“Con Zanin sì, con il Team K no”
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SALTO: Signor Sindaco, dopo il terremoto sul terzo mandato ha comunque partecipato alle consultazioni del centro sinistra?
Renzo Caramaschi: Più che terremoto direi che abbiamo avuto qualche scossa di assestamento. Comunque io personalmente non sono andato agli incontri della coalizione, ho mandato due dei miei perché sono molto impegnato, entro fine anno abbiamo una serie di scadenze, dobbiamo fare il bilancio, il documento unico di riprogrammazione, le tariffe, la imposta di soggiorno…
Tutto a posto con i Verdi e il PD?
Certamente, ascolti le dichiarazioni dell’assessore Andriollo.
Parlando sempre delle prossime comunali, ci sarà una sua lista?
Ci sono tre possibili risposte. Ci può essere una mia lista con il mio nome, una mia lista senza il mio nome o niente. Dipenderà dalla coalizione…
Nella scorsa intervista lei ha parlato chiaramente di un'adesione alla coalizione del centro-sinistra, è ancora così?
Sì, certo. Io cerco di rafforzare il centro e fare in modo che la coalizione non si sposti troppo sinistra, dovrebbe essere come questa coalizione attuale ma allargata al centro.
“La coalizione deve essere di centro-sinistra, non vorrei che fosse sinistra con un pezzetto di centro”
Quale sarebbe il perimetro ideale della coalizione per lei?
Non mi considero un politico, lo premetto. Dal punto di vista amministrativo, credo sia importante lavorare su un programma comune, che coinvolga il centro e anche figure come Zanin. L’inclusione della sua lista, o persino di Forza Italia, sarebbe un’opportunità interessante, se lo volessero. Ammetto che queste sono idee che forse vivono solo nella mia testa, ma credo sia giusto esplorarle.
Zanin era presente anche alle consultazioni per creare una coalizione di centro destra assieme a Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega…
Ognuno ha le sue vocazioni. Io tiro per il centro e lui tira per il centro destra. Vediamo se si riesce… non lo so.
Nella coalizione vorrebbe anche il Team K?
No, lo dico per come è andata questa consigliatura, non hanno mai approvato niente.
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Si sente molto parlare della candidatura a sindaca di Luisa Gnecchi, lei la appoggerebbe?
Sotto l'aspetto personale, amministrativo, politico, di sicuro è più brava di me, ha fatto tutto quello che è possibile immaginare: è stata vice-presidente della provincia, è stata in Parlamento, poi vice-presidente dell'Inps. Insomma, ha un’esperienza amministrativa notevole e di sicuro possiede le capacità per ricoprire il ruolo. Non dipende da lei, dipende dalla coalizione. Se vuole andare con il Team K e lasciare fuori un pezzo, allora non la voto. Ma non voto neanche a destra, di sicuro, l'ho detto chiaro e tondo: la coalizione deve essere di centro-sinistra, non vorrei che fosse sinistra con un pezzetto di centro.
Si sta sentendo anche con altre liste civiche?
Sì, sono in corso “prove di capirsi”, non so se ce la faremo. Con Zanin ho un rapporto di stima e di reciproco apprezzamento, questo non significa che politicamente sia semplice, però ci siamo incontrati più volte e sarebbe bello attaccare lui a quello che c'è adesso, non allargando la sinistra.
“Deve essere molto chiaro dove si posiziona questo polo civico perché, se dovesse collocarsi a destra, io non ne farei parte”
Anche con Angelo Gennaccaro?
La sua Civica fa già parte della coalizione, quindi si. Sulla possibilità o meno che sia il candidato sindaco sceglierà la coalizione.
Facciamo l'ipotesi che lei non si augura, cioè che il centrosinistra vada “troppo a sinistra”. Lì si aprirebbe la partita per un terzo polo civico…
Deve essere molto chiaro dove si posiziona questo polo civico perché, se dovesse collocarsi a destra, io non ne farei parte. Sembra che io amministri e basta ma non è così, ho delle idee politiche molto precise e profondamente diverse da quelle della destra. Le mie radici affondano in un contesto di amministrazione sociale improntata sull'umiltà, sulla povertà, figlia di un dopoguerra che era povero e affamato. La mia idea politica è chiara: solidarietà e vicinanza ai più fragili. Non ho legami con costruttori o interessi privati: ho sempre ricevuto tutti — Podini, Hager e altri — perché ognuno ha i propri problemi e le proprie questioni, io ascolto sempre con attenzione, ma l’ho fatto prendendo decisioni nell’interesse collettivo, non ho mai permesso che il mio operato fosse influenzato da favoritismi.
“Servizi abitativi per chi lavora in zona, non di sicuro un quartiere, come propone Hager”
A proposito di costruttori, lei si è sempre smarcato sulla realizzazione del cosiddetto "Quartiere Ponte Roma", che probabilmente sarà uno dei grandi temi su cui si disputerà la campagna elettorale per le prossime comunali. Cosa ne pensa del progetto?
