Politik | Politik, Hager

Hagerlandia

Sul vecchio Hager circolano molte leggende.
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  • Una di queste è che la sua voracità nel volere acquistare e accumulare denaro non fosse mossa da ingordigia, bensì da animo nobile e visionario. Si mormora che, memore di qualche inesplorato trauma infantile, o forse della malattia che alcuni anni fa ha rischiato di farlo morire, egli volesse comprare tutta la città di Bolzano, non per saziare un primitivo istinto bulimico, ma per accumulare una immensa ricchezza da donare in tarda età ai bambini dei quartieri più disagiati. 

    L’immagine del Robin Hood che si appropria di tutto quello che trova a portata di mano per redistribuirlo ai poveri è sicuramente stata interiorizzata anche da quanti, politici e politicanti locali hanno aperto braccia e gambe per accogliere il Grande Benefattore. Nella galleria delle foto da destinare a memoria delle future generazioni per ricordare la triste parabola di Bolzano, le espressioni e i volti di chi vedeva in Hager l’illuminato imprenditore che si spende per il bene della città sono tante: un Durnwalder con i pugni chiusi che incita i cittadini a andare a votare a favore del Kaufhaus alla consultazione popolare indetta per raccogliere il parere della pubblica opinione in merito al gradimento nei confronti della speculazione urbanistica, sindaco e vicesindaco dell’epoca che salutano i fotografi con le dita alzate in segno di vittoria dopo avere firmato il via libera alla procedura di riqualificazione  dell’area, consiglieri e consiglierini comunali entusiasti del grande investimento e felici di avere trovato finalmente una soluzione al degrado del parco di piazza stazione, pasdaran tra lo sprovveduto e l'interessato dei gruppi di ‘liberi cittadini’ associati in comitati di sostegno al grande progetto che avrebbe portato occupazione e decoro alla città. 

    Una carrellata più recente di fotografie che ritrae delegazioni di partiti di governo e opposizione fare visita esplorativa al nuovo ‘quartiere Roma’ il mega progetto speculativo che Hager e soci avevano già iniziato a sponsorizzare, dovrebbe trovare spazio invece nell’atrio del municipio, con nomi e cognomi dei pellegrini recatisi sul campo per presenziare alle nuove e immaginifiche gesta del più grande imprenditore di ogni epoca. Politici di centro destra, di centro sinistra, italiani e tedeschi, tutti accomunati dalla brama di farsi vedere a fianco di quello che non pochi hanno indicato essere stato il vero sindaco di Bolzano delle ultime due legislature.

    Che qualcosa di strano nell’ultimo decennio sia accaduto nel capoluogo, tutti sapevano e tanti vociferavano. Le mani sulla città contemplano sempre una qualche forma di accordo tra speculatori, affaristi e politici. Eppur,e a parte poche persone, nessuno osava esprimere dubbi o supposizioni. Il re è nudo ci ha pensato a indicarlo in oltre mille pagine di accusa il Tribunale di Trento, in sostituzione di quello di Bolzano, sempre parco nell’assumere iniziative che possano mettere in discussione l’ordine costituito. Anche di fronte alla consultazione di sei giorni (!) voluta dal prode commissario Penta, un record mondiale di durata per un processo di partecipazione popolare che aveva distolto dal lavoro decine di funzionari comunali con lo scopo di raccogliere le opinioni di cittadini maggiorenni e minorenni e di pendolari potenzialmente interessati, non si capisce a quale titolo, a decidere i destini della città, nemmeno la corte dei conti aveva avuto niente da obiettare. Il motto dei padroni della città dai tempi di Tosolini e Podini è del resto sempre stato: sopra il tappeto tutto deve essere ordinato e splendente, quello che è sotto e non si vede lasciamolo dove è, almeno fino a che si può.

    Quali saranno gli sviluppi dell’inchiesta lo mostreranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi gli inquirenti e già si prospetta molto lavoro per il pool di avvocati che, stante alle informazioni pubblicate oggi sulla stampa trentina, Hager aveva minacciato di scatenare contro i politici locali ("se siete coglioni mettiamo un pool di avvocati e radiamo al suolo RIva del Garda"), qualora non avessero accondisceso alle sue mire speculative sul lago. Chissà se per proteggere il grande imprenditore in campo scenderà anche il principe del Foro locale, sempre in prima linea a difendere i politici implicati in accuse e scandali, nonostante la comune militanza nello stesso partito di governo provinciale, oppure dovranno essere chiamati altri luminari della giurisprudenza per trovare qualche cavillo per fermare il procedimento. 

    Al di là di capire quali saranno le conseguenze penali o se il processo verrà sgonfiato, lo scandalo Hager che rischia di terremotare l’intero sistema politico locale (e regionale) porta però a qualche altra riflessione. Ovvero: perché se era davanti agli occhi di tutto quello che è accaduto in città negli ultimi anni, nessuno ha preso l’iniziativa di discutere ciò che stava succedendo? Perché il vecchio Hager non solo ha messo mani sul centro città, ma anche su Gries, sull’aereoporto, sulla collina del Virgolo e stava per allungare la presa anche sulla zona industriale e nessuno ha sentito la responsabilità di avviare un dibattito pubblico sul tema? I pochi che hanno avanzato critiche - l'assessore Fattor rispetto al futuristico progetto del quartiere Roma o i due consiglieri del Team K, gli onesti Brancaglion e Cologna - hanno trovato poche sponde e anzi si sono dovuti sentire la reprimenda  dell'iracondo sindaco Caramaschi che ha giurato che mai e poi mai si sarebbe alleato ai secondi e che al primo come suo possibile delfino preferirebbe il più mite e accomodante assessore Andriollo. 

