L'operaio morto era alla quarta notte
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“Oggi è il giorno del lutto”, si apre così il presidio per ricordare Diallo Bocar, l’operaio senegalese di 31 anni, morto all’ospedale di Verona nella serata di sabato (22 giugno) dopo aver riportato ustioni sul 57% del corpo. Lo sciopero del settore metalmeccanico, organizzato dalle sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm, si è tenuto questa mattina (24 giugno) assieme ad un momento di ricordo della vittima.
Il 21 giugno Bocar si trovava al lavoro nel reparto della forneria della ditta Aluminium quando è avvenuta l’esplosione. Un nuovo forno, installato da pochi mesi, è saltato in aria. La delicata fase della colatura dell’alluminio prevede il raffreddamento del metallo. Stando alle prime ricostruzioni, sarebbe stato il contatto diretto tra il materiale caldo, che in questa fase arriva a 660 gradi, e l’acqua ad aver generato l’esplosione. Ancora da stabilire dinamiche e responsabilità, al momento al vaglio degli inquirenti.
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“Noi facciamo l’alluminio - ha raccontato Gianpaolo Loffreda, amico e collega di Bocar - mentre l’altro gruppo lo trasforma. Siamo circa tre squadre da 6-7 persone”. I turni, spiega Loffreda, sono da otto ore e sono tre: dalle 18 alle 2, dalle 2 alle 10 e dalle 10 alle 18 con un giorno infrasettimanale e la domenica di riposo. “Il lavoro è duro – prosegue - Nel turno notturno facciamo cinque notti di fila ed abbiamo sabato e domenica di risposo. Diallo era alla quarta notte consecutiva”.
La procura di Bolzano ha aperto un fascicolo contro ignoti per lesioni che, dopo la morte di Bocar, è diventato omicidio colposo. La Aluminium, che si occupa della produzione di alluminio dal 1936, ha 130 dipendenti il cui destino è al momento incerto, “forse ci daranno la cassa integrazione” ha commentato un operaio.
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Presenti ed assenti
Un centinaio di persone ha riempito l’ingresso della ditta Aluminium in zona industriale attorno alle 10 di questa mattina. Oltre ai sindacati, erano presenti molti operai e persone della comunità senegalese. Tra gli intervenuti anche Riccardo Conte, segretario provinciale Fim, che ha ricordato come oggi sia il giorno del dolore: “Oggi non siamo qui per fare discorsi, denunce o comizi o per dare spazio a protagonismi, siamo qui. Oggi è il momento in cui vogliamo ritrovarci e stare insieme, uniti di fronte a una tragedia.”
Ha parlato anche Marco Bernardoni, segretario provinciale della Fiom: “Vogliamo fare presente al presidente Kompatscher e agli assessori Amhof e Galateo che la salute e la sicurezza sul lavoro devono diventare la priorità dell'azione di governo. La vita viene prima di tutto”. Erano però assenti al momento di commemorazione le figure istituzionali sia da parte del Comune di Bolzano che della Provincia.
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A concludere gli interventi il delegato Uilm Barry Mamadou: “Come sindacati e come società civile dobbiamo chiedere scusa a questi ragazzi per un mondo del lavoro che non sa proteggere i propri lavoratori, per una società e una politica spesso escludenti che classificano il lavoro operaio, ancor più se svolto da lavoratori stranieri, come un lavoro a basso costo, nel quale il rischio di infortuni e di morte fanno parte del lavoro stesso”. Le veementi parole si sono concluse con l’accensione di un cero attorno alla foto di Bocar. Tutte le persone presenti si sono a quel punto strette in un minuto di silenzio denso di cordoglio e rabbia.
Presenti inoltre Sara Ferrari, deputata trentina del Partito democratico, e Luigi Spagnolli, senatore bolzanino e componente della Commissione parlamentare di inchiesta condizioni di lavoro in Italia, sfruttamento e sicurezza luoghi di lavoro. “Ci sono sempre circostanze in cui la vita umana si perde in maniera non accettabile – ha commentato il senatore – ma non è modificando normative o innalzando le pene che si trova la soluzione, serve una cultura preventiva rispetto agli incidenti”.
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Gli altri operai feriti
Assieme a Bocar al momento dell’esplosione c’erano anche i suoi colleghi di turno Sokol Hyseni, Artan Vila, Djette Aboubacar, Oussama Benyahia e Mor Mboup. Tutti hanno subito gravi lesioni ed ustioni. All’ospedale San Maurizio di Bolzano sono ricoverati Mboup Mor-Diarra, quarantaquattrenne senegalese, ed Oussama Ben Yahaia, tunisino, entrambi in condizioni stabili e fuori pericolo.
Sokol Hyseni, trentaquattrenne di origini albanese, si trova a Verona in terapia intensiva. Djette Aboubacar, detto Bouba dai compagni della squadra di calcio, originario della Guinea, è il più giovane del gruppo e si trova in cura in Germania per le gravi ferite riportate. Artan Vila, il caposquadra quella notte, è al momento ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano in condizioni gravissime.
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Einfach tragisch ...
Einfach tragisch ...
...e sul sito dell'aluminium…
...e sul sito dell'aluminium bozen nemmeno una parola per le vittime.