Anche FC Südtirol ha votato Tavecchio
Anche il calcio altoatesino ha contribuito all’elezione del nuovo presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio. Lo ha fatto attraverso il voto del presidente del FC Südtirol Walter Baumgartner che nei giorni scorsi aveva ‘assolto’ Carlo Tavecchio, nell’occhio del ciclone alcune dichiarazioni molto discusse sugli africani che giocano in Italia.
Per Baumgartner Tavecchio - reo di aver affermato che gli africani prima di approdare in Italia “mangiavano le banane” e che per giocare devono mostrare il loro ‘pedigree’ - avrebbe commesso sì un errore, ma di fatto la sua candidatura a presidente della federazione italiana era l’unica possibile per evitare un commissariamento dopo spedizione fallimentare ai modali brasiliani.
"Le questioni di accoglienza sono un conto, quelle del gioco un'altra. L'Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Optì Pobà[6] è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree..."
Per essere eletto il comasco Tavecchio ha potuto contare da una parte sui voti della Lega Dilettanti di cui era presidente da anni, e dall’altra del sostegno dei principali club della serie A.
Gran parte del mondo del calcio e dell’opinione pubblica non ha salutato positivamente l’elezione di Tavecchio, ritengono la sua figura inadeguata per il difficile compito di rinnovare il calcio italiano, stretto nella morsa tra gli interessi economici e la violenza negli stadi.
Tra l’altro la gaffe di Tavecchio sulle banane non è rimasta l’unica.
Recentemente in un intervista televisiva rilasciata a report, Tavecchio si è pronunciato in maniera discutibile anche in merito al calcio femminile.
"Siamo da sempre protesi a voler dare una dignità estetica alla donna del calcio. Prima si pensava che fosse handicappata rispetto al maschio per resistenza ed altri fattori, adesso invece abbiamo riscontrato che sono molto simili. Adesso abbiamo creato uno slogan che parla della donna come l'altra metà del calcio."
Te lo insegnano a scuola che
Te lo insegnano a scuola che se parli di maschi, devi parlare di femmine, se parli di uomini, devi parlare di donne. Infatti questo pensatore, quest'uomo di profonda cultura, questa quint'essenza di capacità di inclusione, divenuto il presidente della federazione sportiva più potente d'Italia, grazie ad un bel 63% di consensi, parla della donna handicappata rispetto al MASCHIO.
Ci manca la frase di rito che "l'omo ha da puzzà" e poi abbiamo fatto tombola!
Il disastro sociale di quest'Italia, sta esattamente in questo paradigma. Persone senza cultura, senza pensiero profondo, diventano simboli, siedono su poltrone inarrivabili ai più.
La mediocrità la fa da padrona ai vertici. Ma perchè c'è una maggioranza di mediocri in giro? Perchè non sappiamo far altro che esprimere mediocrità? Perchè tra mediocri si puntellano? Perchè i vertici mediocri esprimono una base mediocre? Non è dato sapere.
Resta l'incontrovertibile fatto, che le dichiarazioni di personaggi di questo "spessore", saranno rilanciate a gran voce. E questi saranno i primi maestri dei nostri figli.
Quanta mestizia...
doppelte schande. erstens,
doppelte schande. erstens, dass ein rassist den italienischen fussball offiziell vertritt und zweitens, dass das südtiroler top-team ihn unterstützt. zum schämen.
E che dire dei cinque
E che dire dei cinque processi con relative condanne a carico di Carlo Tavecchio? Il nuovo presidente della federazione sportiva più potente d'Italia è stato processato e condannato nel 1970 per falsità in titolo di credito, nel 1994 per evasione fiscale, nel 1996 per ommissione di versamento di ritenute previdenziali e assicurative, nel 1998 per omissione in denunce obbligatorie e sempre nel 1998 per abuso d'ufficio.
Ma in Italia evidentemente condanne di questo genere "fanno curriculum", o, per usare il vocabolario di Tavecchio, "fanno pedigree".
Wirft man den Blick im
Wirft man den Blick im Supertip über den enormen Obsttisch, dann fallen einem u.a. auch die vielen Bananen auf, die dort aufgehäuft sind. Und sie werden gekauft und gegessen - nicht Afrikanern! Bananen sind schon längst salonfähig. Wir Menschen, welcher Hautfarbe auch immer, verzehren von dieser köstlichen Frucht heutzutage weit mehr als die wenig verbliebenen Söhne und Töchter unserer "Urväter" in den Urwäldern es tun. Auch die Schwarzen essen sie. Daran ist überhaupt nichts Verwerfliches oder Erniedrigendes. Auch uns Tiroler nennt man hie und da Knödelfresser. Rassismus? Nein! Wir sind stolz darauf, sind diese mit Speck oder Wurst bespickten Bälle doch das Markenzeichen der Tirol'schen Qualitätsküche. Tirol hat die Knödel, Afrika die Bananen. Beide essen wir von beidem. Worin liegt das Problem? Verstehe ich nicht!