Gesellschaft | Graffiti

Amore e grammatica

Quando le barriere grammaticali risultano più alte di quelle erotiche.

Oggi (30 luglio) sul Corriere dell'Alto Adige è apparso un articoletto - una glossa, come si diceva una volta - di Ferruccio Cumer intitolato “Quando l'amore supera ogni barriera”. Il pezzo prende spunto da un graffito in forma di colloquio (quello nell'immagine qui sopra) presente in via Dodiciville, “non lontano dalla sede dell'Azienda Elettrica”. Cumer lo commenta riandando alle sue esperienze lontane, quando le relazioni tra “italiani” e “tedeschi” erano molto più problematiche di adesso. Ecco le sue considerazioni conclusive: “Si vede che i tempi, almeno nella nostra città, sono davvero maturi. La scritta di via Dodiciville, nata dal basso, (…) a mio modo di vedere vale quanto il bel museo del Monumento con la sua insegna luminosa (brutta da vedersi, l'insegna, sia ben chiaro) e tutto il resto. La mettiamo sotto vetro?”.

Non vorrei raffreddare troppo l'entusiasmo di Cumer, ma proprio esaminando meglio la scritta è inevitabile che si affaccino alcune perplessità. Se x, in italiano, scrive “Ti amo”, la pertinente risposta in tedesco di y dovrebbe suonare “Ich dich auch”. Il pronome sarebbe infatti essenziale per qualificare una corrispondenza non solo di “amorosi sensi”, ma anche nel rispetto dei più elementari codici della grammatica (rispetto almeno scontato, trattandosi di una o di un supposto parlante tedesco). La mia ipotesi, dunque, è che la risposta “Ich auch” l'abbia scritta, un po' per burla, un y italiano. Prima di mettere il graffito sotto vetro, insomma, sarebbe opportuno che qualcuno almeno lo correggesse.