“Premierato? Non è un bene per noi”
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SALTO: Il progetto di legge per la riforma dello statuto di autonomia sarà ora trattato separatamente: la parte 1, che riguarda tutte le regioni a statuto speciale, sarà affrontata subito, mentre la parte 2, che riguarda specificamente l'Alto Adige, in un secondo momento. Cosa ne pensa?
Karl Zeller: Tutto quello che si riesce a portare a casa è già un punto in più. Chiaramente partire con il pacchetto completo e portare a casa tutto sarebbe stato il massimo, se però passasse subito la parte sull'intesa e sui limiti del potere legislativo, sarebbe già un grande passo in avanti.
Cosa contiene la prima parte, che riguarda tutte le regioni a statuto speciale?
Innanzitutto la questione dell'intesa, cioè che non si può modificare unilateralmente lo Statuto di autonomia. È quello che avevano provato a fare nel 2005 e nel 2016 ma che poi col referendum non è passato.Adesso lo si inserisce direttamente negli statuti, lì non è previsto il referendum e quindi finalmente passerebbe. Sarebbe una garanzia in più oltre all'ancoraggio internazionale.
“La Corte Costituzionale non potrebbe più così facilmente emettere sentenze molto restrittive nei confronti dell'autonomia”.
Cosa altro contiene questa prima parte?
La cosa più importante sono i limiti del potere legislativo, che verrebbero un po' allentati e cambierebbero sostanzialmente il raggio di azione del Consiglio provinciale. In questo modo la Corte costituzionale non potrebbe più così facilmente emettere sentenze molto restrittive nei confronti dell'autonomia. L'articolo 4 dello Statuto prevede i cinque limiti che diventerebbero sostanzialmente tre e sarebbero scritti in un modo più autonomistico, differenziandoci ancor di più dalle regioni ordinarie.
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Qual è la logica dietro a questa separazione?
La logica è politica. Da ciò che ho capito, sulla prima parte hanno già raggiunto un accordo sia a livello governativo che con le altre cinque regioni, mentre sul pacchetto due non c'è ancora la condivisione con tutte le regioni speciali, ed in Parlamento bisogna andare con un testo condiviso da tutte e cinque. Il governo lo presenterebbe in Parlamento come testo governativo e quindi c'è la forte probabilità di riuscire ad approvarlo in questa legislatura. Ormai siamo già a due anni di legislatura, se non si parte adesso con la doppia lettura in ciascuna camera si rischia di non arrivare in tempo.
Sulla seconda parte invece?
Quello che verrebbe lasciato indietro sono le competenze concrete come l'ambiente, il personale, gli appalti pubblici e così via, che finirebbero nel secondo pacchetto. Diciamo che la prima parte è un po' la cornice e l'altro è il contenuto. Anche lì c'è una speranza ma chiaramente dipende dai tempi. Però, come dico spesso, ogni cosa che si riesce a portare a casa è sempre un bene.
“Fare la battaglia per un parlamentare in più o in meno non ha un grande senso, non incidi comunque più a Roma”
Cos’è il premio di maggioranza?Il premio di maggioranza è un meccanismo presente in alcuni sistemi elettorali proporzionali che assegna un numero addizionale di seggi in Parlamento a una coalizione o a un partito che ha ottenuto un determinato risultato elettorale. L'obiettivo è quello di garantire a chi ottiene più voti un numero di seggi sufficienti per governare da solo, evitando la necessità di formare complicate coalizioni di governo. Questo meccanismo si contrappone al sistema proporzionale puro, in cui i seggi vengono assegnati alle liste in base alla loro quota di voti ottenuta, senza che ci sia alcun premio per la lista più votata.
Cosa ne pensa della riforma del premierato?
Non è un bene per noi, fare la battaglia per un parlamentare più alla Camera non ha un grande senso, perché rimane insignificante.
Perché?
Per via del premio di maggioranza, che assegna molti parlamentari a chi vince le elezioni. Noi siamo sempre stati contro i premi di maggioranza, siamo per un sistema elettorale come quello che c'è oggi, come il Mattarellum, dove non c'è premio e quindi c'è più possibilità di incidere. Se si accetta la logica del maggioritario fare la battaglia per un parlamentare in più o in meno non ha un grande senso, perché l'altro ha tanti parlamentari in più che tu non incidi comunque più a Roma. Se sei parte della maggioranza sin dall'inizio, come per esempio abbiamo fatto con Bersani o con Prodi, allora incassi anche i premi di maggioranza e non ci sono problemi. Se invece vuoi stare all'opposizione perché vince lo schieramento opposto, conti poco o niente. Anche Brugger ed io eravamo in due quando Berlusconi vinse nel 2008, se fossimo stati in tre o in quattro non sarebbe cambiato nulla. Il sistema con il premio di maggioranza è sempre negativo per noi, mitigare l'impatto ottenendo un parlamentare in più non cambia niente, è bello per quello che va a Roma, però è più una soddisfazione a livello personale che non politica.
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