Alex Langer
Foto: il manifesto/O.Seehauser
Politik | Partiti

L'interetnicità è come l'araba fenice?

"Che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa". Con amarezza profonda guardo a questa terra dove ci accorgiamo dell’altro solo in prossimità delle elezioni.
  • L’interetnicità è “come l'araba Fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa". Prendo a prestito i versi del Metastasio per parlare anch’io, come fanno partiti e movimenti, dell’interetnicità che, da qualche anno a questa parte, è diventata il mantra di ogni campagna elettorale locale.

    Il mio primo voto amministrativo risale al lontano 1973: un’era fa, un altro mondo. 

    Se guardo alla composizione di quel Consiglio Provinciale noto che l’unico partito ad avere eletti di madrelingua italiana e tedesca è il PCI/KPI. E lo stesso nel 1978. Poi con la nascita del movimento verde alternativo il testimone di eleggere consigliere/i dei due gruppi linguistici è passato a loro fino a quando alle ultime provinciali hanno mancato l’obiettivo. 

    Eppure negli ultimi 20 anni quasi tutte le forze politiche si sono presentate alle elezioni  esibendo candidati del gruppo linguistico diverso dal proprio potenziale elettorato come prova di interetnicità ma puntualmente quei candidati/ quelle candidate non ce l’hanno fatta. 

    Gli epigoni del PCI/KPI hanno negli anni continuato ad avere iscritti di lingua tedesca, a produrre documenti, materiali non solo elettorali nelle due lingue, hanno candidato uomini/donne di lingua tedesca in testa di lista ma non sono più riusciti a portarli negli organi elettivi salvo qualche sporadico episodio territoriale. La capacità di indirizzare il voto è sfumata con la destrutturazione del partito e la scomparsa delle sezioni.

     

    L'SVP, che per Statuto è il partito di raccolta delle minoranze tedesca e ladina e non candida italiani, ma viene votato dagli italiani.

     

    I Verdi che, ai loro esordi sono stati vissuti come gli Hoffnungsträger del nuovo Sudtirolo, hanno negli anni perduto la capacità di attrazione del voto italiano dei centri urbani, o almeno così pare confrontando le mappe elettorali di tornate omogenee.

    Perché questo sia accaduto non me lo so spiegare: che abbia a che fare con la crisi dei partiti tradizionali e l’incapacità di offrire prospettive politiche che vadano al di là del qui ed ora? Con il governismo come unico “ubi consistam”?  Che sia un effetto collaterale dell’astensionismo montante? Che dipenda dal fatto che le comunità viaggiano parallele, che la convivenza non solo è stata rinviata (per citare il bel libro di Piero Agostini) ma oramai ci siamo abituati all’ “ohneeinanderleben” e stiamo pure bene in questa situazione? 

    E poi c’è il fenomeno opposto, ovvero quella SVP, che per Statuto è il partito di raccolta delle minoranze tedesca e ladina e non candida italiani(salvo rare eccezioni) ma viene votato dagli italiani: stando alle analisi dei flussi elettorali delle ultime Provinciali, gli italiani le avrebbero garantito un eletto. 

    Staremmo parlando di interetnicità se le regole del gioco fossero diverse? Se cioè la rappresentanza nelle istituzioni, ed a cascata nel sottogoverno, non fosse strettamente legata al numero degli eletti rispettivamente italiani e tedeschi?  

    Non ne sono così sicura, anche perché fino agli anni ottanta quando l’appartenenza linguistica trovava rappresentanza politica numericamente adeguata, non era un tema se non per il PCI/KPI che fu casa politica di compagni e compagne a prescindere dalla madrelingua. E poi è stata la bandiera di Neue Linke e dei Verdi che, proponendosi  come i costruttori del nuovo Sudtirolo, si opponevano al modello SVP, partito di raccolta linguistico che si alleava con il partito omologo italiano. 

    Da quando la SVP ha perso la propria forza di attrazione in particolare a favore di Verdi, Team K  il voto italiano è diventato “prezioso” quando ci si siede al tavolo per costruire gli esecutivi, e l’interetnicità delle liste è diventa un “must” 

    Ma l’elettore pare non “cascarci”, ovvero pare non scegliere chi gli è estraneo.

    E’ con amarezza profonda che guardo a questa terra dove, a ottant’anni dalla nascita della Repubblica, viviamo da separati in casa e ci accorgiamo dell’altro solo in prossimità delle elezioni sbandierando, chi più chi meno, la propria interetnicità: una parola vuota che, se non si sostanzia in buone pratiche, non produce (come non ha prodotto) i risultati elettorali preconizzati. 

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Brigitte Foppa Sa., 30.11.2024 - 13:18

Per quel che riguarda i Verdi che "avrebbero perso l'attrattività" nei centri urbani e tra gli italiani, ricordo solo che tra la prima dei non eletti alle ultime provinciali, Sabine Giunta, e l'eletto Zeno Oberkofler, ci ballano esattamente 129 voti. E sono entrambe persone che si sono mossii tutta la vita tra i mondi italiano e tedesco. Come me, del resto, che alle ultime elezioni europee ho preso il 15, 78%, e a Bolzano il 16,7% (più del PD). Mi sembra che il voto sudtirolese, specie nelle città, sia più interetnico dello schema politico, e mentale, nel quale ci si muove spesso in questa nostra terra. Alexander Langer, di cui si dovrebbe anche smettere di dire cosa penserebbe oggi, ha proprio lasciato il segno.

