweite Autonomiestatut, mit dem der Proporz eingeführt wurde, teilweise beendet worden. Noch heute werden Südtiroler trotz Proporz bei öffentlichen Wettbewerben aus sprachlichen Gründen stark benachteiligt. Der Proporz bleibt daher die Minimalregelung zur Sicherung des gesellschaftlichen Friedens. Wer gegen den Proporz ist, ist gegen das friedliche Zusammenleben und für die Spaltung der Gesellschaft.

Mo., 22.04.2024 - 13:34 Permalink
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Elias Telser Mo., 22.04.2024 - 15:06

Antwort auf von Hartmuth Staffler

Ich nehme an, dass die Geschichte Südtirols den meisten kommentierenden Personen zumindest in großen Zügen bekannt ist. Natürlich hätte es in der Nachkriegszeit einen intensiveren Minderheitenschutz gebraucht, der mit dem zweiten Autonomiestatut in sprachpolitischer Hinsicht zum Glück (!) auch konkretisiert wurde. All das scheint hier auch niemand zu bestreiten und wurde eigentlich gar nicht angesprochen oder kritisiert. Ich erlaube mir, auf zwei Punkte einzugehen, die Sie in Ihrem Kommentar ansprechen:
1) Wen meinen Sie mit „Südtiroler“ bzw. wer gehört nicht dazu?
2) Warum glauben Sie gibt es sprachliche Hürden bzw. wie kann man denen entgegenwirken?

Mo., 22.04.2024 - 15:06 Permalink
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Hartmuth Staffler Mo., 22.04.2024 - 17:41

Antwort auf von Elias Telser

1. Südtiroler sind nach allgemeinem Sprachgebrauch die deutsch- und ladinischsprachigen Bewohner des Landes, und Südtiroler ist jeder, der sich als solcher fühlt. Die meisten italienischsprachigen Bewohner unserer Landes fühlen sich nicht als Südtiroler, sondern als "Altoatesini", und bezeichnen sich auch so. Die Bezeichnungen sind nicht ausgrenzend. Es gibt auch, allerdings sehr wenige, italienische Mitbürger, die sich als "Sudtirolesi", also als Südtiroler bezeichnen und wohl auch als solche fühlen, andererseits gibt es auch deutsch- oder ladinischsprachige Bewohner des Landes, die sich als Italiener fühlen. Jeder kann dort dazugehören, wo er will. Die Zeiten, wo von einem Regime diktiert wurde, was man zu sein hat, sind zum Glück vorbei.
2. Die sprachlichen Hürden bei öffentlichen Wettbewerben sind vielfältig. Oft sind Unterlagen und Kurse zur Vorbereitung nur in italienischer Sprache verfügbar oder äußerst mangelhaft übersetzt. Eine Verbesserungsmöglichkeit wäre es, staatliche Einrichtungen zu dezentralisieren und in die autonomen Befugnisse des Landes einzugliedern, z.B. Polizei, Post usw.

Mo., 22.04.2024 - 17:41 Permalink
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Profil für Benutzer Gianguido Piani
Gianguido Piani Do., 25.04.2024 - 21:45

Antwort auf von Hartmuth Staffler

"Noch heute werden Südtiroler trotz Proporz bei öffentlichen Wettbewerben aus sprachlichen Gründen stark benachteiligt."
Können Sie konkrete Beispiele nennen?
Mein Eindruck ist anders. Die meisten Italiener in ST können kein oder nur wenig deutsch. Die meisten Deutschen können italienisch gut, sehr gut, und einige perfekt.
Die Frage kann umgedreht werden. Warum nehmen nur wenige Südtirol-Deutsche am öffentlichen Leben in Italien teil? Lilli Gruber geht es in Italien bestimmt nicht schlecht. Wurden je Südtiroler Minister in italienischen Regierungen? Das mag nicht (nur) an der Sprache liegen. Südtiroler beherrschen italienisch besser als einige etnische Italiener aus anderen Regionen, die trotzdem an nationalen Regierungen teilgenommen haben.

Do., 25.04.2024 - 21:45 Permalink