Bisogna ragionare molto bene, non sull'onda emotiva. Devo ammettere che non ho approfondito questo tema in modo dettagliato, dato che si tratterà di una decisione che riguarderà la prossima amministrazione. Potrebbe essere interessante destinare una piccola parte a servizi abitativi per chi lavora nei centri di ricerca e nell’università, lì abbiamo il Noi Techpark, la facoltà di ingegneria, un nuovo studentato che verrà edificato in quella zona. Ovviamente sarebbe da verificare la fattibilità di questa idea, non di sicuro un quartiere, come propone Hager. Naturalmente gli imprenditori privati puntano ad una massimizzazione delle cubature eccessiva, cosa che è già avvenuta in passato.
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Cosa intende?
Una situazione simile è avvenuta con il progetto WaltherPark. Da sindaco e cittadino, sono felice di vedere il WaltherPark completato, lasciarlo incompiuto sarebbe stato un errore gravissimo per la città. Quella, però, è stata una situazione particolare, in cui si trattava di accettare o rifiutare una proposta già strutturata. Quando sono entrato in carica io, l’accordo era vincolante: il prefetto, in qualità di commissario, e la Signa lo avevano già firmato. Se non avessimo proseguito, il Comune avrebbe rischiato cause legali per danni che potevano costare tra i 20 e i 30 milioni di euro. Oggi, però, possiamo dire che il progetto ha portato vantaggi, come il sottopasso, la pista ciclabile e altre infrastrutture utili. Per tornare all’area attorno a Ponte Roma, un progetto ridimensionato rispetto a quello di Hager potrebbe essere valutato. Bolzano è una città con una realtà molto dinamica: abbiamo circa duemila addetti alle start-up e settecento ricercatori dell’Accademia Europea. Sono persone che non risiedono stabilmente qui ma che vivono e lavorano nella nostra città, rendendo necessarie riflessioni su servizi e infrastrutture per accoglierli.
Quindi per lei si potrebbe costruire in quella zona?
Quando si parla di sviluppo urbano, è importante ragionare senza pregiudizi o posizioni preconcette del tipo “io sono contro Hager” o “io sono a favore”. Bisogna chiedersi: serve o non serve? È compatibile? Quante cubature sono necessarie? Quanti abitanti verranno coinvolti? Quali saranno gli impatti sulla viabilità? Ad esempio, l’assessore Fattor ha espresso un parere negativo, sostenendo che un progetto di questo tipo potrebbe creare problemi di traffico. Tuttavia, molto dipende dalla quantità di cubature, dal numero di abitanti e dalle condizioni generali di sviluppo, se riguardasse solo chi lavora in quell’area, secondo me, avrebbe un impatto diverso. Ogni decisione va ponderata attentamente, considerando le reali esigenze e i benefici per la città.
“Una coalizione ampia, che includa anche l’amico Zanin e non i Cinque Stelle e Team K”
Restando in tema sviluppo edilizio, a che punto siete con l’approvazione del Piano acustico in Consiglio comunale?
Adesso dobbiamo riapprovarlo e poi decidere di andare in Consiglio, mi è stato chiesto di metterlo all'ordine del giorno. Si dà una rilevanza di tipo programmatorio al piano acustico che non ha, ce l'ha invece il piano di sviluppo territoriale.
Su quello a che punto siete?
Il bando è chiuso, e ora gli esperti inizieranno le valutazioni previste dalla normativa: analisi ambientali, studi sulla viabilità, considerazioni culturali e sulla densità abitativa. Le prime preparazioni e valutazioni preliminari saranno pronte in prossimità delle elezioni, ma la decisione finale spetterà interamente alla nuova giunta e al nuovo consiglio comunale.
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Si parla di un suo possibile erede. Ha già in mente un nome?
Se si creassero le condizioni per una coalizione ampia, che includa anche l’amico Zanin e non i Cinque Stelle e Team K, avrei in mente una persona valida, con esperienza amministrativa, che potrebbe fare il sindaco o la sindaca… Detto questo, non ho la forza di imporla. Ad esempio, il nome di Gnecchi, citato prima, sarebbe una scelta legata al PD, un partito strutturato e con una certa forza. Tuttavia, credo che il PD sbagli a cercare larghe intese modellate su dinamiche nazionali: è una strategia destinata a non funzionare.
“Ho rimesso in moto una città che era ferma”
A cosa si riferisce?
Una coalizione deve avere una visione chiara e concreta, basata su progetti e obiettivi condivisi. I partiti spesso inseguono le tendenze del momento per convenienza elettorale. Io, invece, non seguo questa logica, perché la mia lista è basata sulle idee; per questo, forse, ho ottenuto 6.000 voti, contribuendo non solo al mio risultato, ma anche a quello della coalizione. Ora, però, sento di aver concluso il mio percorso politico, anche se la preclusione del terzo mandato, come ho già chiarito, mi sta ancora qua.
A proposito di PD, vedrebbe l’assessore Andriollo come Sindaco?
Sì, lui è molto più mediatore di me, è molto più morbido, è uno che smussa gli angoli. Io certe volte li creo, per carattere sono così. Lui è molto più rotondo nel parlare. È una persona brava e preparata, ed ha un assessorato mica da poco.
Quale pensa sia la più grande eredità della sua amministrazione?
Checché se ne dica, ho rimesso in moto una città che era ferma con tanti investimenti.
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