Sa., 30.11.2024 - 13:18 Permalink
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Evelin Grenier Sa., 30.11.2024 - 21:15

sbandierando, chi più chi meno, la propria interetnicità: una parola vuota

Esattamente, è una parola vuota che non dice nulla. Secondo me sarebbe meglio non usarla. Piuttosto limitarsi a parlare di cose concrete.

Sa., 30.11.2024 - 21:15 Permalink
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Andres Pietkiewicz So., 01.12.2024 - 06:14

Esiste l'interetnicita', non è una parola vuota. Sono nato in Argentina, terra interetnica dove dalla buona volontà di innumerevoli migrazioni,fra cui le incisive migrazioni italiana e tedesca, è nata una nazione ,ancora giovane,ma ricca di cultura appunto perché interetnica e condivisa. Nessun gruppo ha dovuto rinunciare a tradizioni,abitudini,principi, ma fra tutti sono riusciti a stabilire,attraverso il dialogo, una convivenza produttiva e pacifica. Ecco,forse è il senso di pace ciò che in Alto Adige non abbiamo ancora raggiunto.

So., 01.12.2024 - 06:14 Permalink
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Simonetta Lucchi So., 01.12.2024 - 21:37

Come scriveva Oswald von Wolkenstein (primi del 1400) : "Franzoisch, mörisch, katlonisch und kastilian, teutsch, latein, windisch, lampertisch, reuschisch und roman, die zehen sprach hab ich gebraucht, wenn mir zerran.
Francese, arabo, catalano e castigliano,
tedesco, latino, sloveno, italiano, russo e greco, queste dieci lingue ho utilizzato, quando la necessità lo impose".

Adesso, infinite discussioni per due.

So., 01.12.2024 - 21:37 Permalink
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Evelin Grenier Mo., 02.12.2024 - 08:12

Il problema non è quante lingue uno sia capace di parlare.

Il problema è che si sta abusando della capacità di molti di parlare più lingue per portarli, in nome della convivenza, a parlare solo italiano, riducendo man mano le altre lingue fino a farle sparire dal contesto pubblico.

Mo., 02.12.2024 - 08:12 Permalink
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Salto User
Saltosan Mo., 02.12.2024 - 14:16

L'interetnicità è un modo per affrontare e superare le divisioni etniche attraverso il dialogo, la solidarietà e la costruzione di ponti tra le diverse comunità in ambito sociale e politico.
La politica in Alto Adige spesso alimenta divisioni etniche e conflitti.
Le due non vanno d'accordo in modo assoluto, dipende dalle circostanze, dalle leadership politiche e dalle dinamiche sociali presenti in un determinato contesto.

Mo., 02.12.2024 - 14:16 Permalink
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Christian I Mo., 02.12.2024 - 14:27

Il modello Ladino piacerebbe a molti e in una provincia che si vanta di essere perfettamente bilingue dovrebbe anche essere la normalitá. Ma .......

Mo., 02.12.2024 - 14:27 Permalink
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Christian I Di., 03.12.2024 - 13:53

Antwort auf von pérvasion

Ladinisch ist die alte "kleine" Sprache die trotz nur 2 Stunden die Woche bis heute ùberlebt hat (inklusive TV, Radio, Zeitungen, Bùcher, Wòrterbùcher, ...).
Ich meinte eher, kein Ladiner stellt im ersten Uni-Jahr die Frage "was ist ein "osso"", wie mein ex Uni-Kollege aus Sterzing...

Di., 03.12.2024 - 13:53 Permalink
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alfred frei Mo., 02.12.2024 - 16:05

Forse meritava di essere citata l'esperienza interetnica del PSI/SPI che ha una sua valenza tutta da analizzare e ricordare. O no Vanda ?

Mo., 02.12.2024 - 16:05 Permalink
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Evelin Grenier Mo., 02.12.2024 - 18:21

Io non so dove si trova questa divisione etnica di cui parlano molti ?

Vedo sempre gruppi di persone di lingue diverse parlare italiano tra di loro.
Dove sta la divisione?

Mo., 02.12.2024 - 18:21 Permalink
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Evelin Grenier Fr., 06.12.2024 - 16:40

Antwort auf von Christian I

Infatti è così e non soltanto a Bolzano.
Mi sembra che da parte di chi sia di madre lingua tedesca si fa di tutto per venire incontro a chi parla italiano.
Mentre non mi sembra di vedere il contrario.
Per questo trovo molta ipocrisia dietro queste lamentele da parte del gruppo italiano, che non fa assolutamente nulla per venire incontro agli altri gruppi di lingua non italiana.

Fr., 06.12.2024 - 16:40 Permalink