    Sarebbe facile dire, dopo avere letto le notizie sui media locali, nazionali e internazionali che parlano dello scandalo, che l’Italia ha definitivamente colonizzato il vecchio Sudtirolo, facendovi crescere e prosperare una cultura para-mafiosa che non era propria di questa terra. Magari ci penseranno i prodi patrioti Anderlan e Knoll. Ma purtroppo non è solo questo. Il sistema di intrecci tra speculatori e politici che si prospetta avere governato la città, ha agganci e clientele talmente radicate e profonde da fare temere che il cancro del malaffare non sia circoscritto, ma abbia assunto ormai la forma di una orrenda metastasi che si alimenta di tutto quello che tocca: il sostegno dei contadini alle speculazioni edilizie in cambio dei soldi per costruire la nuova cantina a Gries, il voto degli sprovveduti cittadini per entrare nella cattedrale dei divertimenti di piazza Stazione, il supporto di ditte e maestranze incaricate di costruire l’enorme quartiere nel centro della città, l’assist dei giornali che hanno diffuso la propaganda del gruppo Benko a favore della mirabile opera urbanistica. Ma, anche e soprattutto, l’indifferenza. 

    Mentre la città veniva svenduta e saccheggiata, per via legale o meno, la maggioranza dei cittadini andava a prendere l’aperitivo, organizzava le grigliate tra le vigne, si prostrava all’assessore di turno per chiedere il piccolo piacere in cambio del voto, continuava a essere distratta dalla caccia agli stranieri dalla pelle scura, imputati essere la causa prima del declino di Bolzano. Generazioni di immigrati italiani dei quartieri popolari, dimentichi delle loro origini, sono stati i primi a votare i partiti xenofobi della destra meloniana e salviniana, mentre i tedeschi del cuneo verde per difendersi dall’invasore hanno pensato bene di erigere muri e cancelli a difesa della cittadella fortificata. E mentre tanti pensavano a serrare le porte di fronte all’estraneo, il Grande Squalo è arrivato e si è mangiato tutto. 

    Rimangono le tonnellate di immondizia morale di chi poteva dire qualcosa e non ha detto niente, di chi poteva fare qualcosa e non ha fatto nulla. Resta una città che non sa nemmeno spiegarsi perché tutto quello che è accaduto, è potuto accadere. E ancora tanti, troppi, che sperano di voltare presto pagina, per potere tornare a andare con la coscienza tranquilla a sciare.

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Evelin Grenier Fr., 06.12.2024 - 10:19

Ma di tutti sti progetti che vengono menzionati, qualcuno che sia stato portato a termine c'è?

Se uno volesse vedere un immobile firmato Benko&Hager per farsi un'idea e capire se almeno ne è valsa la pena "associarsi per delinquere", mi consigliate un indirizzo?

O sono solo progetti esistenti sulla carta?
A parte il walterpark che è in costruzione?

Fr., 06.12.2024 - 10:19 Permalink
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Manfred Klotz Sa., 07.12.2024 - 08:06

Antwort auf von Evelin Grenier

Che sappia io c'è solo il Gries-Village. Infatti, il fatto che diversi progetti di Hager siano stati bocciati (in primis quello del Virgolo), secondo me dimostra che, nonostante la sua vicinanza al mondo politico (che ogni grande imprenditore cerca o ha), la sua influenza sembra limitata. A prescindere da affermazioni intercettate che lasciano il tempo che trovano, se non sono seguite da fatti, sono curioso di scoprire cosa ha veramente in mano la magistratura.

Sa., 07.12.2024 - 08:06 Permalink
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Luca Marcon So., 08.12.2024 - 13:20

Credo che le "tonnellate di immondizia morale" più puzzolenti in assoluto siano quelle relative ai media (come pare emerga dall'inchiesta).
È più marcio chi il marcio lo fa o chi il marcio, dovendolo denunciare, lo copre?

So., 08.12.2024 - 13:20 Permalink
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Salto User
Margot Wittig Mo., 09.12.2024 - 09:56

adesso criticano tutti, ma vi ricordate questo manifesto del pescecane(2015): i 7 argomenti per un NO al Kaufhaus:
Non c'è l'interesse pubblico
Il bilancio occupazionale è negativo
Il centro commerciale uccide i quartieri (non il centro)
Non vogliamo essere espropriati
Il traffico aumenterà e ci porterà al collasso
L'accordo di programma non è un contratto trasparente
Non facciamo decidere altri del nostro futuro
Non c'è l'interesse pubblico, perché:
Meno parco, più cemento, più traffico, più inquinamento, minor qualità della vita, una superficie commerciale troppo grande per la città.
Il progetto Kaufhaus Bozen: un offerta interessante per la città? NO, non per i cittadini, solo per la finanza estera...
firmato: città nostra

Mo., 09.12.2024 - 09:56 Permalink