Palazzo Chigi, Büro von Giorgia Meloni, sie spricht am Telefon.

M: No, Elon, I cannot make you imperatore, we don’t do that anymore. No, I cannot give you the Colosseo. Rent it for your birthday? What do you want to do? Thumbs up, thumbs down? Eh vabbè, I will talk to my ministro…

Sekretär (kommt rein): Presidente…

M (dankbar): Elon I need to go, see you soon, ciao ciao…Mamma mia, che rogna (zu Sekretär): E che c’è?

S: C’è l’altoatesino…

M (springt erfreut auf): Sinner?? Fallo entrare!

S: No, no, quell’altro, Compaccia…

M: Ma come? Arno? Se era qui solo l’altro ieri! Non farlo salire, mi raccomando, quello mi sta rompendo…

S: È già fuori…si è nascosto in un pacco Amazon, l’hanno portato su. 

K (ruft von draußen rein): Presidente, dobbiamo parlare!

M: No, io questo oggi non lo sopporto proprio! (versteckt sich unterm Schreibtisch)

K (drängt herein, sieht sich um, entdeckt Meloni unterm Schreibtisch, sie stellt sich schlafend, schnarcht): Presidente! Presidente! L‘ho sentita parlare.

M (spielt erstauntes Erwachen): Ah, Arno, che sorpresa! Di nuovo qui a Roma? Ma sai che oggi sono talmente stanca, sto pensando di andare a casa, non sto proprio bene…

K: Ma presidente, dobbiamo parlare dell’autonomia!

M: Ah, ma già se sento quella parola la mia stanchezza diventa enorme…Un’altra volta, Arno, un’altra volta…

K: Invece no, presidente, mi dispiace, non me ne andrò prima che quella cosa non l’abbiamo sistemata. Ho montato la tenda in piazza e rimarrò fin quando l’autonomia ce l’ho in tasca!

S: È vero, ci ha messo la tenda…

M (springt auf, sieht aus dem Fenster, sieht kleines rotes Zelt mit der Landesfahne bestückt, daneben steht ein älterer bärtiger Herr, der ihr zuwinkt): MORTACCI TUA! E chi è sto barbone?

K: È il mio amico Reinhold, mi aiuterà a sopravvivere fin quando la missione sarà compiuta. Ho portato solo un centinaio di canederli allo speck e il sacco a pelo. Non molleremo!

M: Aspetta, devo chiamare Urzì…(verzieht sich mit Handy in eine Ecke) Alessandro? Senti, ma ho un’emergenza qua…c’è Compaccia che non se ne vuole più andare senza quel maledetto ripristino dell’autonomia. Che gli dico? (…) Gli standard del 1946? Ma non ci cascherà…

K (lauscht, schüttelt energisch den Kopf, bekommt selbst einen Anruf): Hallo, Rosmarie? 

P: Arno, du muasch wieder kemmen, hou. Do geats rund.

K: I hon gsogg, i kimm erst wieder, wenn i des ausghandelt hon. Der Reinhold mocht glei mentales Training mit mir, i ziach des iatz durch.

P: Jo ober der Stauder sitzt schun Probe auf deinem Sessel und will mit „Landeshauptmann in spe“ ungredt werden, hou… 

K: Ollerhond. Rosi, des muasch iatz du mänätschen. Du woasch, wos sell hoaßt…

P (hoffungsvoll): Terf i die Goasl…?

K (bestimmt): Hol die Goasl. (steckt Handy ein, Meloni tritt an ihn heran)

M: Senti, Arno…posso farti un’offerta…

K: Non voglio l’offerta, voglio le competenze, l’ho promesso al mio popolo.

M: Eh, ma caro Arno mio, le promesse che fai tu non sono affari miei. Se tu fai delle promesse che non puoi mantenere, sono canederli tuoi!

K: Ma le promesse le fate anche voi, e poi non le mantenete!

M: Vero, però i miei elettori mi perdonano tutto perché combatto coloro che credono i loro nemici. Tu invece, caro Arno, ti sei alleato col nemico dei tuoi elettori, non lo dimenticheranno mai! (kichert)

K (schweigt betreten)

M: Eh vabbè, non fare quella faccina triste triste, ho parlato con Alessandro e siamo disposti a cedervi qualche cosina. Vi daremo l’autonomia di costruire i reattori nucleari, quindi potete decidere dove metterli, in cima o in valle…tanto arriveranno lo stesso

K: Inaccettabile! Tornerò domani, e dopo domani ed ogni giorno dopo finché quell’autonomia me la date. (stürmt hinaus)

M (seufzt): Cristo santo, che testardo. Però mi viene un’idea…(zieht Handy raus) Elon? Listen, I cannot make you imperatore, but there is a nice little province I could give to you…

TO BE CONTINUED