“Il programma è nel simbolo: un'Europa più forte, un'Europa dove la sostenibilità non faccia perdere lavoro, un’Europa più vicina alle famiglie”. È questo, in sintesi, il programma della lista per le europee “Stati Uniti d’Europa” promossa da Matteo Renzi (ed Emma Bonino) e presentata oggi (23 maggio) a Bolzano dalla deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, già parlamentare eletta nel collegio di Bolzano-Bassa Atesina nel 2018 con i voti di PD ed SVP. “Quando sono stata eletta ero orgogliosa di rappresentare questo territorio da sempre cerniera tra Mediterraneo ed Europa centrale, dove l’Europa è punto di orgoglio, tenuta, coesione” ricorda Boschi, che sottolinea come — se eletto — “Renzi andrà davvero all’Europarlamento, non come gli altri leader nazionali. A Bruxelles lui potrà fare la differenza, non solo per Italia Viva, ma per l’Italia”.

Ad accogliere la deputata renziana è Alessandro Huber, fresco di ingresso nella Civica di Angelo Gennaccaro e che oggi ha annunciato ufficialmente l'adesione a Italia Viva, “un progetto che ha prospettiva: non siamo come quelli del com’era bello quando c’era lui ma nemmeno chi raccoglie firme per abolire il jobs act”. Perché, gli fa eco Boschi, “il vero leader della sinistra è Landini: Schlein e Conte fanno a gara a chi lo segue prima”. Non manca anche una frecciata agli ex compagni di Azione: “Il Team K ha deciso di correre da solo, nonostante molte citofonate”, fa sapere Huber. Alle scorse provinciali, la Civica altoatesina aveva unito sia Azione che Italia Viva in un’unica lista — come fu alle politiche.

Presenti anche la coordinatrice di Italia Viva in Sudtirolo Stefania Gander (“per me Stati Uniti d’Europa è un sogno, sono stanca di sentire dire Italia ed Europa: l’Italia è Europa”), il candidato della circoscrizione Nordest Davide Bendinelli, sindaco di Garda — secondo cui il voto di giugno è “un referendum europeo, oggi lo spartiacque è tra noi e coloro che ci vanno per minacciarla” — e  Donatella Conzatti, presidente regionale di Italia Viva: “Bandinelli è il nostro candidato eleggibile. Dobbiamo mandare a casa Ursula von der Leyen, appoggiata anche da Herbert Dorfmann”.