La Consulta boccia la Lex Twenty

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Il sospiro di sollievo tirato un paio di settimane fa per l’annuncio dato da gruppo Podini e Aspiag sulla trattativa extra giudiziale per il Twenty potrebbe essere stato un po’ affrettato. A prescindere dall’intesa tra le due aziende – se poi ci sarà – il futuro della “parte nuova” di quello che doveva essere l’unico centro commerciale della Provincia resta piuttosto incerto. Ci si era "dimenticati", infatti, che la lex Twenty (ne avevamo scritto la scorsa settimana passando in rassegna alcuni dei casi più eclatanti di urbanistica ad hoc) era stata impugnata dal governo Draghi e che il ricorso non era mai stato ritirato. E ieri la Corte Costituzionale ha emesso il proprio verdetto che conferma la non validità del titolo per costruire e della variante urbanistica collegata. Una doccia gelata che assomiglia più a una grandinata. A fine aprile 2023 il Tar aveva bocciato la nuova gara avviata dalla Provincia in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che annullava la concessione, mentre qualche mese dopo lo stesso Consiglio di Stato aveva sospeso gli effetti di quella Sentenza in attesa del pronunciamento della Cassazione sull’opposizione presentata dal gruppo Podini. I legali dei proprietari del Twenty avevano cioè giocato l'ultima carta possibile impugnando il pronunciamento del supremo organo amministrativo "per difetto di giurisdizione da parte del giudice amministrativo", ma dopo il pronunciamento del Procuratore in Cassazione il gruppo Podini sembra avere poche chance di averla vinta.
Ad ogni modo, ora, indipendentemente da possibili intese e dal fatto che Provincia e Comune continuino a far finta di nulla anche se in realtà dipende TUTTO da loro, la nuova sentenza della Corte Costituzionale mette una specie di pietra tombale sulla lex Twenty. Il comunicato della Consulta ha un titolo tutto in stampatello maiuscolo che è tutto un programma:
ANCHE LE AUTONOMIE SPECIALI DEVONO ATTENERSI AL REGIME SANZIONATORIO DETTATO DALL’ARTICOLO 38 DEL T.U. EDILIZIA (FISCALIZZAZIONE DELL’ABUSO) PER GLI ABUSI EDILIZI SOPRAVVENUTI.
In sintesi la Consulta ha stabilito che anche le Regioni a statuto speciale devono seguire le stesse regole nazionali per quanto riguarda le sanzioni sugli abusi edilizi. Questa decisione è stata presa con la sentenza numero 22 del 2025, che ha dichiarato incostituzionale la legge della Provincia di Bolzano che era stata denominata Lex Twenty.
La legge in questione permetteva alla Provincia di Bolzano di applicare criteri diversi per gestire gli abusi edilizi, ma la Corte ha stabilito che ciò viola le norme fondamentali di riforma economico-sociale. In particolare, la Corte ha sottolineato l'importanza di applicare uniformemente a livello nazionale l'articolo 38 del Testo Unico dell'Edilizia, che prevede un regime sanzionatorio specifico per gli abusi edilizi sopravvenuti.
Gli abusi edilizi sopravvenuti sono quelli realizzati con un permesso che è stato successivamente annullato. In questi casi, l'articolo 38 prevede che, se non è possibile rimuovere i vizi procedurali o ripristinare la situazione precedente, si possa pagare una sanzione pecuniaria pari al valore dell'opera abusiva invece di procedere alla demolizione.
La Corte ha affermato che le regole sono essenziali “per garantire un governo ordinato del territorio e la tutela del paesaggio e dell'ambiente”. Pertanto, le regioni a statuto speciale e le Province autonome non possono introdurre criteri diversi per valutare l'impossibilità di ripristino o per determinare l'importo della sanzione, che guarda caso, era diventato ultra favorevole per il gruppo Podini.
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SALTO ha prodotto un podcast sul tema, intitolato Il Pasticcio - Il caso Twenty e il sistema Südtirol.
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Auch ein AK (oder gerade ein AK) weiß, che siamo in Italia. Und der HS weiß auch, was die vielgepriesene Autonomie wert ist (oder eben auch nicht). Zu oft ist es leider so, dass es besser ist, wenn die staatlichen Regelungen gelten (weil die aus der Provinz nicht wirklich eine Verbesserung sind).